mondo granata

Uno spettacolo ricco di fede e ironia

Ermanno Eandi
Non è facile parlare del Filadelfia, il muro del pianto granata, con ironia e ficcante sagacità. Ci è riuscito Francesco Giorda, artista e interprete della pieces teatrale “Tutto Fila”. Lo incontriamo al...

Non è facile parlare del Filadelfia, il muro del pianto granata, con ironia e ficcante sagacità. Ci è riuscito Francesco Giorda, artista e interprete della pieces teatrale “Tutto Fila”. Lo incontriamo al “Teatro della Caduta”, un minuscolo luogo d’arte, capienza 48 persone, su un palcoscenico piccolissimo, accompagnato da quattro musicisti (i Minigezz) che dialogano e suonano con lui con destrezza e simpatia tale da accostarli alla Banda Osiris. Lo spettacolo inizia con la formazione del Grande Torino, poi l’attore dilaga: prima con l’imitazione del radiocronista, poi passa ai momenti salienti della storia del prezioso stadio, fino al monologo con il mattone superstite, chiudendo la performance con la poesia “Me grand Turin” di Giovanni Arpino.Le gags, la sua goliardica verve, spesso aiutano a dimenticare l’attuale sfacelo del Fila, facendo trascorrere (grazie anche gli interventi musicali) una piacevolissima ora. Alcuni esempi? Dopo aver raccontato al mattoncino le terribili traversie dello stadio, si rivolge al pubblico scusandolo perché “è distrutto” , a Cimminelli che alla domanda: come vede il futuro del Filadelfia? Risponde “Tutto Bennet”, Novelli, invece, lo nomina “Primo cittadino e primo tifoso granata…… a voler abbattere il Fila”.Proviamo a conoscerlo meglio.Francesco Giorda, quanto è importante l’ironia nel suo spettacolo?L’ironia tagliente è fondamentale. La realtà è che purtroppo il Fila non c’è più, quindi stemperare con l’amara allegria diventa d’obbligo, altrimenti ci sarebbe solo da piangere. Le due radiocronache quella simile a Nicolò Carosio e quella del commentatore brasiliano sono state create proprio per divertire il pubblico.Lei si sente, un attore riuscito o un radiocronista mancato?Nessuno dei due. Forse, adesso che ci penso dovrei fare il radiocronista.Quali sono le sue emozioni all’apertura del sipario?Ogni volta non capisco se al pubblico interessa veramente quello che dico, oppure no. Comunque è una emozione immensa. Mi piace dialogare, comunicare con gli spettatori.Come mai uno spettacolo sul Fila?È stata una occasione. È stato realizzato in occasione della manifestazione “autunno granata” organizzato dalla Circoscrizione 9 del Comune di Torino. Mi hanno richiesto uno spettacolo sul Filadelfia. Grazie al loro budget iniziale, sono riuscito a realizzare l’opera. Ho accettato immediatamente, ero entusiasta.Cosa prova quando passa davanti al glorioso stadio?Rabbia. Penso che una cifra ridicola spesa in manutenzione non sarebbe mai stato demolito, mentre adesso stanno rifacendo il “Delle Alpi” con i fondi degli Europei del 2012. Per ricostruire il Fila servivano dieci miliardi, Giribaldi li ha offerti, ma nessuno li ha voluti, dovevano buttarlo giùHa pensato allo spettacolo per il nuovo “Delle Alpi”?Se lo realizzo deve essere uno spettacolo che non si vede, perché al Delle Alpi non si vede mai niente e si sente male. Non credo che verrà bene, meglio non farlo.Un appello per venire a vedere il suo spettacolo?Dopo aver urlato ed esservi arrabbiati allo stadio, venite a sorridere con uno spettacolo creato per voi, da un tifoso per tutti i tifosi granata.