mondo granata

Ti AspettAvo…

Redazione Toro News
di Silvia Lachello  Mercoledì 16 maggio 2012, ieri sera: Toro-Sassuolo 3-0Caro Diario,dov’eri trentasei anni fa?Lontano.Vicino.Lì.Altrove.Comunque lì.E ieri sera...

di Silvia Lachello

 

 

Mercoledì 16 maggio 2012, ieri sera: Toro-Sassuolo 3-0Caro Diario,dov’eri trentasei anni fa?Lontano.Vicino.Lì.Altrove.Comunque lì.E ieri sera dov’eri?Lontano.Vicino.Lì.Altrove.In mezzo al campo.Uh, cazzzzz... questo non andava detto.O forse sì.E chissenefrega.Son sempre lì.Sarò di nuovo lì.Quando?Domenica: mezzogiorno di fuoco (sicuramente pioverà a dirotto)Sai una cosa? Ci siAmo quAsi.Giovedì 17 maggio 2012Caro Diario,non passa.Il tempo.Questo mese sembrava dover correre veloce.Sembrava.È eterno.Sabato 19 maggio 2012Caro Diario,vorrei andar via, vorrei andar via di qua, ma non resisto lontano da te, caro Diario.Che due balle ‘st’eternità... who wants to live forever? Mi no, mi.Domenica 20 maggio 2012, Toro-Modena 2-0 seraCaro Diario,siamo scese dall’auto in assetto da parata: maglia Granata e voglia di A.Eravamo in quattro: la Nonna Olga, la Stefi, Giulia e io.Io che da qualche giorno non respiravo più.Io che ogni mattina, quando passavo da via Filadelfia, non riuscivo più a dire “Ciao, Ragazzi...” senza che la voce mi morisse in gola.Io che avevo spiegato ai miei figli che ero un po’ più nervosa del solito perché patapim e patapam e il Toro e la serie A e così via.Io che mi ero sentita dire dai figli: “Stai tranquilla, per male che vada ci sono sempre i play off...”Io che avevo replicato con voce cavernosa, girando la testa come una civetta poco civettuola o un’indemoniata molto posseduta, NON VOGLIO SENTIR DIRE QUELLA PAROLA INGLESE, CHIARO?Io glielo avevo detto di essere nervosa, che diamine...Io che aspettavo quel momento di cui ero sicura.Io che ero tranquilla e serena (be', non ti è mai capitao di essere contemporaneamente nerovos, isterico, tranquillo e sereno? Allora non sei del Toro), ma non potevo far nulla per far tacere tutto quell’amore.Io che prima di entrare allo stadio ero con altri fratelli figli-muniti e i bambini erano decisamente più composti di noi.Io che a un “Ci vediamo dopo?”, rispondevo con un “Sì, ci vediamo in serie A.”Io che pensavo che quell’amore non potesse sconfinare ulteriormente, ma quando Odu ha insaccato la palla lì, proprio sotto ai miei occhi, mi sono arresa all’evidenza che avevo sottovalutato tutto.Io che non avevo paura perché dovevo concentrarmi per trattenere le lacrime e non avevo abbastanza forza per avere paura.Io che quando De Feudis ha messo il sigillo, ho abbracciato forte mia figlia e non riuscivo a dire altro che “Giulia! Giulia! Giulia! Giulia!” e lei era diventata piccola come uno scricciolo, un po’ spaventata e un po’ no, un po’ orgogliosa e un po’ confusa, un po’ certa di star vivendo un momento particolare e un po’ conscia di non afferrare appieno il senso del tutto.Io che pioveva e la pioggia era giusta.Io che per cercare di far passare il tempo più rapidamente ripetevo come una mantra i nomi delle dita dei piedi: alluce, illice, trillice, pondolo, mellino, alluce, illice, trillice, pondolo, mellino.Io che ho dubitato per l’ennesima volta della mia sanità mentale e che ho avuto le conferme previste: sono del Toro, sono a postisssssssssssssssssimo.Io