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mondo granata
Mi sono ritagliato questo piccolo spazio, Fuoriarea, raccontando lo “spirito” granata per mezzo di libri, dischi, film, poesie, aneddoti... Solo ogni tanto esprimo un parere tecnico perché sono un tifoso che scrive e non un giornalista che tifa. Ma stavolta ho voglia di farlo e dunque mi perdonerete. Così, tanto per vedere l’effetto che fa.
Dunque: per me le cose non vanno poi così male. Mi affretta a spiegarmi, prima che la metà di voi mi riempia la pagina di commenti pieni di ammirazione del tipo “tornatene alla tua biblioteca del c...”.
Ecco, quello che voglio dire è che credo i problemi siano del tutto risolvibili.
Non manca la condizione. Non manca l’unità d’intenti. Non mancano i giocatori che possono farci tornare dove vogliamo (nel dire questo, faccio il paragone con gli altri: a meno di non voler considerare superiore l’organico dell’Ancona). L’attacco c’è, se servito. La difesa c’è, se coperta...
Il problema è la disposizione tattica del centrocampo. Per quel che si è visto fino ad ora, penso che la squadra debba giocare sempre e comunque con due mediani veri, di ruolo, oltre al regista. Se no il regista va in crisi e funge pure da ammortizzatore sociale, catalizzatore delle bestemmia di un popolo alle prese con la più grande crisi economica degli ultimi ottant’anni. Ma non è detto che la colpa sia solo sua: non dico della crisi economica, ma anche solo del suo improduttivo barcamenarsi in mezzo al campo. Poi si può scegliere tra un vertice alto in grado di contenere tipo Belinghieri (io preferisco così), o un esterno tipo Gasbarroni o Leon. Ma questi qui tutti assieme, nemmeno in trasferta sotto di un gol.Le partite si vincono spesso negli ultimi venti minuti: il fatto di averli a disposizione, dove gli altri hanno magari dei primavera, è una grandissima risorsa: farli giocare per forza, può essere un grandissimo problema.
Tutte le volte che abbiamo levato un mediano per fare posto a un fantasista, l’unica fantasia che si è sprigionata è stata quella dei tifosi che, in attesa che toccassimo palla, immaginavano bestemmie ogni volta diverse. Così giocando, blindatissimi a centrocampo, abbiamo fatto una grande partita con la Reggina e una buonissima partita con il Lecce. A Trieste, sotto di un gol per un incidente, abbiamo troppo presto ceduto alla tentazione di affidarci a un poeta e non abbiamo più trovato il pallone per mezzora (figuriamoci le rime).Altra pecca. La squadra è lunghissima, sempre (se mi sentite: è tanto difficile salire, là dietro?)
Infine, la mentalità offensiva è una risorsa, l’ideologia offensiva è un limite: in vantaggio a Frosinone, in casa con il Lecce, a Cesena per Grazie Ricevuta, bisognava chiudere la partita in difesa, spiacevoli e rancorosi, sparacchiando palloni verso il pubblico pagante (o imboscato, è indifferente). Detto questo, credo che siamo abbastanza forti per vincere il campionato. Ma non per giocare a viso così aperto. Bisogna boxare, non andarsene in giro con la guardia bassa e gli occhi pesti cercando il colpo del kappaò.Non è detto che ce l’abbiamo. Per il resto, l'ho detto, ho fiducia.
Un abbraccio a tutti, Marco
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