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Vieri dice addio

Redazione Toro News
Quando il vivaio del Torino non aveva rivali, i suoi osservatori segnalarono un potente -ma un po' grezzo- centravanti che militava nel settore giovanile del Prato; era il 1990, il nome del ragazzo era Christian Vieri. Iniziò a giocare nella...

Quando il vivaio del Torino non aveva rivali, i suoi osservatori segnalarono un potente -ma un po' grezzo- centravanti che militava nel settore giovanile del Prato; era il 1990, il nome del ragazzo era Christian Vieri. Iniziò a giocare nella Primavera granata, e in molti chiedevano "ma è figlio di Lido?". No, era (ed è) il primogenito di Bob Vieri, attaccante di Serie A anni '60-'70. E' un ragazzone che ha passato l'infanzia in Australia e l'adolescenza in Toscana; giramondo fin da piccolo, lo rimarrà anche da professionista.

Esordisce nella massima serie con la maglia granata addosso, e con la stessa casacca con la quale si allena al Filadelfia ecco che vi segna anche la prima rete: 9 Maggio 1992, terzo gol in Torino-Genoa 4-0, un imperioso tuffo con colpo di testa otto minuti dopo essere subentrato a Giorgio Bresciani in una squadra che si apprestava a conquistare il terzo posto in campionato (risultato mai più raggiunto da allora).

"Bobo" fu quindi ceduto in prestito al Pisa, quindi al Ravenna, dove, ventenne, andò a segno 12 volte; il neo-presidente del Torino, Gianmarco Calleri, pensò bene che un ragazzo così giovane e promettente dovesse essere ceduto. Per far cassa? Macchè: per consolarsi del furto della sua Mercedes nuova di pacca, il patron diede la metà del cartellino del bomber in erba al Venezia, in cambio di 600 milioni di lire più Petrachi, centrocampista che in granata collezionerà ben 1 presenza.

Vieri girerà poi l'Italia e l'Europa, fermandosi (per sei stagioni) solo all'Inter, all'insegna di un'inquietudine che non gli permetterà mai di legarsi profondamente ad alcuna tifoseria (pur ripagandole quasi tutte con grandi quantità di reti). Uomo dei record (come quello di aver segnato, in un campionato, più reti delle partite disputate), gli ultimi anni di carriera sono all'insegna di un tramonto lento e un po' triste, colpito specialmente dai problemi fisici che da sempre lo attanagliavano. L'annuncio dell'addio, ieri, all'uscita del Palazzo di Giustizia di Milano, dove era stato ascoltato dai giudici nell'ambito della causa da lui intentata a Telecom e all'Inter per lo "spionaggio" nei suoi confronti (roba di alcuni anni fa). Lascia un campione, vicino al ritorno in maglia granata un anno e mezzo fa, quando il club di Cairo scelse infine il futuro, con Rolando Bianchi.