Il Toro spera in Mark Hughes. E’ il titolo più ricorrente degli ultimi giorni. Hughes è il tecnico del Manchester City e potrebbe permettere ai granata di arrivare al bulgaro Bojinov qualora non lo ritenesse più utile alla causa della sua squadra. Il Toro spera in Mark Hughes era, però, anche il ritornello dell’estate del 1987. I più quotati quotidiani sportivi consideravano l’affare già concluso da parte della nuova gestione De Finis-Gerbi. Il presidente Sergio Rossi aveva abdicato. Stanco e deluso da molte critiche anche ingiuste, lasciò la società alla fine del campionato e con lui cambiò aria anche il re del mercato Luciano Moggi, che aveva comunque già messo a punto qualche azzeccato acquisto, prelevando Crippa dal Pavia. Hughes era un popolare giocatore gallese che si era affermato nel campionato inglese giocando e vincendo con il Manchester United. Di ruolo attaccante, fu acquistato nell’86 a suon di sterline dal Barcellona. Deluse le aspettative nel primo anno e gli spagnoli decisero di cederlo o di darlo in prestito ad un’altra compagine. Tra le squadre in prima fila c’era il Torino, con i suoi tifosi a sognare per dimenticare gli addii di Junior e Dossena. Oggi come oggi, rimane il dubbio se da parte di De Finis si sia trattato di semplice pubblicità o di un serio interessamento alla trattativa. Fatto sta che il campione gallese andò a giocare nel Bayern Monaco per un anno e al Toro arrivò l’austriaco Tony Polster. Non andò poi così male ai granata. Certo le premesse erano diverse, se si tiene conto che l’altro acquisto sbandierato ai quattro venti doveva essere quello dello spagnolo Ramon Calderè, ma la punta riccioluta proveniente dall’Austria Vienna si rivelò un attaccante di cuore e dai buoni numeri. Non riuscì comunque ad esprimersi secondo tutto il suo potenziale nell’anno trascorso alla corte di Gigi Radice. Lo si scoprì solo successivamente quando fece sfracelli in Spagna segnando valanghe di reti con il Siviglia. Con la maglia granata addosso esordì subito segnando una rete sotto gli occhi dei propri tifosi in una sera di fine estate. L’avversaria del primo turno di Coppa Italia era l’Atalanta e dopo appena quattro minuti si trovava in svantaggio proprio per una rete del neo acquisto. Raddoppiò nel secondo tempo Tullio Gritti con cui Polster faceva coppia in attacco.La partita dell’anno per l’austriaco doveva ancora arrivare e si disputò al Comunale alla prima di campionato. Ospite di turno la Sampdoria di Vialli e Mancini. Polster segnò una tripletta e venne da lì in avanti, forse un po’ avventatamente, soprannominato Golster. Infatti, nel prosieguo del torneo realizzò solo più sei reti, tante quante ne fece Hughes in Bundesliga con il Bayern. A fine stagione Polster si trasferì in Spagna, Hughes tornò a Manchester ed entrambi fiorirono diventando leader indiscussi delle rispettive squadre e selezioni nazionali. L’anno a seguire giunse a Torino in attacco il brasiliano Muller, ma questa è un’altra pagina che avremo modo di approfondire più avanti.
mondo granata