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Redazione Toro News
di Walter Panero Lunedì 12 settembre 2011. Novantatreesimo minuto.  “Ma non può succedere che per una volta il Toro segni all'ultimo secondo?” dice la Doriana tenendo il telecomando nella mano destra. Intanto,...

di Walter Panero

 

Lunedì 12 settembre 2011. Novantatreesimo minuto.

 

“Ma non può succedere che per una volta il Toro segni all'ultimo secondo?” dice la Doriana tenendo il telecomando nella mano destra. Intanto, il cronometro segna 47’50” e la palla ballonzola a centrocampo dando l’impressione che la partita sia morta e sepolta da tempo.

“No!...A noi non succede mai…non lo meritiamo….e poi non è da Toro vincere così…” rispondo scuotendo la testa mentre la palla va verso il nostro numero sette che la calcia in mezzo all'area.Il solito cross inutile,penso. Ma in fondo è giusto così. Penso pure che è proprio dura avere in casa una Doriana, anche se (strano ma vero) simpatizza per noi da un sacco di tempo ed ha visto molte più partite del Toro di quante ne abbiano seguite tante persone che gridano a destra e a manca di essere dei nostri. E’ dura soprattutto quest’anno. E’ ancora più dura quando qualche intelligentone della Lega ci fa giocare contemporaneamente di lunedì sera, costringendoci a mille acrobazie con telecomandi ed internet che salta. E’ dura sentire lei che esulta per i gol di Bertani e di Pozzi, e tu sei lì a soffrire ogni volta che la palla arriva verso Coppola, ogni volta che Angelo si fa saltare, ogni volta che Guberti e Steva si impantanano nei loro dribbling, ogni volta che Rolly e Sgrigna non riescono a graffiare. E’ dura pareggiare, rischiare di perdere, quando in casa tua esultano.

“Eppure dovrà succedere prima o poi…”

La palla spiove in area e viene respinta dalla difesa.

“Macché….vedrai che adesso fischia la fine e….”

“Basta, Doriana!” penso ma non dico. Hai vinto, che cosa vuoi ancora? Ma non la conosci la nostra storia? Eppure c’eri anche tu a quel derby in cui il maiale francese….eppure, anche se non eri allo stadio, l’avevi vista anche tu quella partita in cui…sì....te la ricordi bene quella sera? Te lo ricordi quel....

 

Mercoledì 9 giugno 2010. Stadio Olimpico di Torino. Novantetreesimo minuto e oltre.

 

“Gooooooooooooooooooollllllllllllllll....”

Un boato sovrumano ricopre tutto lo stadio. C'è chi urla come un pazzo. C'è chi saltella come un indemoniato. C'è chi cerca i propri amici per abbracciarli. C'è chi abbraccia chiunque. C'è chi ride. C'è chi piange. Subito sono incredulo e rimango lì, quasi come paralizzato. Poi, dopo qualche frazione di secondo, mi volto verso gli amici, i soliti amici, e mi sciolgo in un abbraccio che sa di gioia e di commozione.

“Non ci posso credere.....una volta è andata bene anche a noi!....” grida qualcuno.

“Doveva pure andarci bene una volta nella vita....” ribadisce qualcun altro.

“Sì....doveva andarci bene una volta...” penso mentre abbraccio il Polacco.

Sono attimi. Lunghissimi attimi, ma attimi. Attimi nei quali ho la sensazione che se ne sia andata. Si sia allontanata. Sia svanita come d'incanto.

L'ho sentita per la prima volta, anche se facevo finta di ignorarla, in questi giorni mentre andavo al lavoro con l'autobus e leggevo su molti giornali certe dichiarazioni dei dirigenti dei nostri avversari: “Questo è l'anno buono....siamo noi a meritare la promozione ed essa non potrà sfuggirci....nell'anno del centenario è giusto che....”. L'ho sentita ancor più distintamente oggi pomeriggio quando, uscendo dall'ufficio con lo zainetto “da viaggio” in spalle e la sciarpa al collo, mi è capitato di incontrare diverse persone che conosco e che, pur non tifando per noi,  mi facevano gli auguri dichiarandosi certi che ce l'avremmo fatta: “Non potete rimanere un altro anno in B....il posto del Toro è la serie A....”. Ma chi l'ha detto? Che ne sapete voi della serie B? Quante partite avete visto quest'anno? E soprattutto: che ne sapete voi del Toro?L'ho sentita quando, sceso dal treno, mi avvicinavo a piedi allo stadio tra i fratelli con la sciarpe e tante facce da gobbi che ci guardavano con quell'espressione mista di sdegno e di sufficienza che solo i gobbi sanno avere.L'ho sentita là fuori mentre mangiavo un panino e vedevo passare le facce dei fratelli che arrivavano allo stadio: piene di speranza quelle dei bambini, piene di sofferenza quelle degli adulti, piene di ricordi bellissimi ma sempre più lontani quelle degli anziani.L'ho sentita mentre salutavo Alessandro.....e Massimo....giornalisti.....fratelli. Stasera soprattutto fratelli, pieni di speranza e sofferenza anche loro.L'ho sentita appena entrato nello stadio e l'ho visto tingersi sempre più dei nostri colori e riempirsi come manco quando giocano quegli altri in Champions. “Ma la sentite anche voi?” continuavo a ripetere agli amici. Loro facevano di no con la testa. Ma come fanno a non sentirla? Mauro....sì forse Mauro la sta sentendo. Ma lui non è qui con me. Chissà dove diavolo si sarà ficcato!L'ho sentita alla lettura delle formazioni quando l'urlo dello stadio cresceva e neanche l'odore dei fumogeni riusciva a coprirla.L'ho sentita fortissima dopo due minuti di gioco, quando quello con la maglia numero 16 e la faccia inconfondibilmente da gobbo ha colpito con una manata il nostro Capitano.L'ho sentita quando l'arbitro ha fatto finta di non vedere che ci stava il rigore ed anche l'espulsione, visto che eravamo in area e che il colpo era indubbiamente volontario.L'ho sentita quando lo stesso giocatore di prima ha continuato per tutta la partita ad insultare, menare, fare falli a ripetizione e l'arbitro continuava a non intervenire.L'ho sentita quando, seguendo il suo esempio e comprendendo che l'arbitro avrebbe lasciato correre qualsiasi cosa, i compagni del numero sedici hanno continuato a metterla in rissa. L'ho sentita sempre, questa maledetta puzza di bruciato nell'aria che mi segue da giorni. Ovunque. Mi sposto. Ma lei è sempre lì. Non se ne vuole andare. Per nessun motivo.

