Michele Ferrero curerà ogni giovedì una rubrica nella quale il tifo granata cercherà di fondersi con l’obiettività e l’approfondimento tecnico. Tra presente e passato, anche i lettori saranno invitati alla discussione, con la loro competenza ed i loro sentimenti.
mondo granata
Tra cuore e ragione
Intervista e presentazione a cura di Mauro Saglietti
Lo guardi e dici: “Questo qui è del Toro”.E non ti sbagli. Ha gli occhi di chi ha combattuto mille battaglie, l’espressione magari sofferta, che tuttavia ti sembra ricordare che uno come lui non si arrenderà mai.Ho conosciuto Michele di recente grazie suo libro, uscito a novembre, che a mio parere è la vera rivelazione in fatto di editoria granata. Leggendolo ho avuto la sensazione di parlare di Toro, e della nostra vita, con qualcuno che frequento da sempre.Ho convinto io Michele a chiamare la rubrica Passione Toro come il libro, perché le sue pagine, scritte da un tifoso vero ma competente, sono davvero particolari e mai retoriche. Sono felice che la redazione l’abbia coinvolto, e credo che l’immediatezza del suo stile ed il coraggio delle sue opinioni possano interessare e far discutere gli amici di Toro News.Michele, benvenuto a Toro News !Grazie e ciao a tutti. E ringrazio la redazione che mi ha proposto di collaborare affidandomi questa nuova rubrica. Cercherò di esserne degno, di… onorare la maglia.Il fatto che potrebbero leggermi tifosi del Toro da un lato mi tranquillizza, sono fratelli di virus, ma dall’altro mi preoccupa: sappiamo tutti quanto noi tifosi granata siamo esigenti…Vorrei subito precisare che sono un tifoso come tutti, e che il fatto che parlerò di calcio non vuol dire che ne capisca di più degli altri… semplicemente mi sbilancerò in prima persona, col coraggio dell’incoscienza, e con passione.Di cosa tratterà questa rubrica?Cercherà di cogliere e sottolineare alcuni aspetti tecnici della squadra granata, che potrebbero sfuggirci durante la visione della partita, nel corso della quale noi tifosi ci facciamo inevitabilmente prendere dall’emotività e condizionare dal risultato finale. Quindi in caso di sconfitta proveremo a vedere insieme come e perché il campo è arrivato ad emettere questo verdetto, magari evitando di buttare via gli aspetti positivi della prestazione granata, mentre in caso di vittoria cercheremo di non esaltarci troppo individuando attentamente dove si sarebbe potuto fare meglio. Nei limiti del possibile, ovviamente.Allora sei costretto a vedere la partita due volte, perché anche tu sei tifoso!Esattamente. Per la verità è una cosa che faccio per conto mio da tanto tempo, perché sono un appassionato di calcio a 360 gradi. Quando sono allo stadio registro sempre la partita dalla tv e poi, esaurita l’adrenalina, la riguardo con calma ed attenzione il giorno dopo, tornando indietro diverse volte a rivedere da dove nascono gli episodi chiave. Che non sono solo quelli che hanno determinato il risultato, che sono sotto gli occhi di tutti per merito dei servizi filmati, ma sono anche quelli dove non è successo nulla ma dove sarebbe potuto nascere qualcosa di molto importante se solo un tocco di palla fosse stato diverso.Un aspetto che non ha nulla a che vedere con la cronaca.Certo che no. La cronaca si trova su tutti i giornali del lunedì e sui siti e tutti già la conoscono. Ma spesso anche chi la scrive si fa condizionare dal risultato finale. Quando una squadra vince nelle pagelle tutti i voti sono oltre il 6 ed il mister di turno è un mago, mentre se perde fioccano le insufficienze e l’allenatore finisce sulla graticola, anche da parte dei tifosi. I media vendono un prodotto, e chi deve scrivere tutti i giorni per mestiere deve confezionarlo in modo che il prodotto non perda mai d’interesse. Faccio un altro esempio: nel giorno dell’esonero di Zaccheroni e del ritorno di De Biasi le attenzioni di tutti noi si sono concentrate sulla vicenda per ore e ore, i giornali hanno venduto di più il giorno seguente, i siti hanno avuto un’impennata di contatti. Io che scrivo per passione racconterò agli amici di Toro News esclusivamente quello che vedo. Non solo: siccome il mio punto di vista vale come il vostro, vi invito alla discussione, a “leggere” la partita per poi confrontare i nostri pareri. Il Toro siamo noi non è una frase fatta, è la realtà, quello che pensiamo noi tifosi (i consumatori del prodotto, per chi ci vede anche scopi commerciali) dovrebbe contare più di tutti gli altri. Dico questo senza nessuna polemica con i giornalisti, che fanno il loro mestiere, alcuni di loro anche con competenza e imparzialità.La rubrica è quindi abbastanza legata all’attualità…In linea di massima si, se ci sono spunti interessanti. Chiaro che se prendi 5 gol come a Firenze è superfluo raccontare qualcosa. In questo caso mi rivolgerò al passato, dove il discorso tecnico viene mescolato con il cuore, con i nostri ricordi da tifosi. Proporrò per esempio una rivisitazione