mondo granata

Un fagottino tutto granata

Redazione Toro News
di Mauro Saglietti

Le ultime immagini sono un qualcosa di confuso che galleggia sull’acqua e si allontana da lei, mentre il laghetto si colora del sangue che le riempie gli occhi. Neanche lei capisce più cosa sia.I fuochi artificiali si riflettono nel laghetto e nei suoi occhi spenti, mentre una canzone muore con loro.

 

- Brutta gatta da pelare, eh? – disse l’investigatore anziano.- Lasciamo stare. Meno male che ci lamentavamo del fatto che eravamo sempre senza casi! – osservò l’investigatrice Lily, scuotendo i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo.- Cosa abbiamo esattamente?- Gli operai addetti ai lavori per la nuova fontana si sono imbattuti in un vecchio pozzo – si intromise l’investigatore giovane - Deve essere un vecchio canale di scolo risalente ai lavori per Italia ’61. Hanno trovato questo…L’investigatore anziano guardò sotto di sé, puntando la luce della torcia sul fondo del pozzo.C’erano ossa umane, ospiti di quella tomba da chissà quanto.- Non è l’unica brutta notizia della giornata – disse l’omone sospirando – La nostra Responsabile mi ha appena comunicato la sua intenzione di dismettere la nostra piccola Sezione… Fate recuperare le ossa dalla Scientifica, sempre che non dismettano anche quella.

 

- Ma come…? Non è possibile! Noi? Noi tre? – domandò Lily il giorno seguente, all’interno del loro piccolo ufficio nella Centrale di Polizia.- Lo sai come è fatta… – rispose l’investigatore anziano. Pare che abbia ricevuto pressioni dall’alto. Una Sezione per casi irrisolti sepolta tra le scartoffie e con un PC che va a carbone… A chi vuoi che importi…? Piuttosto! Abbiamo novità sul nostro amico scheletro?- Hmmm… osservò Lily di mala voglia – Il referto medico è appena arrivato. Non è uno scheletro, ma una scheletra. Una donna, età presumibile 23, 24 anni. Morta da una cinquantina d’anni, più o meno. Il cranio presenta tracce di un colpo subito, forse indipendente dalla caduta. Potrebbe essere stata la causa della morte, ma la diagnosi ovviamente non è certa. Diverse ossa rotte, impossibile stabilire quando, se prima della caduta o in seguito ad essa. Ci sono tracce di quello che un tempo è stato sangue, non molte a dire la verità. Forse era già morta quando fu gettata nel pozzo. Per le altre analisi ci vorrà parecchio tempo. Fine delle trasmissioni.- Qualche corrispondenza con reperti radiografici in archivio?- Archivio ? Ah ah… spiritoso! – rise la donna – Quale archivio negli anni ’50?- Quindi… tutto qui? – la incalzò l’investigatore anziano – E i documenti? L’identità?- Et voilà! – disse l’investigatore più giovane, gettando una cartellina sulla scrivania dopo aver fatto irruzione nell’ufficio. - Il nostro scheletro ha un nome! Ileana (omissis), 24 anni, vista l’ultima volta l’8 ottobre 1961, domenica. Disse al marito che usciva. Non fece più ritorno. Ragazza di buona famiglia, era sposata da tre anni.- Familiari? – domandò l’investigatore anziano.- I genitori sono morti da anni – riprese il giovane – Il marito è vivo invece. Si è rifatto una vita e una famiglia. E’ un avvocato importante, famoso, molto stimato. Non esercita più da tempo, ma ha lasciato lo studio legale al figlio…- Bene, non ci resta che…- Aspettate, non è tutto. Questo era in una delle tasche. – L’investigatore giovane aprì la cartellina e mostrò loro due buste di plastica, al cui interno erano contenuti un piccolo brandello di tessuto e un pezzo di carta.- Che cosa sono? – domandò curiosa Lily.- Questo è il biglietto di ingresso per l’esposizione di Italia ’61, data 8 ottobre 1961…- Lo stesso giorno della scomparsa!- E questo… a giudicare dalla “T” abbozzata, direi che è un lembo di una bandiera… Una bandiera del Torino…L’investigatore anziano si batté una mano sulla fronte.- No! Proprio il Toro! La Responsabile odia quella squadra…- Perché? Sara mica juventina?- No, odia il Toro e basta. Andiamo bene! Comunque, da dove cominciamo?

 

- Sono contento che abbiate ritrovato Ileana… - disse l’anziano uomo, alto e smagrito, guardando fuori della vetrata della finestra… La vidi uscire di casa una mattina e non fece ritorno mai più… Quanto tempo! Ho sempre pensato che fosse scappata via e invece…- Com’era il vostro matrimonio? – domandò l’investigatrice.- Potrei rispondere con un eufemismo e dire “fantastico”, ma sarei ironico. In tutta sincerità credo che Ileana non mi abbia mai amato. Io non ero certo presente, lavorando mattina pomeriggio e sera, e lei aveva tutta una serie di grilli per la testa. Canzoni, balere, amicizie e calciatori! Aveva solo quello in mente… Io non ero certo un marito modello ed ero troppo… come dire? Inamidato nel mio ruolo – disse agitando un braccio. Lily notò un guanto che doveva nascondere una protesi all’arto inferiore - Ma avevo un nome da rispettare. Non potevo certo permettere che la moglie di un avvocato trascorresse tutto il giorno dietro ai calciatori o a fare la poco di buono in giro per la città con… con la sua amica Elisabetta la fioraia, o con altri uomini.- Vuol dire che Ileana aveva un’amante?- Io… voglio solo dire che le sue amicizie la stavano portando distante dai doveri di una moglie… Prelevava quantità di soldi sempre più ingenti dalla banca, Dio solo sapeva che fine facessero quelle cifre…- E’ per quello che la uccise? – insinuò l’investigatore giovane – Per mettere a tacere il disonore di una moglie infedele e dissipatrice?- Non sia ridicolo – rispose l’uomo – con una forza inaspettata – Trascorsi anni a cercarla. Durante tutto questo tempo mi ero convinto che se ne fosse andata con qualche uomo … Il giorno dopo essere sparita quasi mi prosciugò il conto, avevo commesso l’errore di lasciarle carta bianca sotto quel punto di vista. E invece…- Dove si trovava, l’8 ottobre, quando Ileana sparì? – si intromise l’investigatore anziano.- Nel mio studio di allora. Lavoravo anche la domenica, non avevo orari. Lei se ne andò presto, doveva prestare servizio come hostess all’Esposizione di Italia ‘61. Un’altra delle sue inutili testardaggini alla quale io mi ero opposto. Alla fine l’aveva spuntata lei. La spuntava sempre. Era determinatissima in quello che faceva.

