mondo granata

Uno, due, tre, quattro

Redazione Toro News
di Silvia Lachello

Giovedì 18 marzo 2010. Caro Diario, le giornate si sono decisamente allungate e quando esco di casa non trovo più buio e lampioni accesi ma un cielo fra il celeste e il grigio chiaro con qualche pennellata di arancione e rosa, anche se non sono sempre in grado di cogliere la bellezza di tutto ciò.Non subito, voglio dire... fin verso le 11 sono una specie di animale furioso per essere stato costretto ad uscire dalla tana e, se sollecitata, rispondo a monosillabi o con grugniti (riservo le scorte di miele ai bimbi... ma mi è naturale farlo: gli animali non sono mai crudeli con i piccoli).Al semaforo di piazza Carducci mi coglie un pensiero improvviso che un po' accelera la metamorfosi da animale a essere umano.Per motivi che non sono in grado di comprendere - la mente umana è insondabile, quella in via di metamorfosi è un casino - l'unico neurone di cui dispongo viene sbattuto con violenza contro le pareti interne del cranio.Si crea il silenzio perfetto e poi una voce grida forte: "Ma il Capitano... il Capitano... saremo mai in grado di farlo innamorare del Toro?"Un'altra voce risponde: "Non esistono più giocatori che si innamorano di una squadra..."La voce di prima ribatte: "Ecco, appunto. A me non piace questa cosa qui..."La seconda voce commenta: "Non sempre la vita è come vorresti che fosse..."Quanto odio sentire le mie voci interiori quando parlano come parlo io di solito.Che scossa.Vabbe', ne parlerò con la Stefi, la persona che è qui sulla terra per essere anche voce della mia coscienza (se ne ho una...).Intanto mi girano le ovaie a mille per essere stata strappata dal mio limbo mattutino fatto di non totale contatto con la realtà e... in un attimo sono in ufficio.Accendo il pc, aspetto la solita mezz'ora di agonia affinché sia operativo, il telefono inizia a squillare... e sono già le diciassette.Torno a casa e sul tardi riesco anche a mettermi a tavola... trofie con panna, pesto e pomodoro: la vita è bella.Accendo la tv e manco la guardo: non sono abituata, preferisco usarla come se fosse una specie di radio 'diversa'."Ma che orrore!", penso: capisco che sono sul canale che trasmette la partita dei gobbi. Mentre mangio. Che orrore.Immediatamente dopo realizzo che forse tanto orrore non è poiché la voce del telecronista dice "... in cinque minuti più recupero non si può certamente riparare a questa disfatta...".Smetto di masticare.Penso "Vuoi vedere che...".Alzo gli occhi verso il video.Quattro a uno.In rapida sequenza grido (con le trofie in bocca... uno spettacolo indecoroso...):- "Nooooooooooooooooo!"- "Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!"- "Ah!"- [inizio a ridere convulsivamente]Corro davanti al pc e cerco Paolo su Messenger:Io - Hey, psssssst... ma... ma... ma... i gobbi stanno perdendo 4 a 1!!!Lui - Zitta! Non ci pensare! Guarda il catalogo dell'Ikea on line! Non ci pensare!Io - Sì!Lui & io - [discettiamo con britannico self control di librerie, scrivanie, portacd]Io - E' finitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!Seguono celebrazioni, danze, libagioni, ricchi premi e cotillons.Poco prima di andare a dormire mi ricordo delle trofie... abbandonate sul tavolo, gelide... ma sembrano sorridermi pure loro.Ci sono giorni che bisogna vivere fino in fondo anche a costo di un simil-digiuno per gioia.Come dicevano i Beatles? One, two, three, four, Can I have a little more?Venerdì 19 marzo 2010Caro Diario,io lo so.Io so che quando lui fa quella faccina ha un preciso pensiero in testa.Lui è mio figlio, il pensiero è: "proprioamedovevacapitareunamadregranatacosì?"Capisco e, guardandolo in queli occhi azzurri così grandi da cancellare il cielo, gli dico: "Gran calma, giovane, mi comporterò bene... non dirò nulla a Walter, ok?"Walter lavora nel bar davanti alla scuola di mio figlio.Walter è gobbo.Stiamo per entrare nel bar e mi pianto le unghie nei palmi delle mani: forse così riuscirò a NON ridere.Le quattro pere di ieri sera mi hanno resa oltremodo allegra e continuo a ridere senza controllo.Ma mi sforzo di mantenere un contegno."Ciao, un succo alla pesca e un caffè, per favore...", dico con voce normale, normalissima.Poi mi siedo accanto a mio figlio e sfogliamo insieme alcuni giornali.Sono molto orgogliosa di me stessa: mi comporto come una milady, wow! So farlo anche io!Ma poi accade.Accade che dalla radio partano le notizie sportive.Accade che dicano che la sera prima a Londra...Mi si cristallizzano le guance, spinte quattro volte verso l'alto, e rido in