mondo granata

Tra aspettative e attese…

Redazione Toro News
di Fabiola Luciani

E'una di quelle parole logore per il troppo utilizzo. Alla parola aspettativa ci si appoggiano infatti un po’ tutti, dall’insigne sociologo al serio economista. La usiamo molto anche noi, che in fin dei conti siamo solo modesti, anzi, beceri tifosi. Che cos’è che ci ha spinto ogni domenica negli stadi di tutt’Italia se non l’aspettativa? E che cos’è che ci ha fatto amare così tanto il calcio, il nostro Toro, se non l’analogia tra la parola “aspettativa” e la parola “attesa”?Ne parlo oggi dopo l’ennesimo campionato sofferto, con la conquista della salvezza acchiappata alla penultima giornata, che ci ha tenuti tutti col fiato sospeso. Ora, ci saranno tre lunghissimi mesi di pausa e di giornate concitate di calciomercato nelle quali accadrà di tutto e di più. O no?Andiamoci piano.Già l’anno scorso aspettavamo tutti con ansia il nuovo corso di Novellino, con la squadra rivoluzionata nel suo organico e invece è andata come è andata, con una squadra in carenza nei ruoli chiave, con un età media in alcuni elementi da dopolavoro e con un tasso tecnico elevato solo in alcuni elementi della rosa. In poche parole, mal congegnata ed ingarbugliata nella sua ossatura. Purtroppo non poteva che finire così.Ed è questa la prima aspettativa incongrua che ci ha ingannato. Anche se per poco.

Buffa quindi l’aria di sorpresa e delusione dei nostri vertici. Siamo riusciti a farci prendere in giro anche dallo slogan: “...quest’anno ci divertiamo!!”. Come no? Se non è fulgido esempio di aspettativa incongrua anche questa, non sapremo proprio come descriverne una che descriva meglio una siffatta situazione.E, per finire, anche la nostra di aspettativa incongrua. Quella di noi tifosi granata.Quella che, ed è molto che la mandiamo in giro, cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Cambiando l’ordine forse no, ma cambiando i fattori hai voglia se cambia!

Insomma è dura la vita del granata: quando si gioca perché si gioca e quando non si gioca perché si parla. A pochi giorni dall’inizio ufficiale della campagna acquisti già siamo in pieno marasma, senza aver ancora smaltito del tutto una stagione a dir poco deludente. E se il tifoso cerca conforto in qualcosa, non gli viene certo in supporto la carta stampata che continua a sfornare, perlomeno al momento, situazioni e giocatori insostenibili.Con le dovute proporzioni, sembra di essere tornati indietro con il tempo, rinverdendo i fasti dei bei tempi del Mago Herrera o di Radice per fare un esempio, quando si puntava tutto sul carisma dell’allenatore, proponendo nel contempo una discreta sequela di giocatori discutibili.Insomma, si va dal festival degli sconosciuti alla festa nazionale della Croce Rossa passando per burle e “calembour” in pieno stile goliardico.In altre parole: “si ride per non piangere!”.

Nelle varie categorie dell’animo nelle quali oggi è possibile riconoscere il tifoso del Toro, si va infatti dal passatismo senza speranza, all’esultanza di ritorno senza passare per il via, e noi compassati e sognatori stiamo a fare i conti con la pazienza.Oddio, i nomi che si sono sentiti fino ad oggi, sono buoni per la serie B e non per una squadra che vorrebbe mantenere un dignitoso posto nel calcio che conta. E’ opinione di noi tifosi granata, infatti, che una cosa sono gli investimenti ed un’altra è cercare di svoltare la giornata puntando tutto su quello che potrebbe essere e che non si sa se mai sarà.

Andare al Casinò, con l’accento sulla “o”, non significa automaticamente diventare milionari.E lo dico con la consueta pacatezza perché GDB, che spero prima o poi si manifesti in qualche modo come fece ai tempi dell’improvviso arrivo di Oguro, non può essere da solo la nostra garanzia.Dando per scontato il raggiungimento nel prossimo campionato della salvezza ( il che sappiamo non è assolutamente scontato ), l’allestimento della squadra in questa campagna acquisti ci darà l’esatta cifra della prossima stagione granata. Perché dovremo prima o poi anche cominciare a fare qualche bilancio se non vogliamo rischiare di trovarci l’anno prossimo punto e a capo, no?Ci sono alcuni giocatori che abbiamo provato in diverse occasioni, ai quali sono state fornite delle “chances” e che hanno dimostrato ampiamente di non essere da Toro.Tre acquisti di giocatori veri e di una certa caratura tecnica, un manipolo di giovani promesse e la conferma delle nostre “stelline” sono il “cip” per sederci con qualche possibilità al tavolo buono del prossimo campionato.Il “Progetto” definisca inoltre, se la politica dei prestiti senza diritto di riscatto e dei parametri zero degli ultratrentenni ha un suo senso, quale sono i criteri della sua applicazione e quali siano, in maniera molto concreta, gli obiettivi che ci si prefigge.Se si vuole essere grandi bisogna pensare in grande.Se non si può essere grandi bisogna non prendere per i fondelli i tifosi.

Per l’abbonamento infatti potrebbe non bastare l’opzione che preveda la consegna a casa della tessera portata direttamente a mano dal nostro Capitano, oppure il ritratto del nostro Presidente con il dito medio rivolto ai cuginastri.Tra le aspettative più incongrue ci sarebbe quella di attendere che il tempo, e il “culo”, facciano il loro corso, un po’ come è avvenuto quest’anno e anche l’anno prima.Però, ahinoi, seppure in epoca di piercing, i tempi dell’anello al naso sono finiti! Non ci rimane che attendere. Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.