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Un disco da Oskar

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MARCO PERONI Succede che vuoi recensire, aiutare per quel che ti riesce l’ultimo disco di un gruppo per il quale da sempre provi simpatia, e le parole non ti vengono come le vorresti perché quel gruppo ha fatto dello stile una missione, e...
Redazione Toro News

MARCO PERONI

Succede che vuoi recensire, aiutare per quel che ti riesce l’ultimo disco di un gruppo per il quale da sempre provi simpatia, e le parole non ti vengono come le vorresti perché quel gruppo ha fatto dello stile una missione, e tu di stile ne hai inseguito sempre un altro. Succede che ci provi, ma il tuo background è fatto di dischi di gente spettinata, malvestita e ricurva, e sei a disagio come se un grafico di dischi New Age (“rilassati con il suono della foresta, cinguetta nella tua pausa pranzo assieme agli stormi di uccelli irlandesi”, ecc.) dovesse fare di colpo la copertina di Tom Waits.Poi succede che apri quel disco, lo scarti come un regalo e dentro il libretto ci trovi due spiritosissime pagine di un altro per cui provi da anni grande simpatia, uno scrittore, Giuseppe Culicchia…

Ora, perché dovresti sbatterti a fare qualcosa che un altro ha già fatto molto meglio? Ti perdoneranno se per questa settimana fai un passo indietro e lasci Fuoriarea in mano a uno più bravo e conosciuto. Speri con tutto il cuore che i tifosi-lettori ne usciranno incuriositi, che in tanti avranno voglia di ascoltare le canzoni che girano Come un pugno chiuso, l’ultimo bel disco degli Statuto.“Esistono, tra i tifosi della Curva Maratona, quelli che per tradizione si danno appuntamento il sabato in Piazza Statuto. In Piazza Statuto si va possibilmente su una Lambretta originale del 1967 in perfette condizioni e provvista di cromature abbacinanti oltre che di quattordici specchietti retrovisori, canticchiando tra sé l’intera colonna sonora di Quadrophenia, dagli Who alle Ronettes. Il problema, guidando la Lambretta e allo stesso tempo canticchiando, è uno solo, però diviso in due: in primo luogo, quali che siano le condizioni climatiche (vento, pioggia, uragani, tornado, El Nino, tsunami) non spettinarsi; in secondo luogo, quali che siano le condizioni climatiche (vento, pioggia, uragani, tornado, El Nino, tsunami), non spiegazzare in nessun modo gli indumenti che si indossano. (…) Eppure, non si capisce bene come, in Piazza Statuto tutto ciò riesce anche con una certa qual disinvoltura, in osservanza al celebre motto GRACE UNDER PRESSURE, o Eleganza Sotto Pressione, che poi non è solo la regola di vita dei Mods ma anche quella di Ernest Hemingway. (…) per quanto un tantino maniacali per ciò che riguarda la cura dei particolari, e nonostante quella loro fissa per gli specchietti retrovisori, i Mods di Piazza Statuto sono però gente a posto. Primo perché alcuni di loro, appartenenti a un gruppo tra lo Ska e il Soul di nome STATUTO, non sono solo riusciti anni fa a presentarsi sul palco del Teatro Ariston in quel di Sanremo per cantare un pezzo intitolato Abbiamo vinto il Festival di Sanremo senza che il loro stile mod-ernista ne venisse minimamente intaccato dal blob circostante, ma hanno anche dedicato numerosi loro pezzi e un intero album al Toro; secondo perché i Mods di Piazza Statuto tifano Toro, Toro, Toro. Sempre e comunque.E non è cosa da poco” (Giuseppe Culicchia).

Un abbraccio a tutti, Marco