mondo granata

Tutto scorre

Redazione Toro News
di Giacomo Serafinelli

Buogiorno Toro...oggi i bar non sono più fumosi come un tempo, e capita sempre più spesso che il rumore delle palle da biliardo che cozzano tra di sé venga sostituito dal vociare di televisori ultrapiatti sempre accesi. Questi focolari post moderni sono quasi sempre sintonizzati su partite di calcio. Ve ne sono ogni giorno e ad ogni ora, da ogni angolo d'Europa. E poi, se l'Europa non dovesse bastare, c'è sempre il Sud America che viene in soccorso di chi vuole placare questa atavica fame di pallone. Un torneo Apertura o un buon Clausura non si negano a nessuno, mentre i pochi biliardini rimasti (in provincia ve ne sono ancora, lo giuro) accumulano polvere e nostalgia. 

Non di solo calcio vive l'uomo! Si dirà. Confermo e approvo. Infatti l'etere riempie i bar di cestisti d'ogni dove, rugbisti dell'Oceania e pugili che non si accontentano più delle sole mani, ma che gonfiano come zampogne gli avversari a suon di ginocchiate e calci in faccia. Il bello è che la saturazione collettiva sembra di là da venire: il calcio perenne non stanca mai e lo sport ne costituisce valido corollario. Ma vi sono delle eccezioni meritorie. Di recente mi è capitato di   conoscere il presidente di uno sparuto ma simpatico Toro club del centro Italia. Mario, così si chiama, fa il barista e proprio il suo locale è la sede del club. Ma, udite udite, nel bar il televisore non è sempre acceso, per il semplice motivo che non c'è. In compenso ci sono due vecchi flipper e alcuni mazzi di carte così piegate e ingiallite da sembrare delle piccole tegole. Da Mario nessuno chiede un cocktail, ma potete star sicuri che, se vorrete, vi servirà un prosciutto notevole ed un rosso schietto.  Appeso alla parete un gagliardetto sfrangiato e arricciato in fondo, ricorda i tempi in cui il Toro aveva vinto solo sei scudetti ma non aveva conosciuto tutte le retrocessioni degli ultimi anni.

“E per le partite del Toro come fate?” non ho potuto fare a meno di chiedere.

“Quando si può si va allo stadio, ma sempre meno, perché non siamo più giovanotti. Sennò tutti a casa mia: due spaghetti e forza Toro!”

Ci credete se vi dico che mi sono commosso?