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Toro primo in classifica

Redazione Toro News
di Giacomo Serafinelli

Dopo quasi due anni è successo di nuovo: Toro primo in classifica.

Ma non è tutto: Toro primo in classifica con il gioco e con il carattere.Archiviato il mezzo passo falso col Cittadella, (a proposito: come mai facciamo così tanta fatica contro questa squadra?) la partita col Varese era la prova del nove: quest'anno siamo “un” Toro o “il” Toro? Devo dire che da domenica sera mi sono rimasti pochi dubbi. L'acqua che è scesa vigorosa ed inesorabile ha operato una sorta di catarsi, eliminando le scorie lasciate dalle ultime disastrose annate, e alla fine ci sono stati applausi per tutti. Non è ancora successo niente, sia chiaro, e la strada da percorrere è lunghissima e piena di insidie, ma in altri tempi non eravamo mai stati capaci di lanciare questi segnali forti, soprattutto quando ci trovavamo di fronte a partite spartiacque. Già, l'acqua, dicevamo. Un Ventura sempre in piedi ha dispensato consigli e grinta ed è uscito dal campo fradicio e felice, spronando i ragazzi ad andare a salutare la Maratona. Bella immagine. Altrettanto fradicio ma di umore diametralmente opposto l'ex di turno, mister Carbone. Ricordo ancora con emozione le sue sgroppate da mezz'ala, con palloni calibrati in area per la testa di Andrea “pennellone” Silenzi. Colpi di testa che molto spesso finivano in fondo alla rete. Tuttavia i commenti di Carbone nel post partita non mi sono piaciuti. Non è vero, mister, che il Toro avrebbe fatto “due tiri e due gol”. Vogliamo ricordare la sequenza di tre tiri nello spazio di pochi secondi, due di Ebagua ed uno di Verdi, ai quali il suo portiere si è opposto da vero campione? Lo so, è brutto ritrovarsi ad essere l'unica squadra che non ha ancora segnato dopo tre giornate, ma guardare le partite con più obbiettività non guasterebbe. Il Toro ha dominato la partita, poteva dilagare ed ha corso solo qualche fisiologico rischio contro una squadra che, a mio avviso, può avere ambizioni di play off. Sono felice per Stevanovic e  per il ritrovato Sgrigna, al quale auguro di essere utilizzato nel ruolo che più gli è congeniale, e continuo a lustrarmi gli occhi per il giovane Verdi, vera promessa del calcio italiano. Bianchi è partito dalla panchina ed è stato messo in campo quando serviva peso là davati: se questo può servire a fargli ritrovare la forma fisica e l'equilibrio mentale, ben venga. Mister Ventura è uno che sa il fatto suo.