tecnica dei vari ruoli in base ai giocatori granata che li hanno interpretati negli ultimi 30 anni. Ed anche in questo caso la mia valutazione sarà solo una traccia, perché i lettori di Toro News potranno intervenire con le loro preferenze: è stato più forte Ferrante o Rizzitelli? Angloma o Mussi? Lo stesso discorso vale per le partite: giocammo meglio con il Real Madrid o con il Mantova? Il calcio è di tutti, il Toro è nostro, nel nostro cuore: ciascuno di noi ha le proprie motivazioni, tecniche ed emotive.Che tipo di tifoso sei, nei riguardi per esempio dei giocatori o dei gruppi di tifosi?Sono attaccatissimo al Toro nel senso della maglia granata, non tanto ai personaggi come invece poteva capitarmi da giovane. Non pratico il divismo nei confronti dei giocatori: vederne uno e parlare con lui, quando capita, per me non significa quasi niente. Da bambino era diverso, se vedevo Pupi pendevo dalle sue labbra, poi c’era Mozzini che abitava a casa mia e quando invitava i compagni avevo il Toro in casa, era stupendo. Allora però c’erano anche personaggi più meritevoli di tanto amore, oggi meno. I giocatori passano, come pure i presidenti e gli allenatori, resta solo la maglia granata. Quella sì, la venero ancora.Per quanto riguarda i gruppi di tifosi, oggi che vado verso i 40 anni non appartengo a nessun gruppo organizzato. Ho però a casa vecchie tessere di tutti i tipi, dagli Ultras ai Korps ai Leoni, ai Doors e tutti i gruppi possibili. Ho fatto tante trasferte dall’80 al 94, delle quali conservo gelosamente tutti i biglietti. Non dimentico certo quel periodo, e non manco di comprare dagli Ultras qualche sciarpa o gadget, perché sono contento che esistano. In fondo all’anima un po’ dei loro eccessi mi è rimasto e nel caso riguardi l’atteggiamento antiJuve, di certo non me ne vergogno.Quanto incidono il Toro ed il calcio nella tua vita privata?Fin troppo, me ne rendo conto, anche se questa domanda dovrebbe essere posta alla mia compagna, che dopo 4 anni rimane ancora stupita e sconcertata da quanto il Toro condizioni la vita di un tifoso passionale come me. Per me è ormai una cosa normale e scontata. Il condizionamento però è pesante, ma non è tanto la differenza di umore in caso di vittoria o sconfitta, ma la tensione se c’è il Toro che gioca oppure no. Nel giorno in cui gioca tutto il resto passa in secondo piano, di andare altrove non se ne parla. Ogni tanto me ne vergogno, ma non riesco a farci nulla, è come una patologia, sono malato di Toro. E di calcio in genere: vedo moltissime partite, italiane ed anche di campionati esteri. Per fortuna Paola ha pazienza e lascia correre, ha capito che non può togliermi il calcio, e per questo mi ritengo fortunato. Oltre al calcio adoro i cani, e questa passione la possiamo condividere. Abbiamo un labrador che va d’accordo con tutti … meno che con i dalmata!Perché sono bianconeri…. come ti relazioni con gli juventini, hai amici tra di loro?Amici è una parola grossa. Mi relaziono male! Non ho amici gobbi, salvo rare eccezioni. Buoni conoscenti sì, ma se poi vado a vedere non è loro che frequento quando posso scegliere con chi andare a cena. I miei migliori amici guarda caso sono granata. Tendo a legare poco con i gobbi, è una questione di mentalità, perché il loro atteggiamento di superiorità finisce con l’estendersi poi a tutto il resto. E poi la loro commiserazione, la falsa sportività, quel loro dire che il Toro lo vorrebbero in serie A per fare un bel derby, per la città di Torino. Non lo sopporto. Per tutta la vita si sono mostrati sportivi perché non hanno avuto bisogno di essere tifosi. Speriamo che la B abbia insegnato loro qualcosa, ma ne dubito, li sento già preoccupati per la squadra del prossimo anno nel caso non fosse subito da Champions League.Hai giocato a calcio, giochi ancora o fai altri sport?Ho giocato a calcio da dilettante in varie categorie, ma pesando 70 kg bagnato è meglio che guardi giocare il Toro. Però in uno spogliatoio di calcio ci sono stato e questo mi permette di vedere le partite potendo capire cosa sta succedendo, per me va già bene così. A calcetto ho giocato fino a tre anni fa perché i piedi erano dignitosi, ma adesso che le ginocchia e la schiena scricchiolano gioco solo più a tennis. Cerco di farlo a livello abbastanza agonistico perché per me lo sport vuol dire anche competizione: solo tramite quella lo sport ti da la misura di come stai col fisico e con la mente. E’ un grosso rammarico non giocare più a calcio, ed ammiro molto chi ancora riesce a giocarlo in età avanzata, e si prepara fisicamente per continuare a giocare. A me è mancata la forza, non solo fisica, anche di volontà. Sono diventato molto presto uno sportivo da bar stadio. Tornassi indietro cercherei di non smettere.Adesso ti faccio ricominciare io. Ho un gruppo di amici e tutti i sabati giochiamo !Per contattare Michele Ferrero
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