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mondo granata
Alzi la mano chi prima del campionato si sarebbe immaginato una coppia-gol granata così bizzarra. D'Ambrosio e Cerci, il difensore cecchino e il funambolo che tutto può, cinque gol in due in quattro partite, cifre che neanche rodati tandem offensivi hanno finora raggiunto. Gemeli sì, ma gemelli... diversi. Danilo e Alessio sono i nostri top player, questo potrebbe essere l'anno della loro consacrazione, e sono due che ci piacciono assai. Il fantasista è più o meno blindato, vediamo di tenerci stretto il difensore in scadenza di contratto, la sua conferma diventa prioritaria già da adesso. A Bologna, finalmente, tutto è andato come doveva andare. Gran prova di gioco, di carattere, e, soprattutto, vantaggio mantenuto fino alla fine senza la beffa negli ultimi minuti. Speriamo davvero che i nostri stiano imparando a gestire i risultati, l'anno scorso abbiamo pagato -senza esagerare- con una decina di punti persi la scarsa concentrazione nell'ultimo quarto d'ora, subendo rimonte e ribaltamenti. Abbiamo subito un "quarto d'ora granata" al contrario, insomma. Dice bene Ventura, che in classifica dovremmo avere dieci punti, ma secondo me -esageriamo- non c'è da scandalizzarsi a pensare che potremmo essere stati a punteggio pieno. Se avessimo avuto quel pizzico di cattiveria (e di fortuna) in più con Atalanta e Milan adesso staremmo a guardare tutti dall'alto. E' pur vero che con i "se" non si costruisce un beato niente, ma abbiamo la consapevolezza che c'è un gioco, nonostante ci sia ancora il timore che ci manchino degli uomini in ruoli chiave. Godiamoci questi sette punti, godiamoci questa posizione che solletica le big e, con la testa e il cuore alla partita che ci attende, permettiamoci pure il lusso di pensare in grande. Sì, perché Torino-Verona ci riporta a quella fenomenale stagione 1984/85, forse la migliore dopo lo scudetto. Altri tempi, ma che ricordi! Quel Toro, quel grande Toro di Radice, Junior, Serena e Dossena è scolpito nella memoria di tutti noi, finì secondo proprio dietro gli scaligeri. I due match con i veneti furono combattutissimi, con una vittoria per parte. E negli occhi ho ancora un gol in rovesciata di Serena al Bentegodi. Questo ricordo può essere una molla per fantasticare e per quel pensare in grande che non deve però farci perdere il senso della realtà. Dobbiamo sognare, guardare in alto, ma senza vaneggiare e rimanere con i piedi realisticamente ben piantati per terra. Entusiasmarci, ma non farci fregare dall'euforia dell'entusiasmo. Col Verona come col Bologna. E, ancora di più, con lo stesso spirito, anche contro quell'altra squadra con cui giocheremo domenica prossima...
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