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Mi unisco al coro di chi vede questa sosta come una benedizione. C'è bisogno di rifiatare ed è tempo di tracciare i primi bilanci di questa prima parte di campionato. Il ko di Napoli brucia ancora, ma è stato utile per capire dove c'è da lavorare. Due fattori ci hanno fatto ripiombare alla scorsa stagione, e sono due fattori di cui avremmo fatto a meno. Il primo è che non sappiamo gestire il risultato. Inutile ricordare quanti punti abbiamo perso in passato dopo aver subito rimonte. Al San Paolo abbiamo assistito a un film già visto, con la squadra in difficoltà a mantenere non solo in vantaggio ma anche il pari. La speranza, banalmente, è che si tratti di un episodio isolato, ma la fastidiosa sensazione che abbiamo provato nel campionato passato si è ripresentata.
Fattore fastidio che si arricchisce anche dell'arbitraggio, decisamente insufficiente, del signor Massa, che dopo 13 mesi è riuscito a non far dimenticare i pasticci di quel clamoroso Toro-Milan finito 2-2. La partita col Napoli ha confermato lo stato di grazia di Quagliarella ma non la bontà del modulo a due punte. Larrondo continua a essere schiavo dei suoi limiti, e il resto degli attaccanti non danno ancora garanzie. Aspettando il miglior Amauri (se mai arriverà) forse sarebbe il caso di puntare un po' di più su Martinez. Il "Brigante vinotinto" scalpita, ha mostrato bei numeri ma è ancora fumosetto. In coppa a sprazzi si è mosso bene, magari merita una chance in più. Tornare a una punta, quindi? In teoria sì, ma in pratica l'assenza di El Kaddouri nelle prossime due gare toglierà una pedina fondamentale per questo tipo di schieramento. Peccato, peccato davvero. E tutto a causa di un'espulsione evitabile a coronamento di una gara insufficiente. Avevamo auspicato il suo salto di qualità, al momento questa speranza rimane un sogno.
A centrocampo le note più positive sono finora venute dal ripescato Gazzi. Il reparto, lo abbiamo già detto, è sulla carta meglio assortito rispetto all'anno scorso. Sanchez Mino promette bene, in Benassi c'è da insistere, Vives i suoi miracoli li ha già fatti in passato e non si può pretendere la luna. Sta emergendo bene Bruno Peres, Molinaro è incostante, Darmian non è ancora ai suoi livelli: paga gli sballottamenti tra le fasce e uno stato di forma che probabilmente risente a mesi di distanza del mondiale. Diamogli tempo, se lo merita.
Dietro preoccupano l'involuzione di Maksimovic e la brillantezza un po' offuscata di Moretti. Glik tiene bene e la sua squalifica peserà, Bovo ha giocato buone gare ma a causa dei suoi guai fisici non dà pieno affidamento. Jansson ha ben impressionato in coppa, magari il suo momento è vicino anche in campionato. La sensazione, comunque, è di un reparto leggermente annebbiato, ma ancora solido. Tra i pali se vale la legge che deve giocare chi fa vedere cose migliori, allora il rilanciato Gillet non si discute. Ma non perdiamo Padelli per strada.
Tiriamo le somme e nel complesso siamo un po' sopra la sufficienza, ma nulla più. Servono più cinismo e la giusta dose di cattiveria, che non vuol dire rimediare cartellini rossi da gonzi. Serve essere più Toro, insomma, e sappiamo benissimo cosa vuol dire.
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