- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
mondo granata
Stefano Sarti, Camacho come nickname, oltre ad avere una forte passione granata si occupa anche di solidarietà e ha proposto sul forum di Toronews un progetto di adozione a distanza che è stata portata a termine...
"Stefano Sarti, Camacho come nickname, oltre ad avere una forte passione granata si occupa anche di solidarietà e ha proposto sul forum di Toronews un progetto di adozione a distanza che è stata portata a termine grazie alla generosità dei tifosi granata.
"Stefano, com'è nata questa iniziativa?
"“E' arrivata come riflesso di una grande iniziativa fatta dai tifosi granata nella primavera del 2005. In quel momento il Toro aveva un Presidente che non stava lavorando per il suo futuro, tutti i sogni e i progetti si erano arenati e sembrava più la fine che un promettente inizio. Ma i tifosi non ci sono stati e tutti insieme abbiamo raccolto una somma di denaro con la quale abbiamo acquistato una inserzione sul Sole 24 Ore che, provocatoriamente, richiedeva a gran voce che qualcuno ci credesse ancora, una persona che sapesse amare una squadra per la sua storia, il suo coraggio: un vero cuore granata. Non so se sia stata per questa iniziativa, ma quella persona è arrivata e ora il Toro è in Serie A. Dai soldi raccolti era avanzata una certa cifra: ci siamo chiesti come poteva essere utilizzata per dare speranza a chi non ne ha molte. Nel Paese dove vivo era partito già daqualche tempo un progetto di adozioni a distanza a favore di una missione in Brasile, gestita direttamente da ragazzi che conosco e che si recano almeno due volte all'anno là. Quale modo migliore per rendere ancora più grande il cuore granata?”.
"Ci puoi presentare i due nuovi figlioli della comunità granata?
"“Vi posso raccontare la storia di questi due bambini che tanto somiglia a quella di tante altre che al momento stiamo aiutando. Parrebbero storie di miseria, ma in realtà hanno tanto da insegnarci: non hanno nulla, ma un sorriso per tutti sì. Katiane ha 9 anni e frequenta la seconda elementare. Ha sette fratelli. Suo padre, quando lavora, lo fa nelle campagne, mentre la madre si occupa dei figli e, quando c'è la possibilità, aiuta il marito. Abita a Caraibas insieme alla sua famiglia. Il maschietto si chiama Josè Carlos Roberto: ha 10 anni, frequenta la seconda elementare e abita a Facao. Ha due fratelli e il padre lavora nei campi, anche lui quando trova lavoro, mentre la madre ricama e vende al mercato i suo prodotti”.
"Qualcuno ha già raccontato o racconterà loro cosa vuol dire essere granata e la storia del Toro?
"“Loro hanno il cuore granata: hanno la speranza di poter risorgere come ha fatto il Toro. Per ora sanno che è una squadra di calcio: nel prossimo viaggio prepareremo un racconto della sua storia che possa essere comprensibile per loro”.
"Da quello che si è capito leggendo il forum, i progetti dovrebbero aumentare, è così?
"“Le adesioni sono state tantissime e da più parti. L'intenzione non è aumentare le adozioni, ma dare vita ad un progetto che chiameremo "Progetto ToroNews", che abbia l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei bambini: vogliamo dare risposta non soltanto ai bisogni primari, come il cibo, ma riconoscergli il diritto di essere bambini con le esigenze anche di gioco che hanno. Una proposta potrebbe essere la creazione di una sala ricreativa, ma può essere messa a punto soltanto verificandone le reali possibilità di realizzazione sul posto”.
"Alle domande che seguono ha risposto Cristian, presidente dell’Associazione Don Giulio.
"Verranno in Italia questi due bambini?
"“Per il momento non si prevede di far venire in Italia nessuno dei bambini adottati perchè nessuno ha la possibilità di pagarsi il viaggio e comunque dovrebbero venire con i familiari. Per tale ragione al momento non è previsto nessun viaggio in Italia da parte dei bimbi. Anche per problemi logistici”.
"Ci puoi raccontare qualcosa della Missione con cui state collaborando?
"“Parlare della Missione a cui fa capo la nostra Associazione non è facile in due parole, comunque tutto è partito nel lontano 1984, quando a Marzeno èarrivato come parroco don Giulio Liverani, un sacerdote italiano che era stato missionario in Brasile e Argentina per diversi anni e che per motivi di salute è dovuto rientrare in Italia. A tutti i suoi seguaci è aumentato il desiderio di conoscere e fare qualcosa per quel Brasile che egli amava tanto e di cui tanto ci parlava. Successivamente Don Giulio è tornato in Brasile per aiutare, insieme a Padre Louis, le famiglie povere e bisognose che aveva dovuto abbandonare qualche anno prima. Nel 1997 è morto di epatite Proprio nella missione che lui e Padre Louis avevano costruito ad Aquidabà, Visgueiro, Facao tre paesini nel piccolissimo stato del Sergipe che si affaccia sulla costa atlantica. Dopo la sua morte i più legati a don Giulio si sono costituiti come Associazione, denominata appunto "Associazione Padre Giulio" e da maggio di quest'anno siamo regolarmente e legalmente riconosciuti. Il nostro scopo è quello di divenire ONLUS e le premesse ci sono tutte! Tra i nostri intenti c'è soprattutto quello di avere, noi stessi, un rapporto diretto con le nostre missioni andando almeno una volta all'anno direttamente sul posto”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA