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Nel trentennale della scomparsa di Giorgio Ferrini, non poteva mancare il prezioso omaggio dell’Associazione Ex Calciatori Granata Onlus. Per ricordare il capitano ha dedicato una pagina del proprio sito (). Preziose testimonianze di chi ha corso, giocato, sofferto e gioito con lui, i suoi compagni di squadra in primis, gli allenatori, i giornalisti e gli amici. La pagina offre 26 scritti, impreziositi da rare immagini.Toccanti ricordi.Dalla miniera del passato estraiamo alcune pepite, parole di dolore e amore, come quelle di Angelo Cereser “Giorgio Ferrini: Capitano e Amico di una vita, tutta granata. Non è un mito solo perché non è più con noi; lo è stato esattamente per la sua concezione delle cose, per la schiettezza, l’equilibrio decisionale senza fronzoli e retoriche inutili, semplicità e umiltà sono sempre stati i suoi baluardi; per noi giocatori, suoi compagni di spogliatoio è stato un riferimento dal quale ricevere fiducia e sicurezza, soprattutto nelle situazioni difficili e complicate, sia in campo che fuori.”Del suo sostituto Eraldo Pecci: “Numero affascinante il 10, che introduce al mito. Tu con l’otto avevi il compito più terreno: accompagnare il Toro da Superga a Pupi-gol. E con Orfeo Pianelli al fianco, l’hai fatto alla grande e perciò ti ringraziamo. Un rinvio di Bearzot, Lido e Luciano che si tuffano, un volo della farfalla Meroni, una gag di Agroppi, il calore ed il folklore della Maratona, un dribbling e cross di Claudio il poeta, mille derby, i gemelli del gol ed ecco laggiù, che palleggia contro il muro del vecchio Fila Pupi, un gemello appunto. E’ un 11 come Riva ma è lui l’uomo della staffetta, fidati.” Quella del gagliardo compagno Aldo Agroppi: “Fui aggregato alla prima squadra, ero con quelli veri!! In me l’angoscia di trovare slancio, grinta, cattiveria per scavare la trincea il più in fretta possibile, ma come fare? Qualcuno mi doveva pur dare un buon esempio per lenire quelle piaghe giovanili ed ancora presenti in me. Non fu difficile individuare il bulldozer che faceva al caso mio: Giorgio Ferrini. La sofferenza sul campo era il suo vanto ed io con urgenza cominciai a capire cosa dovevo fare per guarire. Giorgio mi ha risuscitato. Mille suoi comportamenti mi hanno aiutato ed io mi imposi di imitarlo, mettermi al suo posto per somigliargli il più possibile.”Quella del giovane Roberto Salvadori: “ Alla seconda di campionato mi trovo in ballottaggio proprio con Ferrini per il posto contro la Roma al debutto casalingo. Da una parte la mia stima per Giorgio cresce sempre di più e come una spugna cerco di imitarne il comportamento in campo ma anche di interpretare quegli sguardi penetranti che valgono più di mille parole. Dall’altra parte il posto in squadra me lo voglio conquistare, tanto rispetto per il capitano ma anche tanta impertinenza e voglia di giocare. Giagnoni mi manda in campo e Giorgio in panchina”.L’ultima che citiamo è quella di Gustavo Giagnoni, l’allenatore con il colbacco: “Così in seguito, in serie A, ci trovammo di nuovo avversari, questa volta da capitani, lui del Torino e io del Mantova, e sempre mantenendo un competitivo ma leale rapporto. Dopo qualche anno ci rincontrammo ancora, insieme questa volta, lui sempre capitano ed io nuovo allenatore del Torino. Così ho avuto modo di conoscerlo meglio ed apprezzarne ancor di più le sue qualità sia in campo che fuori. Capitano coraggioso e sempre disposto a proteggere e difendere i propri compagni e ad esaltare il proprio ruolo nell’attaccamento della maglia granata”.Quello che avete letto è solo un frammento, per poter leggere tutte le testimonianze e vedere le preziose immagini basta cliccare e andare a visitare la pagina di Giorgio Ferrini.
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