 

- Bene bene… - disse l’investigatore anziano - abbiamo un po’ di materiale sul quale lavorare. Un marito padrone ossessionato dal comportamento e dalla forma, una ragazza ribelle, insofferente per le regole e amante della libertà, un’amica del cuore con la quale condivideva la passione per i calciatori… - Ottimo riassunto, ma… c’è un piccolo particolare che non torna… - disse cautamente l’Investigatore giovane – Se Ileana quel giorno ha preso servizio come Hostess… che bisogno aveva di comprare un biglietto di ingresso per entrare? E se è morta quel giorno, chi ha svuotato il conto del marito il giorno dopo?

 

Eh eh… Ho incontrato tante persone in quel cortile… però mi ricordo bene di quella ragazza… - disse sorridendo il Commendatore – E mi ricordo anche della sua amica… proprio due belle figliole… – Il “Commendatore” era la memoria storica del cortile del Fila. L’investigatore anziano lo conosceva ormai da tanti anni. Si erano incontrati molti anni prima proprio lì, nel vecchio stadio le cui macerie si intravedevano lontane dalle vetrate di un bar.- Una volta lavoravo ai Mercati Generali ed ogni pomeriggio ero qui. Lei era bella ma infelice – aggiunse l’uomo – Una scorza dura da far paura. Proveniva da una famiglia ricca e diceva sempre che i suoi genitori le avevano combinato un matrimonio di interessi. A quei tempi non era ancora così raro. Lui era una specie di tiranno, a quanto diceva, e spesso la maltrattava. Così, appena poteva, correva qui. Le piaceva il pallone, ma soprattutto i giocatori. Aveva fatto amicizia con una ragazza più giovane con la quale trascorreva tutto il tempo che sottraeva al marito. Ileana… e anche Elisabetta, la sua amica, erano sempre qui agli allenamenti. Facevano a gara a chi avesse più autografi dei giocatori, e ogni posto era valido, un foulard, una bandiera, un fazzoletto. Un po’ per tifo, un po’ per civetteria. Erano gli anni di Mazzero, Crippa, Cella, Bearzot… doveva essere il… il 1960 o giù di lì, si era appena tornati in serie A.- Ti piaceva? – chiese l’investigatore anziano facendogli l’occhiolino.- Ero fidanzato e lei una ragazza sposata. Ma nel cortile si chiacchierava parecchio… lei era una bella donna, non era più una ragazzina e un mio amico le posò gli occhi addosso…- Chi?- Micky il bello, il ragazzo di Elisabetta. Ricordo quel giorno. Lui faceva il tranviere e non poteva quasi mai essere al cortile del Fila. Ma quando si presentò l’occasione, Elisabetta fu felice di presentarglielo. Fu l’inizio dei guai.

 

- Ma tu ed Elisabetta siete sorelle? Con quelle code di cavallo…- Dai… non dire stupidaggini… siamo magre ma lei è un po’ più alta...  Tu piuttosto… Perché ti chiamano “Commendatore”?-Non lo so neanch’io… ormai è passato così tanto tempo… guarda, laggiù c’è il Vecio… non vai a farti fare un autografo?- No… io voglio conoscere Vieri… mi manca il suo autografo…- Troppo tardi, è già uscito… hey, guarda lì dietro chi c’è! La tua sorellina con Micky…- Ti ho detto che non è mia sorella… quello è il suo ragazzo?- Sì, proprio lui…Pensa che si chiama Michelino, ma non vuole essere chiamato così… Mi raccomando non dire nulla…

 

Fu l’inizio dei guai. Da quella prima volta, quando si salutarono, lessi negli occhi di Ileana la luce dell’astuzia e dell’ostinazione. Elisabetta non si accorse di nulla, ma Ileana cominciò a ronzare attorno a Micky il bello, come lo chiamavamo. E lui iniziò sovente a farsi vedere al Fila.Micky avrebbe preso parte ai festeggiamenti per il Centenario d’Italia, che si sarebbe tenuto nel nuovo quartiere di Italia ’61. Avrebbe guidato la monorotaia, diceva Elisabetta con orgoglio, riferendosi al treno sospeso che sarebbe stata l’attrazione principe di quei giorni. In quel periodo frequentavo parecchio il terzetto. Venni a sapere che entrambe avevano addirittura presentato domanda per entrare a fare parte del gruppo delle 150 hostess, ma giurerei che l’idea fosse stata di Ileana, per poter stare più vicino a Micky.Il passo fu breve. Nella primavera del 1961 Micky il bello lasciò Elisabetta. Non poteva certo dire per chi lo fece, ma noi lo sapevamo bene…- Ed Elisabetta? Come la prese?Elisabetta era una ragazza molto innamorata. Lo adorava. Un pomeriggio arrivò stravolta al cortile del Fila. Micky e Ileana erano vicini e… eh eh… fu una scenata memorabile. Molti dei vecchi del cortile ancora la ricordano. Proa a chiedere in giro…- Cosa disse Elisabetta?- Più che “disse”, azzarderei “gridò”. Puntò il dito contro i due e disse a Ileana che l’avrebbe rovinata, che avrebbe raccontato tutto a suo marito. - “Mi fai solo un piacere” disse l’altra alzando le spalle. Allora Elisabetta disse che l’avrebbe uccisa, che le avrebbe mangiato il cuore… disse proprio così. Scappò via piangendo, mentre Ileana le rideva in faccia. Non la vidi mai più da quel giorno.- Che fine ha fatto Micky il bello?- Persi di vista anche lui con l’Esposizione. Lo rividi solo una decina d’anni fa, per puro caso. Non si può dire che se la passasse bene. Non so che fine abbia fatto….

 

- Sono diversi anni ormai che non ha fissa dimora. Sussurrò la volontaria del Centro di Carità. Dorme qui la sera, altre volte gironzola per la città e porta da mangiare ai colombi. Noi cerchiamo di fare il possibile, ma lui non è certo l’unico qui dentro. E’ molto malato – aggiunse abbassando la voce, affinché il vecchio non udisse – A sentire i medici non… - la volontaria fece un gesto eloquente con la testa – Alle volte si confonde… se potete, non stancatelo troppo...Lily e l’investigatore anziano si avvicinarono al tavolo della mensa del Centro di Carità dove era seduto Micky il bello.Era un vecchio trasandato nell’aspetto, che dimostrava ben più dei suoi 74 anni.- Eh eh! Chi l’avrebbe detto! Sorpresa, sorpresa! I giorni di Micky il bello sono diventati quelli di Micky il brutto! L’unico Italiano in questo Centro per disperati! Sorpresa, sorpresa! – fanfaronò l’uomo giocherellando con un tappo di sughero. Il suo sguardo si accendeva e spegneva a intermittenza come le luci di un presepe. – Allora, signori. Cosa volete sapere da me? Sono colpevole, colpevolissimo. Arrestatemi, così me ne andrò da questa topaia… per sempre! – aggiunse con fare teatrale.- Il nome Ileana (omissis) le ricorda qualcosa? – chiese l’investigatore anziano.Il sorriso morì sulle labbra del vecchio ed il suo volto sembrò scomparire nelle guance scavate.Rimase per un po’ in silenzio, come perso nel tempo.

