mondo granata

Un banale cambio di sillaba

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di Silvia Lachello Giovedì 14 maggio 1992Caro Diario,maggio è passione, da qualunque lato lo si veda, qualunque sia il significato della parola passione.Patimento fisico.Sofferenza prolungata.Sentimento dominante.Amore violento...
Redazione Toro News

di Silvia Lachello

 

Giovedì 14 maggio 1992

Caro Diario,maggio è passione, da qualunque lato lo si veda, qualunque sia il significato della parola passione.Patimento fisico.Sofferenza prolungata.Sentimento dominante.Amore violento e sensuale.Parzialità.

Ieri sera... che cosa posso raccontarti di ieri sera? Di una “qualunque” sera di maggio?E' stato un cammino lungo, è terminato come doveva evidentemente terminare, non riesco a contenere la rabbia e neppure la meraviglia.Che cosa dirti? Che ho ancora la febbre? Che sono rimasta come una scopa sul balcone a guardare i miei mentre salivano in auto con il mio fidanzato per andare a vedere la partita non so bene dove? Che nonostante io avessi la febbre (la febbre! A maggio! Fuori fa un caldo bestia ed io stessa sono una centrale termonucleare!) mi hanno abbandonata a casa ad affrontare... provo a spiegartelo.Ma sono ancora arrabbiata.Con il passato.Perché ormai non torna più, vero? Maledizione.

Ho messo il pigiama con i gatti, quello che teoricamente porta fortuna, maledizionemaledizionemaledizione, la vestaglia granata.Lo so, fuori faceva e fa un caldo bestia ma io avevo ed ho i brividi: ma si può avere la febbre in questa stagione??? Vabbe'...Sono rimasta sola con il mio pigiama e la mia vestaglia ad affrontare Ajax-Torino.Sola.Io e la scatola magica.Ho fatto finta di niente finché non sono rimasta sola, ho fatto finta di non contare i minuti, anche quando il collegamento con Amsterdam era già iniziato.Dai dai dai.Un fazzoletto in una mano, la bandiera nell'altra.In un sera di maggio.Ma facciamo un passo indietro... anzi: qualche passo indietro. Qualche passo indietro in quella specie di astronave in cui giochiamo 'in casa'. Quanto mi mancano gli scalini del Comunale... è assurdo: ho nostalgia di uno stadio.

Questa è la storia, si intitola UEFA.

Inizio ottobre. Luna Calante. Reykjavic.Una formalità. Spero di andare in Islanda prima di compiere trent'anni... è uno dei miei sogni.

Fine ottobre. Luna Piena. Boavista.Mai sofferto il freddo così allo stadio nonostante la doppia mutanda, la calzamaglia, i calzettoni, le due maglie di lana grossa, il parka. Mai. Odio la Continassa. Lì si danno incontro i venti freddi di tutto l'universo e serpeggiano dentro e fuori..

Metà dicembre. Quasi Primo Quarto di Luna. AEK.Ed ho iniziato ad osare di sperare e non più di disperare.

La festa del papà, dunque marzo. Luna Piena. BK.Ciao anche al BK. Una splendida consapevolezza gioiosa si impossessa di me. Ma taccio, taccio ancora.

Intermezzo gustoso: Noi contro i gobbi, inizio aprile. Come un sorbetto. Un doppio sorbetto: uno all'arquebuse ed uno al limone. Mmmmmmmm...

Metà aprile. Luna Piena. Fermati. QUELLA Luna Piena. Se un giorno avrò dei bambini racconterò loro di quella Luna Piena. Mi sembrava di sentirla scorrere nel sangue. E di sentirla scorrere nel sangue di tutti quelli che erano lì. Te lo dico con due parole: Real Madrid.Anzi con tre parole:1) Ciao2) Real3) MadridCIAO REAL MADRID! Prepariamoci per la finale. Noi. Finale. Sssssssssh...

Fine aprile. Quasi Luna Nuova, quindi Luna Calante. Non mi piace la Luna Calante. Ajax.Difficile. Brutta partita. Tribuna, non sono riuscita ad andare in curva. Giuro che non andrò mai più in tribuna. Piuttosto starò fuori dallo stadio. Ajax, ti dicevo, e tutto il timore di dover smettere di sognare e di sperare che rigurgita. Acidamente.

Arriva maggio. Con i suoi sogni, con i suoi... te lo dico dopo.Ora ti racconto di ieri sera, della mia febbre, del mio pigiama, della mia vestaglia, della mia solitudine. Maledizione.Vorrei anche raccontarti della sostanza di cui son fatti i sogni ma finirei per strappare le pagine su cui non riuscirei a raccontare altro se non della sostanza di cui son fatti i legni. Maledizione.Ecco: arriva maggio con i suoi sogni ed i suoi legni.Un po' come nella morra cinese: le forbici vincono sulla carta, la carta vince sulla pietra, la pietra vince sulle forbici.Ieri i legni hanno vinto sui sogni.Bene.Anzi: male. Ma un po' me lo sentivo.Non lo so... da quando abbiamo assaggiato la B due anni fa ho spesso addosso un senso di incompiutezza... come se fossi lì lì per toccare l'oggetto dei miei desideri e mi venisse scippato da un uno spirito burlone.Una metafora della mia vita. E' per quello che non voglio più desiderare nulla. Mi lascio vivere dalla vita e via così.Lo spirito burlone... ma non abbiamo già pagato abbastanza in termini di scherzi del destino?Ma sì... non so perché mi dispero: in fondo ho tutta una vita davanti a me, anche il Toro, questo Toro,  ha futuro.Sì, sicuramente è così: avremo delle belle soddisfazioni, torneremo ad essere Grandi, non potremo mai scomparire nell'oblio... siamo più belli degli altri, siamo davvero i più belli, abbiamo storia, abbiamo sofferenza, SIAMO.La nostra storia è solida e nodosa come le mani dei contadini, è il raccolto dell'estate, è premessa, è promessa... guarda il nostro colore: dice tutto. E' caldo, liquido, morbido, perentorio.Mi piace vestirmi di granata. Mi esprime. Mi mette allegria. E' l'unico colore con cui riesco a sostituire il nero con cui mi annullo solitamente negli abiti. E' un segnale per il mondo. Non so se mi piace questo mondo... non l'ho ancora deciso. So che il Toro è una solida certezza, altro che sogni...

Mi perdo in altri discorsi. Mentre qualcosa si è messo fra noi ed il nostro sogno.Legno.Evidentemente gli Dei stavano giocando a Scarabeo: la O e la E hanno lo stesso valore ma la L vale più della S. Meglio la sillaba LE della sillaba SO. Che insieme formano SOLE. E mi consolo pensando a quella Luna Piena che illuminava la marea granata e la faceva salire sempre più in alto, sempre più in alto, durante la partita contro il Real Madrid.Sai, sono nata granata ma il magone di essere del Toro mi è venuto con gli anni e non so neppure spiegartelo.E' come se stessi mettendo da parte lacrime da spandere con gli anni. Una sensazione dolorosa e piacevole al tempo stesso. Chissà che cos'è...E poi ti devo raccontare della telefonata di Marco, il mio amico che è gobbo solo per farmi rabbia, ma non adesso, non adesso...