mondo granata

Torino-Lecce

Redazione Toro News

di Guido Regis

Laigueglia, per chi ancora non lo sapesse, ha accolto per gli ultimi anni della sua vita e visto spegnersi Ferruccio Novo.

E’ un bellissimo paesino adiacente alla cittadina di Alassio con la...

di Guido Regis

Laigueglia, per chi ancora non lo sapesse, ha accolto per gli ultimi anni della sua vita e visto spegnersi Ferruccio Novo.

E’ un bellissimo paesino adiacente alla cittadina di Alassio con la quale costituisce la più bella ed ampia baia del ponente ligure.

La spiaggia di Alassio si interrompe in una lingua di sabbia dalla quale non si può procedere se non via mare o su strada, superando una Scogliera, di nome e di fatto.

Ebbene nel primo tratto di questo lido l’habitat continua ad essere prorompentemente e tremendamente granata.

I bagni Pino sono “ governati” dallo storico e ormai cinquantenne bagnino Giorgetto, vecchio cuore granata perennemente abbronzato, con folta chioma bionda brizzolata, fisico robusto ma asciutto, che dal suo trespolo scruta l’orizzonte, sorveglia i bagnanti, legge la gazzetta dello sport, raccoglie e trasmette informazioni sul calcio mercato estivo granata.

Per tutto il mese di settembre e la prima quindicina di ottobre, ogni domenica o sabato, sta attaccato alla radiolina in attesa di esultare composto per i goals del Toro, o disperarsi, altrettanto composto per quelli subiti.

Minori ma spettacolari le occasioni in cui ci trovammo fianco a fianco in una squadra più o meno seria che giocava qualche torneo sul comunale della città di Alassio.

Ricordo ancora come fosse oggi, una partita proprio del 31 Agosto del 78, pochi giorni prima che il mio ginocchio cedesse definitivamente, eliminandomi dal “firmamento pedatorio mondiale”.

Giocammo un finale contro undici soggetti quasi tutti semi professionisti tra i 25 e 30 anni, con divise perfette simil - pigiamate, riserve, massaggiatori, allenatore e quant’altro.

Noi indossavamo una short bianca sporca, calzoncini di vari colori e non vantavamo nessuno staff tecnico.

A metà del primo tempo subimmo un goal.

Tutto il resto della partita fu un nostro estenuante assalto contro una barricata di spinte, calci e non solo che, per lo meno, procurò l’espulsione di un loro giocatore ad un quarto d’ora dalla fine.

A pochi minuti dal fischio di chiusura ricevetti nel cerchio del centro campo l’ennesimo pallone respinto dalla nostra difesa a quattro. Venni immancabilmente falciato da un avversario di circa due metri, gobbo, dopo che me lo ero come al solito “dribblato”. Questo si avvicinò a mano tesa sorridendo sarcastico, con l’intento un po’ falso di scusarsi ed impedirmi di battere la punizione, come aveva gia fatto almeno altre trenta volte nella partita, trovandomi sempre accondiscendente.

Lo spiazzai in questa mia reazione e mentre lui accennava ad aggredirmi per vendicarsi dell’insulto, calciai la punizione verso Giorgio, dieci metri avanti sulla mia sinistra, e scattai.

Giorgio mi restituì la palla immediatamente mentre io avevo gia superato il laido sgambettatore colto di sorpresa. Finsi di cedere la palla a Claudio sulla mia destra e spiazzando l’altro avversario che mi si era parato davanti lo superai. A quel punto eravamo ad una quarantina di metri della porta, ma il caldo e la stanchezza li facevano sembrare chilometri.

Davanti c’erano ancora sei avversari più il portiere, da superare, e noi eravamo in tre.

I due centrali commisero un errore. Uno si portò sulla sinistra a coprire il terzino che rischiava di essere dribblato come un birillo da Giorgio, l’altro si portò in marcatura su Claudio sulla destra ed io mi trovai a correre da solo nel centro dell’area.

Giorgio mi vide e decise abilmente di crossare di esterno destro una palla spettacolare che avrei raggiunto con un ultimo allungo per infilarla di piatto in rete……ma proprio mentre stavo per arrivare sull’agognata sfera, sentii l’ennesima falciata da dietro del solito laido che nel frattempo mi aveva raggiunto.

Fu un attimo o un eternità, non saprei dire; steso a terra sentii le urla di gioia dei compagni e intesi che l’arbitro aveva concesso il rigore, mi sollevai e mentre i compagni mi venivano festanti in contro urlai,” lo tira Claudio, lui non sbaglia quasi mai, è il più freddo”. Mi saltarono addosso, mi spintonarono mentre io continuavo a ripetere: “ Ok! Ok! Ma ora lasciamo che Claudio tiri il rigore”. Si fermarono interdetti e Giorgio mi disse “ Ma quale rigore….abbiamo segnato?”. Santi numi, mi girai verso la porta avversaria e feci appena in tempo a vedere il portiere che raccoglieva il pallone in rete sconsolato. Aveva rimbalzato sulla mia spalla ed era entrato.

