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L'immagine finale di Toro-Inter ne rappresenta la sintesi. Mentre tutta la squadra va sotto la curva a raccogliere gli applausi, una maglia verde rimane un po' defilata, come se si vergognasse ad andare a far festa con la Maratona. La maglia verde è quella di Padelli, che ha molto da farsi perdonare dopo la pessima performance contro i nerazzurri. Detto questo, non ci passa neanche lontanamente per la testa di crocefiggere il nostro portiere, incappato nella classica serataccia che può capitare a chiunque (pensate a un numero uno a caso che domenica ne ha presi quattro, ad esempio... che goduria!). Che Padelli non fosse un fenomeno si sapeva, ma fino ad adesso, senza infamia e con qualche lode, aveva fatto il suo dovere. Alla lunga, se dovesse fare altre frittate, ci sarà da chiedersi come mai non si sia cercato un numero uno che desse maggiori garanzie, come tutti noi speravamo fino all'ultima ora di calciomercato, ma questa è un'altra storia. Semmai c'è da capire come mai la squadra, che di fatto ha gli stessi punti dello scorso campionato, rispetto alla passata stagione abbia praticamente invertito gli equilibri. Un anno fa di questi tempi il Toro segnava poco e subiva pochissimo, oggi in avanti tutto funziona a meraviglia mentre dietro si prendono troppi gol. Intendiamoci, così ci piace di più: vedere giocare Cerci è una bellezza, e se Immobile agisce nella posizione che gli è più congeniale è una spina per le difese avversarie. Senza contare D'Ambrosio, fenomenale stantuffo sulla fascia, e Bellomo, che potrebbe diventare la sorpresa della stagione. Escluso il derby, questo Toro, complessivamente, diverte. E ora, smaltita la mezza gioia per il pareggio al fotofinish con l'Inter (l'altra metà è solo rabbia, perché match come quelli si vincono), è ovviamente tempo di concentrarsi sul tris di partite che ci aspettano con Napoli, Livorno e Roma. Partite-chiave, perché ci possono davvero fare capire quanto vale questa squadra. Vero è che con l'Inter la difesa era rattoppatissima, ma la sfida per Ventura sarà trovare il giusto equilibrio in campo, dando più solidità dietro e mantenendo la straripante fantasia davanti. Insomma, giusto per concentrarci sul primo dei prossimi impegni, il Napoli è forte, ma presuntuoso. Farà la partita, dovremo imbrigliarlo e agire di rimessa. Concretezza e velocità, impariamo dal Sassuolo che al San Paolo doveva uscire col pallottoliere e invece ha rischiato di vincere. E magari speriamo in un altro Aronica...
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