Ma ora mi sembra di non sentirla più. Sì, forse stavolta se n'è davvero andata.Rachid, con i suoi riccioli ribelli, è entrato da pochi minuti. Non è certo un fenomeno, Rachid. Tutti sanno che quando il Mister lo butta in campo è perché siamo quasi disperati. E non può che essere così, visto che il tempo passa, non riusciamo a segnare e dovremmo cercare di vincere 'sta benedetta partita se vogliamo ancora sperare in qualcosa. Rachid non è un fenomeno, ma stavolta la indovina. Gasba la lancia lunga, lui che non è una scheggia riesce a fregare il difensore in velocità, e poi la tocca con freddezza alle spalle del portiere che si dispera. Rachid esulta. E con lui tutto lo stadio. Il suo gol potrebbe essere la svolta dell'intera stagione. Il suo  gol potrebbe entrare nella storia. Quei bambini laggiù, che ora saltellano felici, ne parleranno addirittura ai loro figli di questo gol. Del gol della svolta. Del gol della promozione.Certo ci sarebbe ancora il ritorno. Ma se la puzza di bruciato se n'è davvero andata, nulla ci potrà fermare.

Rachid esulta con le braccia alzate. Ma a un certo punto si ferma. Con gli occhi pieni si stupore si porta le mani sui fianchi. Resta senza parole, mentre i suoi compagni, che prima erano corsi ad abbracciarlo, ora si spostano e vanno a circondare l'arbitro.

“Ma còme? A l'ha nen dalu?....” (1)

“L'ha annullato....ma perché?”

“....In tele parlano di una leggera trattenuta....”

“Mach a nui.....” (2)

Già. Solo a noi. Ai gobbi lo avrebbero dato, come avevano dato quel gol in fuorigioco al novantaquattresimo in quel derby là. Gli abbracci intanto si sciolgono. Le urla di esultanza tornano indietro alla ricerca delle gole da cui erano uscite pochi istanti prima. I sorrisi di gioia si trasformano in ghigni di ironia e di rassegnazione. Le lacrime di commozione diventano pianti di amara rabbia. I bambini si stupiscono. I più anziani no.

Mentre in campo i nostri ragazzi circondano l'arbitro e ne succedono di tutti i colori, io abbandono lo stadio. La puzza di bruciato è tornata. Fortissima come non mai. Quasi insopportabile. Nauseabonda. Una puzza che mi toglie le forze. Che mi impedisce di fare qualsiasi cosa. Una sensazione che ormai sia tutto scritto si impossessa di me e mi porta via ogni speranza. C'è ancora il ritorno, dice qualcuno. Ma che ritorno? Che diavolo di ritorno ci può essere se tanto ormai la puzza di bruciato ha contaminato tutto?

La puzza di bruciato perdura e ristagna  nei giorni successivi. E diventa, se possibile, ancora più forte.Fanno di tutto per tener fuori il nostro Capitano che rischia di essere cornuto e pure “mazziato”. Un ex allenatore fallito e pure gobbo lo accusa di aver bestemmiato con quel modo di fare senza vergogna tipico dei gobbi. Maledetto lui e tutti i gobbi, zio cane!Pochi tentano di fare qualcosa per denunciare quanto sta accadendo. D'altra parte stanno per iniziare i Mondiali dove la Nazionale dei gobbi si appresta a difendere un titolo vinto quattro anni prima alla maniera dei gobbi. Che glie ne frega di noi che, a loro dire, siamo quattro gatti?Forse molti non sentono la puzza di bruciato come la sento io. O se la sentono se ne fregano. O sperano ancora che se ne vada, così come è venuta.Ma la partita di ritorno va esattamente come deve andare. Cioè perdiamo, meritando di perdere. E tutti fanno di tutto per farcelo notare: “Avevate ancora la possibilità di giocarvela e non ci siete riusciti....adesso che volete ancora?”.Peccato che lo dicano, ma nessuno li sente perché sono tutti impegnati a ripararsi dalla puzza di bruciato. I giocatori e i tifosi in maglia azzurra, anche quelli che questa partita non avrebbero dovuto giocarla per il loro comportamento intimidatorio durante l'andata, festeggiano insieme ai loro simpaticissimi tifosi. Non la sentono, la puzza di bruciato che ha infestato anche la loro città. Ma tornerà. Tornerà di sicuro e la sentiranno eccome, perché sono certo che gli si ritorcerà contro, prima o poi.