silenzio.Saltello sulla sedia come se fossi su una giostra.E tiro su lo scaldacollo per nascondere lo sghignazzo.E' ora di andare, mi avvicino alla cassa, Walter mi guarda negli occhi, io lo guardo negli occhi, lui aspetta una bordata ed io... scoppio a ridere con la stessa irruenza con cui esplode un vulcano.Chiedo scusa (perché poi? Boh.) ed esco dal bar augurando a tutti una buona giornata: la mia sarà splendida, non ho alcun dubbio.E mio figlio... mio figlio ride con me, via: quando mamma è felice va tutto meglio, no?In ufficio i gobbi che sono costretti per motivi di lavoro ad entrare nel mio ufficio (Oh! Sanno diventare introvabili quando è il caso, eh?), oltre a convenevoli più svenevoli del solito, accennano al fatto che è quasi Primavera, che è la festa del Papà, che speriamo che non piova, che trallallero lallà.Di nuovo in un amen sono le diciassette ed esco dall'ufficio... dai, ce la sto facendo, sto smettendo di ridere. Meno male: 'sti crampi agli zigomi iniziavano ad essere problematici.Però poi mi telefona Mauro ed allora mi metto di nuovo a ridere e lui ride con me e il mondo è bello e gobba cucù la coppa non c'è più... e poi basta se no meniamo rogna al Toro: domani si gioca a Modena. Non vinciamo lì dai tempi del Grande Torino. Calma, gran calma, un po' di contegno, suvvia...Sabato 20 marzo 2010, Modena - Toro 0-2Caro Diario,gran conclusione di settimana: un angelo nero e un ragazzo con la faccia da garibaldino ci hanno riempito la pancia e colmato la distanza da quell'ultima vittoria nel 1948.E se dico 1948 dico anche... vabbe', io oggi non voglio lasciare spazio al magone che mi accompagna come un'ombra in virtù dell'essere quella che sono: granata.Buonanotte: dopo le risate di due giorni fa, i sorrisi di oggi.Domenica 21 marzo 2010Caro Diario,è Primavera. Da qualche parte sicuramente è Primavera anche al di fuori dei calendari. Qui no di sicuro. Ma a me non dispiace, anzi... mi aggrappo a questo cielo grigio, a questa pioggia fine: che durino ancora per qualche giorno, dai... c'è sempre tempo per il sole...Lunedì 22 marzo 2010Caro Diario,è venerdì.Cioè: tecnicamente è lunedì, ma domani è giorno di partita e quindi oggi è venerdì.Non ammetto repliche in merito.Non è questione di scarsa elasticità mentale.Né di misantropia.E' solo che... insomma: statemi lontano il giorno prima della partita.L'ha capito bene, come sempre, Giampaolo. L'ha capito al quarto tentativo. Ma prima lo trovavo dappertutto. Dap-per-tut-to. E dire che pensavo rimanesse nascosto come tutti gli altri a rimuginare...Primo tentativo: viene nel mio ufficio a farsi firmare un foglio. "Eccolo: puntuale come una colica in un giorno di festa...", penso ma dico: "Metti il foglio nella cassettina nera, grazie..." senza distogliere gli occhi dal monitor.Lui replica: "Hai detto bianconera?"Alzo lo sguardo e gli dico: "No, ho detto di non rompere i cog§ioni. Ciao."Se ne va.Secondo tentativo: vado alla macchinetta del caffé. Dannazione, c'è anche lui e mi dà il benvenuto: "Posso offrirti un caffé macchiato? Un buon caffé bianconero?", mi dice. "Ma questo è più idiota di se stesso...", penso ma dico: "C'è qualcuno? Sento come un raglio in lontananza... che strano...". Lui replica: "Hi, che rrridere...".Bevo parte della mia cioccolata calda e gli dico: "Ridi con questo, va'..." e lo invito improvvisamente a prendere al volo il bicchiere di plastica semivuoto. La sua espressione di panico è così simile alla faccia di Zac sul finir del match contro il Fulham. Ma perché sprecare della (quasi) buona cioccolata calda? Me la bevo tutta. "Ciao." gli dico e volto i tacchi.A proposito di Zac: che sensazione (l'aggettivo lo dico dopo) vederlo con QUELLA faccia e sapere che QUELLA faccia era per gli ALTRI.L'aggettivo è... esaltante? Boh, ci devo pensare. Sicuramente è qualcosa che si avvicina a 'sìììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!'.Terzo tentativo: in pausa pranzo. Mi siedo appositamente ad un minitavolo giusto per dare il messaggio "Lasciatemi in pace" al mondo ma lui insiste. Forse non sono stata abbastanza assertiva, prima... e penso "E basta, mo'". E basta mo' un par de anfore... si siede e raglia: "Scusami per prima... ma è più forte di me!". Ride. "Credi nelle possessioni demoniache?" gli chiedo. Mi guarda sbigottito e mi dice con voce tremante: "Ho troppa paura di queste cose... comunque sì... ci credo... eccome se ci credo... perché?". "Perché non ho intenzione di sottopormi ad esorcismi di alcuna sorta..."  e lo dico con voce distorta, così distorta che egli si spaventa e se ne va. "Ciao", penso. E penso anche che un idiota così - fortunatamente - è raro.Quarto tentativo: di nuovo nel mio ufficio. Lo chiamo io per restituirgli il suo pezzo di carta da formaggio firmato (firmato il pezzo di carta, non il formaggio). Entra e ci prova ancora: "Domani gioca la serie B, vero? Contro chi perdete questa volta?"."Ascolta, Giampaolo, anzi: guardami. Guardami BENE. E ascoltami: ci sono cose che puoi capire perfino tu... Allora..."... mi alzo in piedi, prendo il suo foglio della malora E le forbici, mi avvicino all'idiota e taglio via un pezzettino del documento."Uh, come sono affilate, hai visto?""No... dai... quel foglio mi serve...""Come? Non ho capito.", e via un altro pezzetto."Per favore... [pigola] scusami...""Scusami tu ma non capisco perché tu sia così agitato...""Quel foglio mi serve... [cigola] io pensavo che tu avessi senso dell'umorismo... eccheccavolo...""Ne ho quanto basta... e tu?" zac, un altro pezzo."No, dai... [raglia] adesso basta!""Sì, basta. Leggi il labiale: fuo-ri-dai-co-g§io-ni. Ti è chiaro, ora?", e zac per la quarta volta. Poi sbatto con violenza le forbici sulla scrivania e con gentilezza gli porgo il foglio rimaneggiato."Sì, ho capito..."E' rosso in volto, stringe fra le mani il foglio che - to' guarda! - ha assunto la forma di uno strano ottagono, ha il capo chino, la coda fra le gambe.Vediamo quanto dura la tregua.Vediamo quanto riuscirà a fare suo il concetto di lasciarmi stare in pace con le mie ansie... sono già abbastanza: non mi interessano le sue.Forse dovrei essere più empatica.Forse.Ma manco per il beneamato.Proprio non esiste.  Mercoledì 24 marzo 2010, poco dopo la mezzanotte, ieri (sic) Toro - Ascoli 1-0 Caro Diario, il solito copione dei turni infrasettimanali: tutto va storto, tutto (be', quasi...).C'è più traffico in città, i bambini piantano (legittime) grane raddoppiando i tempi di uscita dalle scuole, al supermercato becco la cassiera "gu style", arrivo a casa, riesco a fare mezza doccia, arrivano ottomila telefonate, esco di casa come un uragano intorno alle 20, scendo dall'auto in corsa (o quasi...) in un punto imprecisato di corso Agnelli, mi precipito ai tornelli, salgo gli scalini e più che un'Erinni sono la reincarnazione di Attila (uh, quanta furia c'è sempre in me...), individuo i miei compagni di ventura e... oh, finalmente posso rallentare il ritmo.Alleluja.Manca qualcosa però... ca§§o, noooooo... non ho cenato. E vabbe'... inizia la partita: FORZA TORO.Poi la partita finisce e abbiamo vinto (merci, Gaël et copains, merci merci merci!!!).E poi e poi e poi... urgono birra e commestibileria. Non ho capito bene perché ho preso una birra bionda (forse per omologarmi ai due amici rimasti lì a sopportare i miei blablabla?): io bevo esclusivamente birra rossa.Quando alla commestibileria... questa volta mi è toccata una focaccina incandescente fuori e gelida dentro... come? Anche le altre volte? Echissenefrega: il Toro ha vinto, lasciami godere in pace.Ed ora: buona notte. Sì, buona notte!  Mercoledì 24 marzo 2010, pausa pranzo Caro Diario, a me sembra tutto così strano.Cioè... uh, come faccio a spiegartelo? Mi sembra impossibile.Mi sembra impossibile avere acchiappato sei punti in quattro giorniE, quasi contestualmente, aver visto quelli con i noncolori sbagliati pigliare otto pere in otto giorni.Ma non posso permettermi di sghignazzare all around come un'oca, no, proprio non posso permettermelo... però... devo dirtelo... devo dirtelo.Quasi quasi non te lo dico.Ma sì: te lo dico.Hai presente quei giornalucoli che vengono distribuiti per strada?Su uno di essi c'era scritto che... oddea, non riesco a scrivere, sto di nuovo ridendo... 1-2-3, respirone, via: c'era scritto che fra i candidati ad occupare la panchina dei noncolorati a strisce c'è... Magath.Quando si pensa, anche alla lontana, di affidarsi ad una delle proprie nemesi... be', sono bei segnali per chi graniticamente granata abitualmente passa attraverso tempeste, inciampa, si rialza, si toglie un po' di polvere dai vestiti e poi procede.Magath. Gran bravo ragazzo. Poi ti devo raccontare della strana abitudine che ha qualcuno di noi quando non può venire allo stadio. Solitamente l'assente chiede ad un presente di gridare anche per lui/lei e, magia delle magie, il presente lo fa come se non avesse mai fatto altro in vita sua e l'assente lo sa e ci si sente così bene che il dolorino alle corde vocali può tranquillamente passare in secondo piano e ti devo raccontare anche che ci siamo persi il Pierpaolo all'uscita dallo stadio ma non adesso, non adesso..