 

- Io credevo se ne fosse andata… non che… fosse morta…! - smozzicò le frasi con lo sguardo perso nel vuoto. – Non ho mai parlato con nessuno di Ileana. Non ho mai potuto…. Lei era una ragazza sposata e all’epoca… erano tempi diversi… Guidavo i tram allora. Brum, brum, deleng deleng! Ah ah! Fui scelto per condurre la monorotaia di Italia ’61. Ero felice, era una cosa della quale essere fieri. Uscivo con una ragazza… Lisa…Elisabetta, eravamo felici insieme. Poi un giorno lei mi presentò Ileana, la sua amica. E lì avvenne il patatrac. Persi completamente la testa per quella donna.Cominciammo a incontrarci al Fila, poi a vederci di nascosto. Un giorno dissi tutto ad Elisabetta… lei non la prese affatto bene. Quasi diede di matto un giorno, al Fila. Dopo quella volta sparì e ci lasciò in pace.Io e Ileana cominciammo a vederci senza tante cautele. Il marito l’aveva messa in gabbia e lei aveva trovato la chiave per uscirne… Una sera andammo addirittura al cinema insieme. Una commedia romantica, Colazione da Tiffany, un film appena uscito. L’avete visto, per caso?

 

- Che film meraviglioso… come vorrei che un uomo mi parlasse come ha fatto il protagonista nella scena sotto la pioggia…- Hhhhm…A me un po’ ha annoiato…e poi non ho capito perché lei prima ha fatto scappare il gatto e poi si è messa a cercarlo come una disperata…- Ma non ti è piaciuta la musica…? E’ meravigliosa, è romantica da morire. Dai, non fare il duro, lo so che sei un tenerone! Forza, cantala insieme a me…

Moon River, wider than a mile, I'm crossing you in style some day…

 

Non conoscevamo le parole, ma quella sera fischiettai la canzone con lei. Era molto romantica… Trascorremmo mesi meravigliosi insieme, vedendoci quasi sempre di nascosto. Lo so, non era una cosa giusta, ma lei mi aveva veramente… come dire… Insomma, alla fine fu assunta come hostess accompagnatrice per le celebrazioni di Italia ’61, così saremmo stati insieme il più a lungo possibile. – il vecchio Micky arrestò il suo discorso e si mise improvvisamente a sbuffare – E’ possibile che non ci sia mai nulla da bere in questo posto? Voi non potreste… - fece l’occhiolino ai due investigatori – No, eh…? Comunque io e Ileana ci incontravamo nelle nostre pause nel parco, facevamo sogni su un futuro che non poteva essere nostro. Sognavamo di scappare chissà dove… -Fece una pausa ed il suo tono baldanzoso si dissolse.- Poi lei… un giorno… scomparve.- In che senso “scomparve”? – lo incalzò l’investigatore anziano.Il vecchio fece finta di soffiare dell’aria con la bocca.- Puff! Svanita nel nulla, scomparsa. La vidi per l’ultima volta una domenica, non dimenticherò mai quel giorno. Era l’ultima domenica dell’Esposizione. Le parlai prima dell’ultima corsa della monorotaia. Ci sarebbe stato uno spettacolo pirotecnico dopo pochi minuti. Le dissi di attendermi, sarei tornato a prenderla. Mi sembrò normale… niente mi avrebbe fatto pensare che… Al mio ritorno non la trovai più. Pensai fosse dovuta tornare a casa improvvisamente, ma non la vidi neanche il giorno dopo. Anzi, fu suo marito a presentarsi da me chiedendomi infuriato dove fosse finita! Così capii che se ne era andata. Senza una parola, senza un perché…-Il vecchio diventò ancora più serio e i suoi occhi tornarono ad essere quelli di un ragazzo innamorato.- Misi sottosopra il mondo per cercarla. Ho trascorso la mia esistenza a chiedermi perché lei se ne fosse andata. E invece è sempre stata lì… - Il vecchio Micky si mise a piangere in silenzio.- Potrebbe non essere andata proprio così… - insistette l’investigatore anziano – Magari quella sera Ileana le comunicò la sua decisione di tornare a casa dal marito. E lei la uccise gettandola in quel pozzo…Il vecchio sollevò lo sguardo con dignità.- Era la persona più vera che io abbia mai incontrato. Non ho fatto altro che rimpiangerla. Tutta la vita. Non tollero certe sciocchezze da parte vostra. Se l’aveste conosciuta, sapreste quanto odiasse la vita che il marito la costringeva a fare.- Cosa fece dopo la scomparsa di Ileana?- E’ brutto da dirsi ma… tornai con Elisabetta. Lei mi accolse e ci trasferimmo per un po’…. Ma non poteva più funzionare. Ovunque andassimo mi sembrava di veder rispuntare Ileana. E lei lo sapeva. Così tornai qui. Ormai però il treno della mia vita era passato. Come vedete non me la passo molto bene, no? – Indossò di nuovo un sorriso sarcastico e amaro.Lily e l’investigatore anziano fecero per andarsene.- Agenti…! – esclamò l’uomo. I due si voltarono.- Non credo troverete il colpevole… ma se vi dovesse capitare… ricordate che anch’io sono morto in fondo a quel pozzo…Il vecchio ricominciò a giocherellare con il tappo di sughero.

