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Toro: ottimisti o pessimisti?

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di Giacomo Serafinelli
Redazione Toro News

Buongiorno Toro...il frustrante pareggio contro l'Albinoleffe mette i tifosi del Toro, per l'ennesima volta da quando seguono la squadra, di fronte ad un dubbio ancestrale: ottimismo o  pessimismo?  E' possibile perorare la causa di entrambe le categorie adducendo argomentazioni ugualmente giuste e degne di considerazione.Gli ottimisti hanno dalla loro il primato in classifica, il titolo di campione d'inverno, la migliore difesa del campionato, la presenza in rosa di alcuni calciatori oggettivamente di categoria superiore (uno su tutti il neo azzurro Ogbonna) e un allenatore capace e carismatico.I pessimisti paventano un crollo fisico cui è seguito un vistoso calo delle prestazioni, seguono con angoscia le rimonte implacabili di Verona, Sassuolo, Pescara e Padova, constatano una preoccupante e progressiva sterilità in attacco soprattutto da parte di chi, mi riferisco a Bianchi, di gol è abituato a farne a bizzeffe e denunciano uno strisciante accanimento arbitrale contro le sorti della squadra granata.Voi da che parte state?Certo le ultime prove non aiutano gli ottimisti ad oltranza.La prima partita del dopo festività, attesa come la manna dal cielo per scrollarsi di dosso le tossine lasciate dalle ultime uscite, si è rivelata una trappola in cui il Toro è rimasto impigliato senza riuscire a venire a capo né di sé stesso, né dei generosi ma modesti avversari.È vero: le squadre che vengono a Torino si chiudono a formare dei  fortini inespugnabili e lo stesso hanno fatto anche i seriani, ma è forse questa cosa proibita dal regolamento? Non dovrebbe  una squadra che abbia la dichiarata e sacrosanta ambizione di salire di categoria, essere in grado di espugnarli questi fortini, anziché schiantarsi loro sempre  addosso?  La verità è che da alcune settimane il gioco è involuto e prevedibile e la fitta rete di passaggi non basta più a scardinare le difese avversarie. Se al possesso palla sterile aggiungiamo il fatto che Bianchi, da tre mesi a questa parte, non vede più la porta, ecco spiegato il progressivo sgretolarsi del vantaggio in classifica. Occorre un attaccante che sappia saltare l'uomo e creare superiorità, perché tutto questo portar palla non supportato dalla necessaria lucidità, consente agli avversari di schierarsi e di neutralizzare le azioni offensive. Sperare nel mercato di riparazione, a questo punto, è il minimo.