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Tensioni

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di Silvia LachelloVenerdì 5 novembre 2010, quasi notteCaro Diario,lo guardo dormire e mi sento arruffata come un gomitolo su cui si è accanito un gattino particolarmente irruente.No, non guardo dormire il Toro... guardo mio figlio,...
Redazione Toro News

di Silvia LachelloVenerdì 5 novembre 2010, quasi notteCaro Diario,lo guardo dormire e mi sento arruffata come un gomitolo su cui si è accanito un gattino particolarmente irruente.No, non guardo dormire il Toro... guardo mio figlio, lo guardo mentre dorme con quel suo mezzo sorriso, lo guardo mentre dorme dopo un pomeriggio passato al pronto soccorso. (1)Mi riposerò e domani mi godrò (speroma...) la partita.Metto in archivio anche questa giornata, via...Sabato 6 novembre 2010, sera, Grosseto-Toronfronfronf 0-0Caro Diario,che bella dormita mi sono fatta oggi pomeriggio.Mentre mi sedevo in poltrona con tutta l'attrezzatura del caso (no, niente frittatona di cipolle, birra ghiacciata e rutto libero... semplicemente me medesima e la mia coperta di pile), un pensiero ha attraversato il neurone.Piacenza-Torino dello scorso anno.Te la ricordi?Mamma mia, che noia, che roba soporifera...Quel pensiero, ti dicevo, ha attraversato il neurone.Ma, essendo il neurone piccolo piccolo piccolo, swisssssssssh... se ne è andato subito via.Il pensiero, non il neurone: don't touch my neuron, come diceva la pubblicità.Non diceva così? Pazienza: io sono la disperazione di pubblicitari e geni del marketing, poiché rendo vani tutti i loro sforzi.Vedo una pubblicità e swisssssssssh: la dimentico subito.Sì, sì, davvero! Io che ricordo sempre tutto, non ricordo le pubblicità, come se il neurone si chiudesse a riccio.Boh, sarà una forma di autodifesa? E chissenefrega.Ti dicevo... ho pensato a quella partita dello scorso anno per un breve momento... e poi l'ho rivista! Incredibile!Stessa noia, stessa vitalità del paziente di stiamoperdendoilpazientedottore!, stesso boh.Però abbiamo fatto un punticino e io non ci sputo sopra: è il mio bicchiere mezzo pieno di oggi.Aspetto martedì con ansia.Ansia... vabbe', prima mi devo riprendere da tutto 'sto torpore.La prossima volta vedrò di farmi attraversare il neurone da pensieri più alati, va'... ufff...Domenica 7 novembre 2010, seraCaro Diario,domenica all'insegna del cinema.Cioè... la mia intenzione era quella di cazzeggiare per tutta mattina, il pomeriggio e la sera, piazzandomi davanti al monitor, con qualche DVD troppo a lungo lasciato ad impolverarsi.È andata diversamente, ma fa lo stesso.Non appena sveglia, ho guardato fuori dalla finestra: “uhm... it's drizzling (2)... e guarda quanti colori... vado a fare un po' di foto!”Detto e fatto: fuori sotto quelle goccioline quasi timide e click click click prima che arrivi la parte incolore dell'Autunno.Tornata a casa ho inserito il DVD nel PC ed ho iniziato a guardare il primo film della mia ideale scaletta.Dopo cinque minuti suonava il telefono, dopo altri cinque di nuovo... vabbe', volevano sapere di Davide.Provo a rimettermi davanti al monitor.Niente da fare: ho sonno, ho ancora sonno, ho ancora sonno per la partita di ieri.E poi... e poi sono distratta da pensieri che... mi disturbano.Ma te ne parlerò un'altra volta.Intanto arriva l'ora di pranzo e poi posso di nuovo mettermi davanti al monitor.Per cinque minuti.Poi mi viene voglia di scoprire se il pavimento nella camera dei bambini c'è ancora e allora vai di vanga e piccone e raccogli, butta, metti a posto, passa l'aspirapolvere, metti quel ragno (che carino) sul balcone e poi... e poi si fa sera.La cena.Un'altra mezz'oretta di film, interrotta dalle più svariate richieste della mia tribù compresa la gatta Kida e poi... e poi è finita la domenica e di “Arsenico e vecchi merletti” (3) ho visto solo l'arsenico. Gli altri DVD? Continuano ad impolverarsi.Intanto ho raggiunto un obiettivo: non pensare al Toro.Le belle balle: ci ho pensato in continuazione, al Toro, e dentro di me era tutto un piovigginare e non mi piaceva, improvvisamente