 

L’espressione dell’anziana signora si irrigidì quando udì il nome di Ileana.- Non intendo parlare di quella donna. Perché mi chiedete di lei? Non la vedo da 47 anni e posso dire che sono stati anni di ossigeno. Spero di non vederla mai più e non capisco perché siate venuti a cercarmi fin qui per…- Non credo che la vedrà – sillabò lentamente l’investigatore giovane – Quella donna è morta. Proprio da 47 anni.Il volto di Elisabetta, mostrò rughe di stupore mentre lei socchiudeva gli occhi per cercare di capire meglio quello che Lily e l’investigatore anziano le stavano raccontando.- Oh lo so… - disse, quando i due ebbero terminato – Ora vi aspettate che io mostri dolore e rimorsi, ma potete stare tranquilli che non è così. Non provo tristezza. Quella donna ha avuto quello che si meritava. Era una rovina famiglie, se vedeva qualcosa che le interessava lo prendeva e lo portava via. Come fece con Micky…- Testimoni affermano che lei disse “che le avrebbe mangiato il cuore”…- E magari l’avessi fatto! – esplose la donna con fare collerico. – Volete sapere la verità? Ne sarei fiera! Orgogliosa! Ma purtroppo… non lo feci.- Quando vide Ileana l’ultima volta?- Quel giorno al Filadelfia. Ero giovane e… Micky era tutto per me. Non avevo nessuno, non avevo parenti i miei genitori avevano pensato bene di salire in cielo anni prima. Io e lei avevamo pensato di fare le hostess all’Esposizione di Italia ’61… che sciocca ero! Lei lo fece perché voleva stare vicino a lui. Così io sparii dalla circolazione. Trascorsi mesi a piangere al buio della mia camera. Non potrò mai dimenticare quei giorni. Dopo qualche mese me ne andai da Torino… - Vide ancora Micky?Credo conosciate già la risposta a questa domanda. Venne a cercarmi qualche tempo dopo la “scomparsa” di Ileana. Stupida com’ero credevo che saremmo di nuovo potuti essere felici insieme. Ma lui… oh, lui aspettava sempre ce Ileana tornasse! Alla fine lui tornò a Torino. Quella donna l’aveva stregato, credetemi! Non lo vidi più e mi tenni dentro rabbia e dolore. L’ho intravisto per puro caso un giorno nel quale sono tornata a Torino… non era un bello spettacolo.- Ricorda dove si trovava la sera dell’8 ottobre 1961? – disse l’uomo- Gran bella domanda, come se fossi un’enciclopedia. No, non mi ricordo assolutamente. Non ricordo neppure se me ne fossi già andata, mi dispiace.- E’ suo marito questo? – chiese l’investigatore giovane dando un’occhiata ad una fotografia appesa al muro, che ritraeva Elisabetta con un uomo più anziano di lei.- Quell’uomo è stata l’oasi e la salvezza della mia vita. Non abbiamo avuto figli ma siamo stati felici insieme. Non voglio che qualcosa venga a turbarlo nelle condizioni in cui è. Vi prego di andarvene ora. Non voglio aver più nulla a che fare con quel passato.

 

Che diamine di mistero! Un marito opprimente ed esasperato, un amante disperato ma chissà, forse abbandonato, ed una ex-amica inviperita che giura pubblicamente vendetta. Nessuno di loro con un alibi verificabile. In più lo scheletro di una donna che sembra la vittima predestinata di quella situazione. Una donna che avrebbe potuto benissimo essere stata uccisa quella sera come nei giorni successivi. Aggiungiamo un biglietto di ingresso il cui significato ci è ignoto ed un quadratino di tela granata, che ci potrebbe anche stare. Il Commendatore in fondo dice che Ileana aveva sempre con sé un bandiera sulla quale si faceva firmare gli autografi. Però la bandiera dov’è finita? Peccato che in mezzo a tutto questo ci siano 47 anni…Bel rebus! Che hai Lily? – chiese l’investigatore anziano.- Niente… - disse la donna pensosa. Qualcosa di quello che abbiamo ascoltato… non mi convince. Suona “sbagliato”…- Ad ogni buon conto siamo ad un punto morto… E’ passato troppo tempo e ben pochi ci possono aiutare…- Ho fatto qualche ricerca tra le scartoffie, mentre voi eravate in missione – si intromise l’investigatore giovane – Purtroppo tutti i registri dei dipendenti di Italia ’61 e i relativi orari di ingresso e uscita, sono andati persi chissà dove. Grazie a Dio nei meandri del Palazzo del Lavoro è rimasto l’elenco degli addetti alla manutenzione. Mi dovete un vestito nuovo, tanta era la polvere laggiù. Purtroppo sono pochi quelli ancora vivi. Dobbiamo sperare che qualcuno abbia voglia di aiutarci e magari ci dica qualcosa di più su quanto capitò in quei giorni. Ci vorrebbe un colpo di fortuna…

 

- Era un angolo di paradiso in terra, ne eravamo tutti orgogliosi… ogni cosa era in ordine e la gente guardava ammirata… - disse il vecchio manutentore, sostenuto dal bastone e dalla presenza della figlia. Lily gli sorrideva mentre salivano le scale di quella che una volta era stata la stazione di arrivo della monorotaia.Quel vecchio era il loro quinto tentativo, e sulla lista ritrovata dall’investigatore giovane, non ne rimanevano molti.- Bah! Non aiutatemi! Sono ancora capace a salire le scale che diamine… ecco… – L’uomo si appoggiò sulla ringhiera della piccola terrazza. – ecco… la monorotaia partiva da laggiù in fondo, superava il Palazzo a Vela, correva lungo il Corso, piegava verso destra, passava sopra il laghetto e arrivava qui. Era tutto meraviglioso e ordinato. Laggiù in fondo c’era il Luna Park, poi il Circarama di Walt Disney. Pensateci…! Era venuto lui in persona! Lo avevo visto da lontano. Poi c’era la fontana, c’era anche una piccola chiesetta, l’esposizione di fiori… e da laggiù partiva l’ovovia che saliva fino al Parco Europa… tutto perduto, tutto distrutto dopo pochi anni – il vecchio sospirò. Avete visto che scempio hanno fatto del Palazzo a Vela? Solo qui potevano piazzarci un palazzo del ghiaccio dentro. Uno schiaffo all’architettura, una vergogna… bah! Basta, altrimenti comincio a brontolare- Qual’era il suo compito all’Esposizione? – chiese Lily- Io… facevo un po’ di tutto. Ero elettricista ed ero addetto alla cabina di controllo proprio qui sotto, quella che forniva energia a questa parte del Parco. Ma alle volte a fine giornata mi capitava anche di riordinare le barchette per bambini sull’altra sponda del laghetto.- Ricorda il conducente della monorotaia?L’uomo sorrise. E come non ricordarlo? Ci incontravamo spesso. Micky il bello… era un ragazzo di successo, simpatico e spiritoso, tutte le ragazzine gli gironzolavano sempre intorno… Circolavano strane voci… si diceva avesse una relazione con una hostess, una donna sposata… io non sapevo chi fosse. Oh, oggi sono storie all’ordine del giorno, ma all’epoca no, prenda la storia di Coppi con la Dama bianca qualche anno prima… Bah! Ad ogni buon conto Michelino era orgoglioso del lavoro che faceva. La gente faceva la fila e la monorotaia bianca e rossa, era l’attrazione più frequentata. Tutto andò sempre bene a parte forse una volta…- Una volta?- Una sera stavo armeggiando con dei cavi elettrici, proprio qui sotto, dovevamo essere vicini all’orario di chiusura e c’era tempo per un’ultima corsa della monorotaia. Ricordo di aver alzato il capo e di aver udito la fila di persone in attesa per la monorotaia cominciare a mugugnare. Salii fino a qui per capire se ci fossero dei problemi, ma Micky, che era di turno, non c’era. Lo intravidi laggiù – indicò una sponda del laghetto. Stava parlando in maniera serrata con una ragazza, al riparo delle luci. Una ragazza, tanto per cambiare! Scesi le scale di corsa per andarlo a chiamare e quando mi avvicinai non potei non udire quello che si stavano dicendo.Al principio furono solo gli spezzoni della voce sofferta della ragazza, poi le frasi si fecero più chiare.- …la Clinica Poiana… no… io… mai più…portano via… ti prego! - - Tu sei matta io… io non ce la posso fare!- Ce la faremo…. Io ho bisogno di te, dammi fiducia… supereremo questo fiume insieme… tutti noi insieme…- Io…- Micky, che fai? La monorotaia! - intervenni- Eh…?- La monorotaia! Vuoi finire nei guai? La gente si sta arrabbiando… devi fare l’ultima corsa!- Certo… arrivo subito…

 

Lo vidi voltarsi verso quella donna. La abbracciò e le disse “Aspettami, faccio l’ultima corsa e arrivo”. Era strano, non l’avevo mai visto così. Quando ci voltammo però, capitò qualcosa di singolare. Di fronte a noi c’era un uomo. Aveva un’espressione tirata sul volto e doveva aver assistito alla scena. Fissò insistentemente Micky, poi improvvisamente disse “Scusatemi” e si allontanò verso l’uscita. Strano, vero? Micky corse su alla sua monorotaia per l’ultima corsa.Di lì a poco cominciarono i fuochi artificiali. Gli ultimi sulla Fiera di Italia ’61.- Ricorda qualcosa di quell’uomo?- Era buio e sono passati tanti anni… Poteva essere chiunque… ricordo solo che indossava uno strano guanto. Soltanto nella mano destra… Ad ogni buon conto quella fu l’unica volta che ci furono dei problemi con quel ragazzo.- Grazie infinite – disse Lily. Si voltò e fece per andarsene.- Un momento… agente – esclamò la voce roca del vecchio. – Si sta perdendo la cosa più importante… Quella donna, quella che Micky abbracciò… era incinta. E sembrava sofferente…

 

- Guardate un po’ qui! – gridò il giovane investigatore entrando nell’ufficio. Sventolò alcuni fogli sui quali erano stati stampati titoli di giornali d’epoca – State a sentire: “L’angelo della barchetta”, “ Un fagottino granata”, “Chi è il neonato abbandonato all’Esposizione?” … Ma come conducevano le indagini in quegli anni? Possibile che nessuno ce ne abbia parlato?- Che vuol dire tutto questo? – chiese l’investigatrice.- Sono trafiletti dei giornali del 10 ottobre Parlano di quanto successo la sera dell’8. Qualcuno abbandonò un neonato su una delle barchette per bambini nel laghetto dell’Esposizione. Qui c’è scritto che “una volta terminato lo spettacolo dei fuochi artificiali, alcuni visitatori sono stati richiamati dai vagiti soffocati di un bimbo, provenienti da una barchetta che galleggiava sul laghetto nei pressi della stazione di arrivo della monorotaia. Nonostante il forte temporale, abbattutosi in quei minuti, un paio di passanti si sono gettati nel laghetto e hanno tratto a riva la barchetta. Potete immaginare la sorpresa quando si sono trovati di fronte ad una neonata, avvolta soltanto nella tela di una bandiera granata (…). La neonata è in buone condizioni, pesa 3 Kg, soffre di disturbi respiratori e le infermiere del vicino ospedale hanno deciso di darle il nome di…

 

- Pazzesco! – intervenne improvvisamente l’investigatore anziano. Nessuno mise mai in relazione quella nascita con la scomparsa di Ileana?- A quanto pare no…- Ma come faceva una hostess ad essere in stato interessante? E a nasconderlo? Domandò Lily- Non ne ho la minima idea - disse l’investigatore giovane.- “Non voglio tornare alla Poiana” cosa avrà voluto dire Ileana con quelle parole…- partì nuovamente all’attacco Lily- Poiana… Poiana…. Il nome non mi è nuovo. Aspettate un attimo. Se la mente non mi inganna… - si alzò ed andò a sfogliare uno dei registri – Ma certo! La clinica Poiana! Come ho fatto a non pensarci! Venne chiusa nel 1969… ci fu uno scandalo che coinvolse buona parte della Torino bene. Quella era una clinica rispettabile nella quale… venivano praticati aborti clandestini. E non solo. Si vociferò di un traffico di neonati. La storia venne fuori ed esplose prima che potesse essere messa a tacere. Molti medici furono arrestati. Gente che poteva pagarsi fior di avvocati. Nessuno di loro rimase molto in galera…- Bene, direi che dovremmo fare quattro chiacchiere con chi ci ha menato per il naso… - disse l’investigatore anziano. Lily, io e te facciamo una visita al maritino, aspettami giù in macchina. Tu invece – si rivolse all’investigatore giovane – vai a cercare Micky il bello. Mi sembra che anche lui abbia fatto il furbo. E non poco.- Tu non vieni?- chiese Lily- Ho una cosuccia da sbrigare con la Responsabile, ti raggiungo subito…L’investigatore anziano attese che i due colleghi fossero usciti, poi entrò nell’ufficio della donna a capo della loro sezione.- Avrai ascoltato tutto… - disse. Poi richiuse la porta dietro di sé.

 

- Ci ha raccontato un mucchio di frottole. Ileana era incinta. –Lily partì all’attacco del marito di Ileana- Non so di cosa stiate parlando…- Lei non era nel suo ufficio quella notte. Ileana era magra, tenne nascosta a lungo quella gravidanza. E lei quando seppe del figlio non suo andò su tutte le furie e tentò di farla ricoverare in una clinica “rispettabile”. Ma Ileana voleva tenere il bambino a tutti i costi! E voleva che lei facesse buon viso a cattivo gioco. Cominciò a ricattarla. Disse che avrebbe raccontato a tutti che il figlio non era suo se non le avesse dato dei soldi. Sempre di più. Fino a quando, quel giorno, le disse che se ne sarebbe andata con l’altro uomo. Lei perse il controllo e si recò dove sapeva di poterli trovare. Attese che Micky si allontanasse e poi aggredì Ileana a calci e pugni. Nessuno poteva sentirla gridare mentre per i botti dello spettacolo pirotecnico. Credeva di averla uccisa e se ne andò. Ma qualcosa andò storto. Ileana mise al mondo comunque il suo bambino. Ci dica come andò. Fu lei a inscenare la messinscena della barchetta? Quando buttò il corpo di sua moglie nel pozzo? Era ancora viva?L’uomo anziano sogghignò in maniera amara. – Nella mia vita sono stato un avvocato rispettabile. Credete che i vostri quattro ridicoli deliri bastino per condannare qualcuno come me? Non ho mai ascoltato una storia che faccia più acqua di questa. Credetemi, voi non sapete nulla di nulla di quello che è stato.- La bambina di Ileana nacque comunque! Non ha mai avuto rimorso per quello che ha fatto a quella creatura?- Quella non era la bambina di Ileana! - sibilò l’uomo – Ileana non poteva avere figli! –Dopo un attimo di silenzio assordante aggiunse – Lei voleva così tanto un figlio! Ma non poteva più averne.

 

- La clinica Poiana era situata in collina. Un luogo di convalescenza immerso nel verde. La verità era che quello era anche un luogo dove confluivano le ragazze della buona città in stato “sconveniente”, come si diceva allora. Entravano in clinica quando la gravidanza non poteva più essere nascosta e ne uscivano dopo il nono mese. Ritornavano a far parte del mondo normale con la classica scusa della vacanza di studio all’estero. Le coppie della Torino bene che non potevano avere figli facevano la fila alla porta di quella clinica. Niente grane, niente documenti, niente lunghe attese. Bastava avere gli argomenti adatti, quelli che potevano ungere gli ingranaggi giusti. Ufficialmente nessuno sapeva nulla, meno che mai le ragazze che venivano ricoverate.Fu lì che incontrai Ileana. Era il 1957, una vita fa. Io dovevo difendere la clinica in uno dei miei primi casi, in seguito a grane amministrative. La incrociai nei corridoi. Lei ne stava uscendo. Era una ragazza stravolta… insomma, mi informai e la conobbi. I genitori l’avevano costretta lì al ricovero, dopo un’avventura con un amico. Disse che non era neanche riuscita a vedere il bambino. Lei non sapeva che l’avrebbero portato via. In seguito però qualcosa andò storto, era subentrata una grave infezione. Erano riusciti a salvarla ma… lei non avrebbe più potuto avere bambini.La sposai pur sapendo questo… non mi sarebbe importato. Sulle prime le cose sembrarono andare bene, ma l’impossibilità di avere un figlio suo continuò a tormentarla. Per quanto ci abbia provato, non credo che lei sia mai arrivata ad amarmi. – l’uomo spostò le tende che davano sul Corso prima di proseguire. – Cominciò a divertirsi in giro. E a disprezzarmi forse per quello che sapevo, forse perché detestava la mia ipocrisia. Iniziò ad uscire spesso con la sua amica, poi vennero le partite, i ritardi, le cene saltate. E poi arrivò lui. Sapevo di quel ragazzo. Cercai di resistere finché ne fui in grado.- Cosa accadde quella notte?Quella volta ero fuori di me. Fu l’unica volta che persi le staffe. Sapevo che lei era diventata Hostess di Italia ’61 per stare vicino a lui… La gente in visita la vedeva e mi riferiva… Quella notte andai all’Esposizione per affrontare quell’uomo. Ma quando arrivai vidi che stava abbracciando una ragazza in avanzato stato di gravidanza. Pensai che quello scioperato non c’entrasse niente con Ileana, che fossero tutte dicerie. O che quella donna fosse la sua vera ragazza. Fui tentato i affrontarlo, ma alla fine mi voltai e tornai indietro. Cercai Ileana al suo posto e non la trovai. Me ne tornai a casa, proprio mentre stava iniziando lo spettacolo pirotecnico… Ileana invece…non tornò più. Tornai a cercarla il giorno seguente, parlai con quel ragazzo, ma lui mentì, disse di non conoscerla. Andai allo stadio Filadelfia, cercai la sua amica ma non la trovai, andai alla polizia e raccontai tutto. Nello stesso tempo lei, in qualche agenzia stava prelevando tutto il contante possibile. Buffo vero che proprio io non avessi preso le opportune precauzioni? Ho sperato per tanti anni che tornasse e invece lei era laggiù in quel pozzo…- Lo sperava davvero? – Lily chiese timorosa.- Ma non capisce? – Per la prima volta la donna vide aprirsi una crepa nella maschera di gelo dell’uomo – Io amavo Ileana! Non ho mai amato nessun’altra donna… come ho amato lei.

 

- Io non capisco più nulla. E’ una gran confusione! – disse spazientito l’investigatore giovane. Ileana era incinta o no? E se il marito mentisse?- Notizie di Micky, piuttosto? Che ti ha detto?- Niente! E’ sparito, sono due giorni che non torna al Centro di Carità, se ne è andato dopo la nostra visita…- Ahi ahi, bingo – disse l’investigatore anziano - Lily, sei di nuovo taciturna…- E’ inutile… C’è qualcosa di strano, in questa storia. Ho come la sensazione di un racconto che ci è stato fatto che stona con tutto il resto… ma non ricordo quale…- La clinica Poiana, “Non voglio tornare alla Poiana”… tutto gira intorno a quel posto…L’investigatore anziano sogghignò amaramente – La clinica è stata chiusa da molto… - Quindi laggiù non c’è più nulla che ci possa aiutare… - commentò sconsolato l’investigatore giovane.- Laggiù alla clinica no, ma negli archivi della Centrale sì! – l’investigatore anziano schioccò le dita – Come ho fatto a non pensarci? I registri della clinica furono messi agli atti del processo…. Ci serve solo un po’ di pazienza e di fortuna….

- Anno 1957… Eccola qui. Ileana (omissis), data ricovero 8 giugno, dimessa in data 23 dicembre…. Caspita, sei mesi!- Dunque la storia del suo ricovero in clinica era vero. Qui parla anche delle complicazioni occorse in seguito… Parla di… di lesione bla bla bla… - Quindi il marito dice la verità. Ileana non poteva avere figli- Bene, siamo al punto di partenza – dissero l’uomo anziano e quello giovane, allontanandosi dal registro polveroso – Direi che non ci resta che scovare Micky e chiedergli…- Un momento!!! Un momento! Venite qui! Ho trovato… – La voce di Lily rimbombò nel reparto archivi. L’avevano lasciata indietro, china sui registri- Ho trovato… questo! Guardate! Agosto 1961…. E in data 8 ottobre 1961…I tre investigatori rimasero lì, curvi con gli occhi spalancati.Sulla soluzione del caso.

 

Sapevo che mi avreste trovato qui - disse Micky il bello, continuando a spargere briciole quando l’investigatrice gli si sedette di fianco. – alle volte credo che questi colombi siano sempre gli stessi ai quali spargo cibo da una vita... E ogni volta che mi guardano negli occhi, mi ricordano muti quello che è successo quella notte. – Alzò lo sguardo – Vede quei pilastri? Lì sopra correva la Monorotaia. Era bellissima, bianca e rossa e tutto il parco era una meraviglia… Da lì si poteva vedere tutto intorno… Come la vita che avevamo di fronte….Sono contento che alla fine ci siate arrivati.L’ispettrice fissò i colombi lungo la panchina di Corso Unità d’Italia.- E’ stato lei a metterci sulla pista giusta. Durante questa indagine ad un certo punto ci siamo trovati ad un punto strano riguardante Ileana. Dalle indagini ricostruivamo la figura di una donna risoluta e determinata, quasi cinica. Nello stesso tempo però lei rimpiangeva una persona tenera e romantica, e tutto questo faceva a pugni con la nostra ricostruzione. Ma lei non stava rimpiangendo Ileana, quando l’abbiamo interrogata la prima volta, vero? Stava parlando di Elisabetta.- Ileana non ammetterà mai… quello che è successo.- Infatti. Si sta difendendo come una tigre in Centrale. Era già in fuga, ma a 73 anni si fa più fatica a scappare, rispetto a quando nei hai 24… Dice che fu lei ad organizzare tutto…- Che cosa altro può dire una come lei…. –disse MickyPoi iniziò a raccontare

 

Ero un giovane bello e stupido. Avevo l’assurda sensazione di onnipotenza di quegli anni. Avevo trovato le cose importanti e non le avevo viste. Mi feci travolgere dalla passione per Ileana, gettando nel fango Elisabetta, non mi importava nulla che Ileana fosse una donna sposata. Stupido, stupido, tre volte stupido. Così quando Elisabetta un giorno tornò da me in lacrime, poco dopo che l’avevo lasciata, e mi rivelò di essere incinta, non capii più nulla. Mi supplicò, diceva che aveva bisogno di aiuto, che non aveva nessuno. Una ragazza madre sarebbe stata messa alle porte da tutti, avrebbe perso anche il lavoro di fioraia.Fui un debole. Ne parlai con Ileana. Colsi solo per un attimo la luce che le si accese negli occhi, ma non ci feci caso, innamorato com’ero. Ileana disse che avrebbe risolto la situazione, e io pensai che il suo fosse interesse vero. Disse di conoscere un posto nel quale avrebbero sistemato le cose. Un posto tranquillo e sicuro, che lei conosceva bene. Soltanto, occorrevano tanti soldi, ma per lei non sarebbe stato un problema aveva libero accesso al capitale del marito. Io mi fidai e seppi solo dopo, quando lei era già ricoverata, che cosa facevano realmente in quella clinica. Capii solo dopo quello che Ileana aveva in mente.- Il suo bambino. Voleva il bambino di Elisabetta…- “Il destino mi ha tolto, il destino mi restituisce. Quando avremo il bambino scapperemo insieme” diceva. E io stolto che la assecondai. Elisabetta credeva che avrebbe potuto tenere il bambino. Si avvicinò il giorno del parto e con esso l’eccitazione famelica di Ileana, ma Elisabetta scoprì qualcosa e scappò dalla clinica quel giorno stesso. Non sapeva da chi andare. Venne da me, alla Fiera.- Questo spiega il biglietto di ingresso nelle tasche del cadavere…- La intravidi alla fine della penultima corsa della monorotaia. Abbandonai tutto e corsi da lei. Mi supplicò, stava per partorire aveva le contrazioni. Mi disse che aveva scoperto che in quella clinica portavano via i bambini alle madri, mi scongiurò di portarla al vicino ospedale, dove sarebbe stata al sicuro. Mi spaccò il cuore, mi sentii un verme. In quel momento giunse un collega che mi richiamò al lavoro. Un solo viaggio. Una sola andata e ritorno e l’avrei portata con me. Avrei fatto quello che era giusto. La abbracciai e le dissi di attendermi lì poco distante, vicino alle barchette, non avrei voluto che Ileana la vedesse. Mi voltai e intravidi il marito di Ileana, che buffo momento per incontrarci. Forse era venuto per affrontarmi… ma mi aveva visto abbracciare una donna incinta. E forse aveva avuto pietà di me.Corsi verso la monorotaia. Feci l’ultima corsa. Non so quanto tempo fu. Pregai di fare in tempo. Quando tornai alla stazione sud, ormai era tutto buio e solo i fuochi artificiali illuminavano il cielo.Feci scorrere le porte scorrevoli della monorotaia.E mi trovai di fronte Ileana. Era tutta sporca di sangue.- Ciao! – mi disse con occhi da pazza – Ho ucciso Elisabetta.Aveva visto e sentito tutto.Era venuta a cercarmi, proprio mentre io stavo parlando con Elisabetta.

 

- Maledetta… dammi il mio bambino!- Ileana... sei pazza, cosa fai! Il mio bambino…

 

Elisabetta aveva lottato, si era difesa prima di morire, ma Ileana disse di averla uccisa a colpi di pietra. Le aveva “spaccatola testa”, così mi disse in quei momenti, furibonda perché il suo sogno del bambino era svanito….Lily pensò al lembo di bandiera strappato nei momenti concitati della collutazione. Anche Elisabetta ne portava sempre una. Ileana pensava di averla uccisa. Con un barlume di forza invece lei aveva ripreso i sensi.Per mettere al mondo la sua piccola ed avvolgerla in tutto ciò che avesse.Lily chiuse gli occhi

 

- Vai… piccola mia… vai… piccola mia… - il laghetto che si inondava del sangue che colava sui propri occhi, mentre il cielo si riempiva di fuochi artificiali che cadevano come lacrime nell’acqua sulla  quale si allontanava la barchetta col fagottino granata Nello stesso istante i suoni di un’orchestra lontana parlavano sempre più deboli.

Moon River, wider than a mile, I'm crossing you in style some day. Oh, dream maker, you heart breaker, wherever you're going I'm going your way.

 

- Corsi da lei – continuò Micky - la trovai fredda in un lago di sangue, che colava lungo la riva del lago. Non ricordo più nulla. Pensai che avesse perso il bimbo in seguito alle percosse… Piansi a dirotto sotto lo sguardo freddo di Ileana. Soltanto due giorni dopo lessi i giornali e compresi che il bambino di Elisabetta era da qualche parte, ancora vivo. Ma in quel momento lì… no, non riuscivo a capire nulla. Ileana mi raggiunse. La trasportammo sotto il boschetto, sperando che nessuno notasse noi e la chiazza di sangue sui bordi del laghetto. Ma era buio e fummo fortunati oltremisura con quel temporale… - il vecchio fece una pausa senza distogliere gli occhi dal suolo – Non ricordo più nulla di quei momenti, facevo quello che mi diceva Ileana senza pensare… un mostro di ghiaccio ed io ero il suo fantoccio. Dovevamo sbarazzarci del corpo… ricordavo la zona dei lavori, vicino al vecchio pozzo che avrebbero chiuso dopo un paio di giorni. Laggiù nessuno avrebbe potuto trovarla. Attendemmo la notte e poi trasportammo il corpo di Elisabetta fino a dove sorgeva la Chiesetta, e di lì al piccolo scavo. Ma prima che la buttassi giù…

 

- Aspetta un momento! Ho un idea – disse Ileana con lo sguardo tagliente…- Ileana, dobbiamo andarcene da qui… subito!- Non sono riuscita a prendere il suo bambino…, prenderò lei!- Ma che fai… tu sei completamente pazza… mio Dio.- Io non sono pazza e tu verrai con me fino in fondo! Non dicevano sempre che io e lei ci assomigliavamo? Bene. Questo tornerà utile.

 

- Era… era guidata da una luce sconvolta. Si tolse l’anello e lo infilò al dito di Elisabetta. Scambiò i documenti. Nel caso remoto in cui l’avessero trovata, avrebbero creduto che fosse stata lei a morire. Tenne per sé un documento che, disse, le sarebbe servito il giorno dopo in qualche banca. E poi…- Cosa fece dopo quella sera? – chiese la donna guardando in lontananza- Ci recammo di soppiatto a casa mia, imbrattati come eravamo di sangue. Nessuno ci vide. Trascorremmo la notte insieme. Ero sconvolto, lei voleva tenermi sotto controllo. Mi fece giurare che l’amavo, che l’avrei seguita. Mi disse che ora sarebbe stata libera, da suo marito, che il futuro, ora che aveva un’altra identità sarebbe stato nostro. Volli crederle, da vigliacco e codardo. Feci finta di niente per qualche giorno, fino alla chiusura della mostra. Lei recuperò il guardaroba di Elisabetta, cambiò pettinatura e lasciò Torino. Io la raggiunsi dopo due settimane, Non ci presero. Nessuno pensò di controllare in fondo a quel pozzo, che venne chiuso un paio di giorni più tardi. Il marito venne a cercarmi stravolto, ma io mentii ostinatamente. Quell’uomo mi fece pena, non sembrava il tiranno che Ileana aveva sempre descritto. Mi interrogarono distrattamente e io non feci fatica a dimostrarmi sconvolto. Fummo fortunati…ora ci arresterebbero in cinque minuti…- Cosa fu della sua vita?L’uomo sogghignò amaramente. – Restammo insieme due anni. Ma il fantasma di Elisabetta fu sempre in mezzo a noi. Ileana non aveva più bisogno di me. Aveva una città nuova e nessuno che la riconoscesse. Quando decisi di tornare qui, lei mi minacciò. Ero suo complice. Se avessi rivelato qualcosa, mi avrebbe spedito in galera per tutta la vita. Tornai qui,  ma le cose mi andarono male.. Quando ho realizzato cosa avevo fatto della mia vita, e quello che avevo perso, sono stato così vigliacco da non avere neanche il coraggio di farla finita… La mia vita si è trascinata sui bordi di questo laghetto… I giornali dissero che era una bambina… chissà che ne è stato… Mentre gli agenti si avvicinavano, gli occhi del vecchio si riempivano di lacrime, come fuochi artificiali che cadevano sulle guance piene di rughe. Alzò gli occhi. Sembrava notte e sul troncone della monorotaia gli parve di veder scorrere il proprio passato.

 

- Ho odiato il Toro per tutta la mia vita – disse qualche giorno dopo la Responsabile dell’Ufficio Casi Irrisolti, poggiata sulla balaustra in legno del laghetto di Italia ’61. L’investigatore anziano la ascoltava guardando la propria corposa immagine riflessa nell’acqua - Credevo che chi mi aveva abbandonata ne fosse semplice tifosa. – chinò la testa e vide la sua immagine riflessa a quella dell’investigatore anziano - Solo ora capisco di essermi sbagliata. Mia madre mi aveva protetto con quanto di più prezioso avesse… Per tutta la mia vita non ho fatto altro che scappare. Sono tornata qui, da dove ero partita…- Accetterai ancora di chiudere il nostro Ufficio – le chiese l’uomo?Ma lei non poteva sentire. Stava guardando la propria immagine riflessa, dietro la quale forse per un secondo, intravide quella tremolante di una giovane donna sorridente, che allungava le mani verso di lei per accoglierla, mentre i suoni si riempivano di note dolci e lontane che parlavano di un fiume che, dopo tanto tempo, era riuscita ad attraversare.

 

Two drifters off to see the world. There's such a lot of world to see. We're after the same rainbow's endwaiting 'round the bend, my huckleberry friend, Moon River and me.

 

La struttura di questo racconto è ispirato ai telefilm “Cold Case”, attualmente in onda su Rai due, serie TV faro di originalità nella desolazione desertica della tv attuale.

Nella stesura di questo racconto, mi sono preso alcune libertà storiche. Dubito in effetti che nel laghetto di Italia ’61 ci fossero delle barchette per bambini. Il film “Colazione da Tiffany”, uscì negli Stati Uniti nel 1961, ma non potrei giurare che fosse già uscito anche in Italia nell’epoca nella quale è ambientato questo racconto.

Per chi volesse approfondire il discorso sui festeggiamenti di Italia ’61, consiglio il bellissimo sito italia61.it che offre ricordi, immagini e filmati su un tempo affascinante e dimenticato.

Mauro Saglietti