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Buongiorno Toro...Un passo avanti” cantavano i granatissimi Statuto qualche anno fa, nella rivisitazione in italiano del celebre pezzo “One Step Beyond” dei Madness. Trovo curioso come a volte per andare avanti si debba tornare indietro: quando ci parlano di progresso, spesso questo viene espresso graficamente come una linea temporale in avanzamento, ma non è sempre così. Ogni grande condottiero sa che una ritirata onorevole è di gran lunga preferibile a una sconfitta disonorevole. Talvolta, ci vuole più coraggio (e intelligenza) nel fermarsi che nel proseguire, perché perseverare è diabolico quando si persevera negli errori…La scelta di Colantuono era già sintomatica del fatto che Cairo volesse accettare una situazione comunque voluta da lui, e cioè di affidare definitivamente le sorti della società a Foschi per dedicarsi ad altro. Le sue parole di oggi lo hanno riconfermato: per il bene del Toro, per fare finalmente quel passo avanti di cui si sentiva forte l’esigenza, ha fatto un passo indietro… Questo è infine il momento che anche noi tifosi la smettiamo di essere Cairo-centrici: è vero che ora potremmo lanciarci in disquisizioni sul fatto che avrebbe dovuto farlo prima, bla-bla-bla, e che invece è stato intelligente a capirlo, bla-bla-bla…Riprendiamo possesso del nostro Toro a 360°: abbiamo un presidente che potrà finalmente dedicarsi a ricostruire la struttura societaria, un direttore sportivo esperto che saprà convincere le persone giuste ad accettare il Toro, e un allenatore giovane e preparato che ha già imposto ai suoi futuri giocatori grinta, lacrime, sudore e sangue. Certo, tutti concetti poco affascinanti nel calcio d’oggi fatto di apparenza ma, nella foga di apparire, si corre il rischio di apparire piciu, ed è meglio lasciare ad altri quest’infelice incombenza.
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