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Toro: trappole e diottrie

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di Giacomo Serafinelli
Redazione Toro News

Buongiorno Toro...a volte non bastano la grinta, la caparbietà e una coppia di panzer che dalla propria area si catapultano in avanti ad ogni calcio d'angolo. Ci sono giornate in cui le divinità del pallone hanno deciso di sparigliare le carte. Alcuni freddi indicatori  sanciscono una supremazia totale e indubitabile: un possesso palla quasi doppio ed una quantità di calci d'angolo e di tiri in porta di cui ho perso il conto. Eppure tutto questo non è bastato a vincere, tenendo conto del fatto che, spesso, in partite del genere c'è da portare a casa il classico pugno di mosche. Meno male che Iori è tornato ed ha decifrato la partita da par suo, indovinando movimenti e lanci mai banali, su tutti quello che pescato Antenucci il quale, quasi incredulo della fritatta barese, ha lasciato la fascia ed ha riprovato l'effetto che fa quando si è attaccanti centrali e ci si trova faccia a faccia col “nemico” naturale: il portiere. Cinquanta giorni di digiuno sono tanti, ecco spiegata l'esplosione di gioia, condita con la solita affettuosa “scapaccionata” dei compagni accorsi a festeggiare. Il Toro ha spinto forte, a tratti è stato straripante, soprattutto con con Stevanovic il quale, novello Mercurio, saltava gli avversari come avesse le ali ai piedi, tanto che spesso erano le cattive a interromperne la corsa. 

Ma quando si affrontano avversari  che la mettono in rissa salvo poi mostrarsi increduli e sbigottiti ad ogni fallo che viene loro fischiato contro, la tecnica non basta. Occorrono soprattutto due cose:

nervi saldi ed un arbitro con tutte le diottrie a posto. Il Toro non ha bisogno di regali, lo sta ampiamente dimostrando, ma non è giusto privarlo di rigori sacrosanti. Sono almeno due le occasioni in cui sono stati riservati colpi proibiti ai granata nell'area barese. Inoltre un fallaccio su Sgrigna lanciato a rete avrebbe meritato il rosso diretto. Un arbitro più adeguato non avrebbe guastato. Il Bari picchiava duro e a Bianchi sono state riservate le attenzioni più “particolari”. La partita è stata una continua provocazione. Ce ne siamo accorti tutti, allo stadio e a casa: possibile che la terna arbitrale non abbia ritenuto necessario proteggere maggiormente il capitano? 

Questo non giustifica la reazione di Rolando, ad onor del vero più vistosa che violenta, ma assolutamente da evitare.

Dal prossimo turno serviranno più concentrazione e più freddezza, per evitare le “trappole” di cui è disseminato il cammino del Toro verso la A.