mondo granata

Tonino Asta

Redazione Toro News
Ricordo come fosse ieri quel piccolo grande giocatore con la maglia azzurra numero 7,

L'articolo che segue risale a circa un anno fa.

Ho pensato che l'occasione fosse giusta per riproporlo.

Buongiorno Toro...ricordo come fosse ieri quel piccolo grande giocatore con la maglia azzurra numero 7, scorrazzare su e giù senza risparmiarsi lungo la fascia destra nell'amichevole Italia-Usa del 13 febbraio 2002. Trapattoni volle premiarlo per una stagione eccellente, durante la quale aveva macinato chilometri su tutti i campi d'Italia, guadagnandosi la stima di tifosi e avversari. Sto parlando di Tonino asta, ovviamente, l'uomo di Alcamo venuto dalla Sicilia a Torino passando per i campi di Saronno e Monza. Fu proprio il tecnico dei brianzoli, il grande ex Gigi Radice, che individuò in lui delle grandi potenzialità e lo segnalò al Toro. Per pochi come per Asta si può parlare, senza tema di smentita, di “cuore Granata”, sia per l'amore viscerale che ha dimostrando e sta continuando a dimostrare (come allenatore dei ragazzi) per questa maglia, sia per le prestazioni fatte sempre senza risparmiarsi. Quando penso all'impegno, alla dedizione, alle maglie sporche e sudate, fatalmente, tra i vari nomi, mi viene in mente quello di Antonino. Che avesse una grande cultura del lavoro lo si capiva dal fatto che appena aveva un po' di tempo libero da impegni pallonari correva subito ad aiutare a mandare avanti il bar di famiglia. Una volta, in un'intervista dichiarò: “Se non avessi sfondato col calcio, avrei lavorato duro come barista.” buon giocatore e grande uomo, non si è mai risparmiato e quando c'era da sopperire ad un limite tecnico con l'impegno e con la corsa, non se lo faceva ripetere; sono moltissimi gli esterni delle squadre italiane che lo ricordano come un incubo. Quando era in giornata sapeva far respirare la squadra guadagnando falli, e al momento opportuno riusciva a trasformare in cross dei palloni che sembravano innocui. Era così Tonino, spingeva guardando avanti fino alla linea e metteva in mezzo rasoiate mai banali; ma al bisogno tornava indietro e si sacrificava per i compagni della difesa. Ho l'immagine , dopo un gol, di un'Asta scatenato che correva all'impazzata a torso nudo usando la maglia come una bandiera da sventolare fieramente. Noi tifosi del Toro amiamo i giocatori come Antonino, perché sono quelli che hanno capito cosa sia il cuore Toro. Giacomo Serafinelli