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C'è anche un po' di Torino alla manifestazione organizzata dalla Gazzetta dello Sport in Vaticano "Il calcio che amiamo" con il Presidente Cairo e una delegazione del vivaio granata. L'evento, rivolto ai giovani e organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Federazione Italiana Gioco Calcio e la Lega di Serie A, verrà chiuso da un intervento del Papa. Tra i vari ospiti d'onore Zanetti, Baresi, Eto'o, Seedorf, Sacchi, Ranieri e Malagò. Il presidente granata ha preso la parola per leggere una lettera nell'aula Paolo VI, che riportiamo di seguito:
“Il calcio che amiamo è quello dei giovani, che rappresentano il nostro futuro. Quante volte, noi adulti, ci sproniamo a fare squadra? Un concetto mutuato dallo sport e che il calcio, soprattutto, ci ha insegnato fin da bambini. Fare squadra sul campo significa misurarsi con la condivisione e la convivenza. Ma anche misurarsi con il valore del rispetto: per queste stesse persone, per gli spazi comuni e per le regole imposte dal gioco. Calcio è soprattutto sinonimo di inclusione: pensiamo a quando, da ragazzi, nel cortile dell’oratorio o al parco andavamo in cerca di altri bambini per poter fare squadra. “Vuoi giocare con me?” è uno dei primi gesti di accoglienza che un bambino possa manifestare: verso ragazzi più grandi, più piccoli, con disabilità o che siano di altre nazionalità, culture e religioni. Senza mai dimenticare quale sia l’obiettivo di un ragazzo che prende a calci un pallone: divertirsi”. Perché il calcio diverte ed è fatto per divertirsi".
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