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mondo granata
di Silvia Lachello
Sabato 21 gennaio 2012, Cittadella-Torino 1-1, seraCaro Diario,alcuni si chiedevano se fosse davvero morto e festeggiavano, altri si chiedevano se fosse davvero morto e prendevano atto, altri ancora erano concentrati sulla partita e solo esclusivamente su di essa.E mentre le voci si sovrapponevano, andavamo a tombolare... cioè, no: a pareggiare al Tombolato, che non è il participio passato di Tombola altrimenti avremmo portato a casa tre punti, ma quell’uno io non disdegno e quindi patapìm patapàm.Oh capperi.Non siamo più primi in classifica.Accidentaccio.Sento puzza di Lega Pro.Perdincibaccolina.Tu dici che non devo preoccuparmi troppo?E allora non lo faccio, però... però.Però forza Ragazzi.Domenica 22 gennaio 2012Caro Diario,mi è capitato di andare dall’altra parte della città, nel pomeriggio.Faceva quasi caldo, il clima era da chiacchiera tranquilla e da passi da contare a centinaia, mi piaceva l’idea di bighellonare un po’ con mia figlia.Non so bene perché, ma ci siamo trovate in corso Vittorio e, cammina cammina cammina, mentre ciacolavamo come due comari, improvvisamente ho fatto silenzio e mi sono fermata.- Che cosa succede, Mamma?- Lo vedi quel palazzo, Bulli?- Sì, che cos’è?- Che cos’era, vorrai dire...- E va bene... che cos’era? [nota per futuri genitori: approfittare della condiscendenza dei pargoli finché ne fanno uso e prima che diventi sbuffo e occhi per aria]- Era la sede del Torino Calcio...- E poi?- [digrignando] E poi non lo è stata più.- Certo che tu sai proprio tutto sul Toro...- [sorridendo intenerita] No, Bulli, io so poche cose sul Toro...- Be', ne sai tante, quindi sai proprio tutto sul Toro, secondo me.- OK, va bene: grazie e...- ... e forza Toroooooooooooooooo!!!Il pensiero è andato ad una mattina in cui portai mia madre lì, proprio lì: doveva acquistare i biglietti per una partita infrasettimanale (metafora che sta per: l’andata della finale di Coppa UEFA).La lasciai al limitare di una coda che, già di primo mattino, era chilometrica e, ripartendo a bordo della scassatissima 205 rossa che mi avrebbe condotta in ufficio, la guardai per qualche secondo dallo specchietto retrovisore: era dritta e determinata, era l’immagine di ciò che avrei voluto essere da grande.Forse ci sono riuscita un po’... non lo so: per fortuna da queste parti, in Silvialand, non si usa stilare pagelle, la meritocrazia è un concetto che si esclude dal pensare, si osserva attentamente l’esistenza e la si vive per quella che è.E poi, qualche via più in là, ecco che ci viene incontro Diego con il suo giubbotto Granata.Riconosco prima il giubbotto della sua voce e della sua figura familiari.Scambiamo due parole e se avessimo avuto delle figu ci saremmo scambiate pure quelle. Invece ci diciamo robe del tipo "Io ne ho perse due quest’anno", "Io una", "Con chi è la prossima in casa?", "Razzo, non me lo ricordo, che stordita..." e poi un abbraccio, un buffetto sulle guanciotte di Giulia.Abbiamo ripreso a camminare e dopo un centinaio di metri, mentre parlavamo di alberi, giocattoli, libri e gelati, ho esclamato: "La prossima in casa è col Vicenza, Bulli! Prima andiamo a giocare a Varese e poi ospitiamo il Vicenza!""Controllerò sul mio album delle figurine" ha chiosato la bertuccia, dimentica della condiscendenza espressa precedentemente.Che io mi sentissi al settimo cielo te l’ho già detto? Oh be', tanto lo sai...Lunedì 23 gennaio 2012Caro Diario,il derby.Giacomo è un bravo ragazzo, ma è gobbo.Giacomo è gobbo, ma è un bravo ragazzo.Giacomo è Giacomo, via... e oggi mi ha detto che ha voglia di derby. Anzi: che ha voglia di derby fino ad avere noia del fatto che ci sia il derby.Non un derby ogni qualche lustro... Giacomo vorrebbe avere due derby secchi a campionato più eventuali concioni coppitaliesche, soprattutto vorrebbe sapere che per due volte l’anno se la farà sotto perché, nonostante gli anni e le vicende abbiano seppellito il Toro altrove (no, caro Diario, non commetterò l’errore di dire "lontano dal posto che ci spetta"... nulla spetta mai a nessuno), quella roba lì - la paura - ormai ce l’hanno nel DNA. Alcuni di loro lo ammettono. Loro. I conigli. Gli asini a strisce. I pigiami. Quelli.Però a Giacomo mi viene da volergli bene perché ha capito.Ha capito il Toro.Rimane gobbo, ma ha capito il Toro.Il Toro e il suo valore aggiunto.A volte NOI ce ne dimentichiamo.Credo.Forse.Boh.Il derby.Manca tanto anche a me.Martedì 24 gennaio 2012Caro Diario,alcuni ragionano meglio con la morte nel cuore e sono quelli che traggono nutrimento da catastrofi passate, presenti e future, e a loro dico che perdere la Fede (Granata) o metterla in dubbio paventando nuovi Armageddon... be’, è come la corazzata Potëmkin: una cagata pazzesca.Ci sono anche altri che ragionano meglio con la morte nel cuore ma, in questo caso, sono quelli che hanno bisogno di estreme sofferenze per rivalutare le piccole bibi e sentirsi bene nonostante, nonostante tutto, nonostante se stessi, e a loro dico che esistono anche compromessi fra posizioni lontane e che un compromesso non necessariamente compromette (sic, adesso tiro fuori la matita blu) l’integrità di un essere umano, neppure se si tratta di un essere umano del Toro.Poi ci sono quelli che oggi compiono gli anni e dunque: auguri, Melissa :-) [Hai visto? Te lo avevo detto che ti avrei fatto gli auguri in un posto speciale ^_^]Infine ci sono quelli che diconoscrivonopensano tante parole e poi le condividono e alcuni sono contenti, altri no, altri ancora boh.Tutti tifano Toro.Ci sono anche quelli che non tifano Toro, ma chi se ne frega: cavolacci loro. Olé.Poi ti devo raccontare di quel bimbo gobbo che qualche anno fa giocava nei Pulcini del Toro ed era pure Capitano... l’ho incontrato per caso giorni fa e mi ha detto: "Non sono più il Capitano e non gioco neppure più nel Toro... ma del Toro ci sono diventato e allora: forza Toro!" e quindi, per oggi, non aggiungo altro.
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