che conservavo un piiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiccolo angolo di razionalità avulso dalla gloria Granata e dicevo ForzaNapoliAléAlé e poi dopo cucu merlo (che dolci...).Io che mi guardavo intorno e vedevo Persone.Io che andavo verso l’auto e trovavo la flemmatica Stefi che sventolava il suo bandierone sotto una pioggia che non avrebbe potuto fermarci per nulla al mondo.Io che sorridevo e tremavo (sì! Tremavo!) d’orgoglioemozionecommozione quando la Nonna Olga diceva: “Venire allo stadio mi fa venire la schiena più dritta!”Io che guardavo in cielo e sapevo bene con chi stavo parlando e loro, tutti loro, guardavano in giù e sorridevano inteneriti.Io che, ribadisco, non avevo paura e volevo bene a tutti.Io che ero pronta. Da un sacco di tempo. Uuuuuh, da quanto tempo...Io che l’io non contava più un ca§§o, come succede sempre quando vado a vivere il Toro (praticamente sempre), eppure sentivo forte la beatitudine, la spensieratezza, la dolce asprezza, la rude tenerezza, ogni singolo recesso della mia essenza come qualcosa di unico ed era me-ra-vi-glio-so stare lì, proprio lì, in mezzo ad altre unicità seppur cromaticamente analoghe (tutte le sfumature del Granata... wow).Io che sono andata in serie A.BuonanotteE chi ca§§o riesce a dormire...Lunedì 21 maggio 2012, quasinotteCaro Diario,non sapevo se indossarla o meno: in alcuni contesti che mi capita di frequentare non è gradita.La mia t-shirt Granata preferita.Chissà se la indossavo... ovvio che la indossavo.Incontravo le persone ed alcune di esse erano Fratelli e Sorelle.Aprivamo le braccia e ci sorridevamoIncontravo le persone ed alcune di esse erano venute a cercarmi perché “a me il calcio non interessa, ma sono felice per te!”Incontravo le persone ed alcune di esse mi dicevano che “a me il calcio non interessa, ma sono felice per il Toro!”Perché il Toro, caro Diario, sta simpatico.Tzé.Anche quando sta antipatico... il Toro sta simpatico.Noi abbiamo i simpatizzanti, gli altri no.Tié.Noi siamo belli, gli altri boh.Noi ci incontriamo per strada e ci salutiamo.Noi ci diciamo le peggiori cose, a volte siamo poco dignitosi, ma spesso (non sempre, peccato...) ritorniamo sui nostri passi e dirigiamo i cuori nella stessa direzione.Noi piangiamo perché abbiamo sentimenti, abbiamo fatiche sulle spalle, abbiamo tante cose che non si posso misurare con il sistema metrico decimale... perché, fondamentalmente, noi SIAMO e, quasi sempre, riusciamo ad essere PIÙ di quello che siamo.Ti è chiaro il concetto? Sì? Meno male, perché non sono in grado di spiegartelo bene anche se io l’ho capito e l’ha capito anche lui, lei, loro, voi, ecc.Ho i muscoli indolenziti e la voglia di spaccare il mondo: sto bene, dunque.Ma che cosa dico? Sto merAvigliosAmente.Martedì 22 maggio 2012Caro Diario,W IL TORO.Poi ti devo raccontare della voce di mamma e papà alla fine di Toro-Modena, degli appuntamenti a settembre, della scarsa fantasia dei gobbetti, del fatto che - almeno per quest’anno - il Toro non è morto (storia lunga...), ma è vivo (vivissimo) e lotta con noi.Troppo entusiasmo? Oh be’, quello non mi manca mai, ma proprio maimaimai, anche quando il morale è sotto ai tacchi. LaSilvia se ne frega e dice W IL TORO. E chi non la pensa come lei è un gobbo gobbetto, scemino scemetto. Oooooooooooooooooooh.