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Io non ci credevo, e poche volte sono stato così contento di essermi sbagliato. L'uno-due al fotofinish di Ciro&Alessio contro il Genoa sono la fotografia di quest'annata imprevedibile, pazza, affascinante del nostro Toro. Non credevo nella rimonta contro i rossoblu come non credevo che ci facessimo battere in casa da Bologna e Samp, per dire, ma non credevo neanche che avremmo riacciuffato il treno che può portarci in Europa. Se vogliamo dirla tutta all'Europa non pensavo nemmeno minimamente prima che cominciasse il campionato.Non eravamo più abituati a un Toro così vivo, una squadra che dopo alcune batoste si è rifatta alla grande con tre entusiasmanti vittorie consecutive, due delle quali in rimonta.Ecco, questa voglia di non perdersi mai d'animo fino all'ultimo è il tassello finale di questo piccolo capolavoro che, piaccia o no, porta la firma di Giampiero Ventura. Avrà pur commesso i suoi errori, il nostro mister, però con un organico tutt'altro che di primissima scelta è riuscito a riportarci tra le grandi di questo campionato, addirittura in credito con la fortuna e con gli arbitri. Ed è merito di Ventura se Cerci ha amplificato il suo genio portando la minimo la sregolatezza, è diventato un campione, insomma, e se Immobile si è trasformato da brutto anatroccolo in cigno goleador. E grazie al mister devono dire anche Darmian, Vives, Glik, Padelli, fino a D'Ambrosio, arrivato sotto la Mole da oscuro panchinaro. Continuate così, ragazzi, con lo stesso spirito con cui sono state affrontate queste ultime tre partite, con la leggerezza di chi ormai non ha più nulla da perdere e con la certezza che quanto potrà arrivare adesso sarà tutto guadagnato. Non facciamoci fregare dalle voci di mercato, a queste penseremo a tempo debito. Ora è più importante la Lazio. Riusciremo a fare risultato? Io, nel dubbio, preferisco non crederci.
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