La partita terminò 1 a 1 di li a poco. I supplementari furono un agonia. Benché in nove attaccammo sempre contro i dieci che per di più avevano effettuato tutte le sostituzioni, ma non riuscimmo a segnare. I rigori ve li risparmio. Io e Giorgio li sbagliammo. Segnarono solo Claudio e Nando, l’ingegnere che, ho scordato di dirlo, giocava con dei sandali da frate. Non ricordo quanti ne fecero loro ma sicuramente uno più di noi e “perdemmo” formalmente quella fantastica finale.

Ai bagni Pino e agli Edi oggi, come allora ci sono i giovani indigeni e villeggianti figli dei tanti granata di allora. Si mescolano come allora con qualche interista, milanista o doriano. I gobbi, come allora, se ci sono, stanno sufficientemente in silenzio.

Anche oggi i ragazzi praticano tornei misti sulla spiaggia, ma purtroppo e ingiustificatamente hanno meno spazi liberi di un tempo. Talvolta mi aggrego nostalgicamente con i miei novanta chili e qualche tocco ancora felice. Giorgio ci osserva compiaciuto ma, non so perché, non gioca più. Forse per dovere di “ bagnino” che per quanto non d’accordo, dovrebbe far rispettare la regola che vieta il pallone sulla spiaggia.

Lo stadio di Alassio è stato adibito a parcheggio. Pare ci sia un progetto per ristrutturarlo; si vedrà. Lo stadio di Laigueglia è brullo ed in cima a Colla Micheri, praticamente inaccessibile.

Ci consoliamo con il tifo granata, numeroso ai Pino e fatto di un importante tribù agli Edi, che annovera, oltre al sottoscritto anche gran parte della famiglia Collino.

Ieri, come sempre, durante una partita di inizio campionato e fine estate, la tensione su questa lingua di paradiso ligure si avvertiva.

Il mare era calmo in attesa di agitarsi o appiattirsi del tutto. Alcuni si erano radunati attorno alle radio o alle TV allestite in spiaggia, altri come me e mio figlio, erano saliti in casa a sintonizzarsi sulle “ parabole di proprietà” .

Al primo goal su rigore del nostro piccolo grande capitano, un “ dammi il cinque” con mio figlio, qualche piccola onda in mare, un brusio di soddisfazione dal Corner Beach.

Giorgio si arrotola i capelli sul trespolo, un SMS da Frisco Collino ( occasionalmente unico della famiglia allo stadio) e da due fratelli del Club.

Al goal di Zanetti un primo boato dal Corner Beach e da alcuni alloggi. Giorgio stringe i pugni ( lo vedo dal mio terrazzo), si gira verso di me ma probabilmente non mi nota o non sa che ci sono.

Quando nel secondo tempo segna l’ex traditore ritrovato e fortemente voluto, Rolandinho Bianchi, su stupenda azione da vero capitano di Rosinaldo, Giorgio comunica agitato la notizia ai vicini, il boato da lontano dal Corner Beach si avverte meglio, io salto ed urlo come poche volte accaduto nel campionato precedente, abbracciando come al solito il mio piccolo mito che ormai si sta facendo grande.

Laigueglia granata si sveglia anche in mare dove appaiono le prime onde esultanti. Si acquieteranno poco dopo, in attesa di fare una fugace ma grandiosa comparsata nella tarda serata, al meraviglioso goal dello strameritato pareggio di Gilardino contro i pigiami (manco a dirlo in superiorità numerica).

Sono felice di aver iniziato con una bella conferma delle sensazioni positive che ho “temerariamente” diffuso via internet sin dalla fine dello scorso campionato.

Attendo che non si avveri la cessione dello “zuccone di Guidonia” continuando a ritenerlo molto importante per noi.

Una nota.

Ho letto che qualcuno lo reputa un personaggio calmo e freddo. Dissento.

La mia impressione e che lui debba fare un grande sforzo per controllare la tensione, l’emotività e vincere anche la timidezza.

Continuano le mie sensazioni positive. Se non altro abbiamo vinto la prima di campionato dopo quindici anni e siamo riusciti a non patire contro una squadra senza dubbio più debole.

E’ ovvio che bisogna continuare a stare con i “piedi per terra” e non fare “ voli pindarici”.

Cairo e GDB hanno saggiamente detto una cosa tanto banale quanto vera.

Insegniamo ai nostri ragazzi ad essere altrettanto banali, veri e soprattutto affamati.

Solo così diventeranno dei “tremendi granata”.

Ora hanno altri quindici giorni per allenarsi in questo senso.