di Fabiola Luciani
mondo granata
Un bELVISto per il futuro
Toro mio, oggi ti ho amato profondamente.
Ebbene sì, ti ho amato e andrò controcorrente nonostante la sconfitta. Non sarò prolissa e scriverò poche parole quest’oggi, perché la contabilità ha sentenziato i tuoi limiti ma non i tuoi confini, e il messaggio segreto del tuo divenire accarezza il domani.
Ti ho amato mentre spremevi le ultime gocce di energia, ed io con te a contorcermi sulla sedia elettrica nella mia freddolosa postazione in perenne sofferenza.
Hai tracciato un solco insuperabile tra il fango che abbiamo alle spalle e il giardino che ci ospiterà, perché i tuoi affondi incidono il futuro.
Hai mostrato ai ragionieri della pedata il coraggio della tua partita doppia; sconfitto sul campo e vincente nel cuore.
Si dirà ... sì, ma i punti?
I punti verranno come ben sa il contadino che semina il grano misurando la luna e la pazienza.
Quando cuci la tela del tuo gioco, noi che sappiamo, si resta muti, attenti, fiduciosi, perché il lampo è imminente e solo gli scettici stupiranno.
Lasci intendere che solo vincendo ti placherai, e perdere così non è morire.
Oggi ti ho amato profondamente perché temevo di coglierti debole e impaurito contro la corazzata, ma la pavida ero io che mi tappavo gli occhi per non soffrire, mentre tu cercavi di danzare in campo, più col cuore che con le gambe, il “Cigno” di Tchaikovsky.
Ti ho visto saltare incitando gli infedeli, e il precipizio, che pure brucia assai, si fa più lieve.
C'è un'altra partita che giochi ogni volta, che non distribuisce punti, ma accredita riscossa morale: il tuo modo di mostrare il Toro sul petto è il nostro orgoglio e la tua occasione per farti ammirare, e anche invidiare per quel piglio coraggioso che offre la catarsi all'immagine ferita.
Oggi ti ho amato profondamente perché mi hai rappresentato, perdente ma non vinto, battuto ma non sottomesso, ingenuo ma coraggioso e il vederti così umano, gravido della fatica di vivere e rapinato dei tuoi meriti, è stato come ritrovarmi.
Il bilancio assegna le colpe ma non distingue fra auto-goal e tiri della domenica o chi ha i goal nell’aria però non gli riescono per via dei legni nemici. Ma la cronaca è debole rispetto al messaggio che impregna l'aria quest’oggi: questo Toro è l'esitazione rilevabile tra un “prima” e un “dopo”; questo Toro è il sussulto di chi forse ha compreso che la felicità non sta sulla cima, ma nell'energia che serve per arrivarci.
Ora ci vuole coraggio e determinazione per Chievo e Lazio … due partite per riprendere la nostra corsa interrotta.
Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA