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Buongiorno Toro...è il momento di riprendere fiato, ormai è chiaro a tutti. I troppi infortuni e il fatto di essere una squadra che tutti puntualmente attendono con arroccamenti tali da far rimpiangere il più spinto gioco all'italiana, non facilitano le cose. Il Toro è una squadra dalle due facce: insuperabile in difesa e asfittico in attacco. Proprio il reparto avanzato, sabato, ha patito la giornata no di Ebagua. Il buon Giulio, solitamente molto solido e concreto quando si trova al cospetto dei centrali avversari, sabato si è fatto molle e sciupone. Quasi sempre perdente nei contrasti e terribilmente cicala al momento di sbloccare il risultato. La macchina Toro, pur con i limiti dovuti ad un Basha col freno a mano tirato e ad uno Stevanovic evanescente, continua a funzionare. La mole di gioco non è calata, ma ultimamente sfocia spesso su binari morti. Non si vedono verticalizzazioni degne di nota, né dai e vai buca-difese. L'assenza forzata del capitano può essere una spiegazione, ma non una scusa. Come non può esserlo la reiterata incapacità di sfruttare punizioni e calci d'angolo. Se condiamo il tutto con qualche granata eccessivamente innamorato del pallone e del dribbling, ecco spiegato il rallentamento delle ultime settimane. Fin qui le noti dolenti. Per recuperare il sorriso basta guardare le statistiche: Toro ancora primo a più tre sulle seconde (sono diventate due, purtroppo...) e con una difesa d'acciaio. Otto reti subite in sedici partite sono un risultato eccellente ed un trampolino di lancio perfetto dal quale ripartire, possibilmente già dalla prossima in casa.
E' curioso confrontare le prime due della graduatoria: il Toro con la prima difesa ed un attacco da metà classifica ed il Pescara micidiale in attacco ma estremamente vulnerabile. Sono due idee di calcio che si confrontano: l'organizzazione contro la sfrontatezza, la cura dei dettagli contro il puro agonismo. Devo confessare che il dualismo che si sta venendo a creare mi affascina (soprattutto perché davanti c'è il Toro...), perché raramente si trovano due filosofie così diverse a sfidarsi così da vicino. Col terzo incomodo Sassuolo, squadra solida e dall'architettura di gioco pulita ed efficace, imposta da un allenatore che farà parlare di sé. Ma nessuno si illuda: il Toro di Ventura non ha avversari alla sua altezza. Chi storce la bocca per tre pareggi consecutivi, di cui due in trasferta, evidentemente ha la memoria corta.
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