 

Lunedì 12 settembre 2011. Novantereesimo minuto e tre secondi.

 

“....Roooollyyyyyy….sììììì….sììììì….sììììì….zio cane!”

Il Grande Capitano. Alla faccia di tutto e tutti. Alla faccia di quelli che: “è un paracarro!”. Alla faccia di quelli che: “bisogna toglierlo!”. Alla faccia di quelli che: “guadagna troppo e non ne è degno!”. Alla faccia di quelli che: “bisognava venderlo!” Alla faccia di quelli che: “rimane qui perché non lo vuole nessuno!”. Vorrei essere lì ad abbracciarti, Capitano!Ma sono qui e abbraccio la Doriana, la donna della mia vita, quella che sopporta tutti i giorni me e la mia malattia per il Toro. E devo dire che va benissimo così.Lei che lo aveva detto. Lei che se lo sentiva. Lei che aveva previsto tutto. Ebbene sì, anche il Toro può vincere a tempo scaduto! Anche il Toro può avere un pelo di fortuna! Anche il Toro può vincere così!Anche il Toro può!

La puzza di bruciato, quella che sentivo fortissima un anno e passa fa, sembra essersene davvero andata. Sarà solo un attimo, oppure è proprio cambiato il vento e non tornerà più?Lo spero di tutto cuore, ma non riesco a dimenticarmela. No, proprio non ci riesco. Ce l’ho attaccata al naso. Ce l’ho impregnata nei miei ricordi. Ce l’abbiamo dentro di noi. Ve la ricordate, fratelli? Te la ricordi, Capitano? Te la ricordi, Angelo? Voi eravate in campo quella sera: immagino che pure voi non ve la siate tolta di dosso. Immagino che ne parlerete con i vostri compagni che quella sera non c'erano. Immagino che lunedì, quando vedrete quelle maglie davanti a voi, darete ancor più di quello che avete dentro.La vittoria di Vicenza è stata esaltante, ma ora è tempo di guardare avanti. Di dare il “bentornato” a Torino alle care “rondinelle”. Di scacciare una volta per tutte quella terribile puzza di bruciato. Di mostrare che l’aria è davvero cambiata.Da parte nostra, non vediamo l’ora che ci venga data la possibilità di sintonizzare ancora una volta le nostre gole su quel “tutti a casa alè….tutti a casa aleeee….” che già era stata la colonna sonora finale di Toro-Varese.

Forza ragazzi!Forza Toro sempre, comunque ed ovunque!

 

(1) “Ma come? Non l'ha dato?”(2) “Solo a noi”

 

 

Mercoledì 9 giugno 2010. Torino Stadio Olimpico.

TORINO - BRESCIA 0-0

TORINO: Morello, D'Aiello, Loria, Ogbonna, Antonelli (al 63' Statella), Genevier, Barusso, Rubin (al 71' Garofalo), Gasbarroni, Scaglia (all'82' Arma), Bianchi. A disposizione: Gomis, D'Ambrosio, Pestrin, Coppola. All.: Colantuono.

BRESCIA:Arcari, Mareco, Bega, Martinez, Rispoli, Vass, Baiocco, Budel, Dallamano (al 46' Zambelli), Caracciolo (al 78' Kozak), Possanzini. A disposizione: Viotti, Berardi, Manzoni, Cordova, Hatemaj. All.: Iachini.

Arbitro: Damato di Barletta.Marcatori: -

Spettatori: 25.346 paganti per un incasso di 350.450 euro.

Note: Calci d'angolo 8-2 per il Torino, recupero 2' pt, 3' st. Ammoniti Mareco, D'Aiello, Gasbarroni, Barusso per gioco scorretto, Martinez per comportamento non regolamentare. Espulso Budel al 91' per doppia ammonizione. Presenti all'Olimpico circa 600 sostenitori del Brescia. Con 25.346 paganti si registra il record stagionale di presenze all'Olimpico, e per l'occasione anche il record di affluenze dello stadio per una partita tra Torino e Juventus, Champions League e campionato compresi. Mareco e Budel, diffidati, salteranno per squalifica la partita di ritorno di domenica a Brescia.

 

 

Ce la ricordiamo tutti, purtroppo, quella partita del giugno 2010. Ma chi volesse rivederne una sintesi può cliccare qui: