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mondo granata
di Silvia LachelloBuongiorno Toro... le vacanze si avvicinano, manca davvero poco, per quanto mi riguarda. Non so se fare consuntivi dell'anno appena passato... no, forse è meglio di no: meglio concentrarsi, sempre per quanto mi riguarda, su questo periodo dell'anno che... non so a voi, ma a me fa lo stesso effetto della primavera.È come una specie di risveglio, una specie di tumulto sotterraneo, una specie di elettricità che inizia a pervadermi.Per le ferie? Macché: per il Toro.Faccio finalmente tabula rasa, elimino le scorie, mi stiracchio un po' per capire se i muscoli dell'anima sono pronti o hanno bisogno di fare ulteriore stretching, rivolgo lo sguardo qua e là, e lo sguardo, taa-daa, mi cade sul calendario.Uhm... fine luglio. Dopo la fine di luglio arriva l'inizio di agosto. Io vado via. Intanto il Toro gioca alcune amichevoli, magari anche un pezzetto di Coppa Italia. Nel frattempo io sono lontana. Fisicamente lontana. Ah, che meraviglia allontanarsi da casa per andare in altri luoghi che, a modo loro, sono anch'essi casa. Passano i giorni, si va verso la fine di agosto. La fine di agosto: il Sole entra in Vergine e inizia il campionato. Ho voglia di stadio.[modalità un momento, por favor ON] Come ho avuto già occasione di dire su codesta pregiata testata giornalistica: non me ne può fregare di meno di tutto il contorno, voglio vedere la Maglia sull'erba. A dispetto di tutto e di tutti. [modalità un momento, por favor OFF]La mia personale primavera Granata: mi piace.È fatta di batticuori, quando penso che il cuore sia diventato di ghiaccio.È fatta di "ma sì, dai... vediamo che cosa succede...", quando fino a due minuti prima era "basta".È fatta di sospiri, quando penso che i polmoni non riescano più a reggere il ritmo di 'sta vita.Il Toro, cari miei... prima o poi torna. Lui fa così. Ogni tanto scompare, ma poi torna: è nella sua natura.Una natura così definita e definitiva da rendere ridicolo tutto il tourbillon psicofisicoemotivo che l'ha accompagnata nei lunghi mesi passati e chiusi ingloriosamente.Mettiamola così: "Ancora non so dire se il calcio sia un gioco molto più semplice di quanto io pensi, o molto più complicato. Quello che so, è che ancora non l'ho capito bene." Lo dice Nick Hornby (*): uno che ama il calcio e ama il suo Arsenal tanto quanto il amo il calcio e il mio Toro.Semplificare, semplificare, semplificare e... niente strategie: solo vita.Buon fine settimana, Sorelle e Fratelli.(*) No, non lo dice in "Febbre a 90°", bensì in "Il mio anno preferito". Leggeteli entrambi.silviatoronews@gmail.com
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