non mi piaceva più la pioggia.Sigh.Forse devo sciogliere ancora un po' la tensione di venerdì... ma sì: dev'essere proprio così.Lunedì 8 novembre 2010Caro Diario,questa notte ho sognato che il Toro giocava.Andava in svantaggio quasi subito (ma tu pensa...) e poi pareggiava per, infine, rimontare.Triplice fischio, standing ovation.Mi voltavo verso la curva, sai che mi piace osservare le persone, ma rabbrividivo.Era tutto sbagliato, il colore era sbagliato, i cori erano sbagliati, tutto strideva.Mi sono svegliata con il cuore in gola.Che roba...Martedì 9 novembre 2010, notte, Torino-Albinoleffe 1-0Caro Diario,alza la sedia.Grazie, Mondo, grazie.E buonanotte.Mercoledì 10 novembre 2010Caro Diario,vero che per un po' non ci sono più infrasettimanali?Ieri sera alle venti e dieci riuscivo finalmente a fare il biglietto per la partita e, ti dirò, i dieci minuti d'attesa in quella specie di coda (una codina, via...) sono stati gli unici momenti di relax negli ultimi giorni: dovevo limitarmi a stare lì senza far nulla. Oh, che roba strana.Vivo sempre sul filo del rasoio, temporalmente parlando, a partire dall'alba fino ad arrivare al momento in cui il materasso mi accoglie e ciao ciao a tutto e a tutti.Tempo.Manca.Sempre.Sarà per questo che non porto l'orologio?Vabbe'... ti dicevo del materasso (quanto gli voglio bene).Che poi io riesca a dormire è un altro paio di maniche... e forse è anche colpa/merito della ventiseiesima (ri)lettura di “Elianto” (4), se la luce rimane accesa e gli occhi corrono sulle parole.Sai una cosa? Non ho visto il goal.Cioè: l'ho visto, l'ho visto bene, il mio fiato sospeso ha accompagnato la palla in rete, ma... boh, subito dopo l'ho dimenticato, ho dimenticato come era stato.Che stranezza.Ero lì con i miei Amici e il Toro vinceva.Non era necessario registrare tutto meticolosamente nel neurone.Ero lì con i miei Amici e il Toro vinceva.Potevo fare pace per un po' con i problemi di tutti i giorni e anche con gli scazzi che sorgono, di quando in quando, senza che li si chiami e li si invochi.Ero lì con i miei Amici e il Toro vinceva.I miei demoni interiori festeggiavano con me e i demoni altrui, quelli di cui mi faccio carico anche se non è mia intenzione farlo, be'... erano a dimorare altrove, forse a tormentare i loro legittimi proprietari.Non era come nel mio sogno, non c'era il colore sbagliato, ero lì con i miei Amici e il Toro vinceva e il mondo (non Emiliano) non poteva più farmi male.Poi ti devo raccontare del signore dai capelli bianchi che mi ha fermata mentre andavo verso il parcheggio.- Mi scusi... che cos'ha fatto il Toro?- Abbiamo vinto!- Davvero? E quanto...- Uno a zero, Rolando Bianchi!- Oh, ma che gioia, finalmente! La ringrazio!- Grazie a lei, arrivederci!- Arrivederci e forza Toro!- Sì, forza Toro!Allora Sabry ha detto: “Ma li incontri tutti tu?”“Sembra che sia così, Sabry, ma come vedi... come vedi non lo faccio apposta...”E ci siamo abbracciate: siamo e saremo sempre due bambine cresciutelle. Cresciutelle e, soprattutto, felici.Uh, ma tu guarda... alla fine ti ho raccontato tutto del signore dai capelli bianchi... come sono distratta... allora poi ti racconterò di aver incontrato per caso mio cugino Dario e di quanto sia sempre sorprendente la casualità, ma non adesso, non adesso...Note:(1) Sta bene. Ogni tanto i figli fanno prendere grandi spaventi, così le mamme hanno la scusa per farsi la tinta ai capelli. E credo di averne bisogno: ho contato undici capelli bianchi in più.(2) Si trattava di quella pioggerellina fine fine che, come consistenza, sta fra la pioggia e la nebbia... non so se esista una parola in italiano per definirla. Pioviggine? No, un po' meno, come intensità. C'è una parola in piemontese che assomiglia tanto a drizzle ed è scarnebbia. Non è un sostantivo, è un verbo e si usa solo alla terza persona singolare.- Che tempo fa?- Scarnebbia.E io so che, uscendo di casa, mi sentirò ancora più a casa.(3) “Arsenico e vecchi merletti”, regia di Frank (Mito) Capra, 1941(4) “Elianto”, Stefano (Mito pure lui) Benni, 1996. Leggetelo. Almeno ventisei volte.