mondo granata

Vincere e crederci sempre

di Fabiola Luciani
Redazione Toro News

Voglio rivelarvi un segreto sconvolgente: l'infinito è un cerchio.

Questa seducente scoperta non è merito della scienza mercenaria, ma è frutto delle mie osservazioni quotidiane. Tutto torna e si ripete, e la duplicazione delle “chances” allevia lo sconforto di chi si è perso l'occasione iniziale. Noi giovani tifosi granata, che dei sette scudetti abbiamo soltanto letto le cronache vibranti, siamo esausti in questa eterna vigilia che appare senza epilogo.

Mi viene in mente il filobus e la sua teorica possibilità di viaggiare all'infinito ( a meno che qualcuno non gli stacchi la corrente ), ripresentandosi sempre allo stesso punto dopo aver fatto il giro della città. Questa constatazione apre scenari succulenti e pone noi tifosi granata nella condizione di attendere la ripetizione di un ciclo entusiasmante.

Siamo tutti in attesa al capolinea del 8 sbarrato ( che ahimè ci hanno sottratto ingiustamente ), non sappiamo se passerà mai il 9 o il 10, ma ci dicono di resistere. Siamo in tanti e qualcuno mugugna per il ritardo, soprattutto i più anziani che, avendo un biglietto a tempo, temono di perdersi la corsa.

Le tragedie del 2005 diventano il nuovo “big-bang” ma, come nel 1906, tutto ricomincia: diamogli ancora un po’ di tempo a questo Toro, e siccome il pi-greco sarà sempre ostaggio del suo 3.14, prima o poi incrocerà un raggio di sole, lo eleverà al quadrato e noi respireremo una nuova aria.

Mi divertono le attuali ipotesi sulla natura della stella di Betlemme.

Parlano di cometa, di congiunzione dei pianeti, di asteroidi anarchici, ma non è vero niente: quella era la Stella del Toro, sconosciuta agli astronomi e agli stregoni, e la cui rotta passa sulla terra ogni 2000 anni ... circa.

Anche se Erode-Cimminelli ed i suoi predecessori non hanno lasciato neppure l'erba ( proprio come al Fila ) uccidendo i sogni neonati, quella stella sta per riaccendersi e quindi dobbiamo prepararci: "Houston, abbiamo un problema ... aiutateci a riconoscerla e soprattutto ad acchiapparla".

Nessuno sa in che modo ci riusciremo, ma anche una disperata utopia non è mai astratta se genera energia, e la nostra ha le sembianze di una turbina perpetua.

La partita di domani pomeriggio arriva come un primo esame vero in questo primo scorcio di campionato. Ora però serve dare una prima risposta concreta di che pasta è fatto questo Toro.

Saprà mantenere la giusta concentrazione mostrata alla prima di campionato all'ombra di Superga?

L'aspetto più difficile della partita con la Reggina è proprio quello di non sottovalutare l'avversario, così come pare sia successo nelle ultime due amichevoli pre-campionato. Se si ricommettono certi errori il segnale di una gioventù svagata ci saranno tutti. Ovviamente non sarà un dramma, ma servirà a capire che ci vuole ulteriore tempo per GDB per far crescere questi ragazzi.

Un risultato solo per fugare ogni sospetto e lanciarsi, oltre che consacrarsi. Il calendario dice che poi ci saranno nel giro di una settimana il Livorno in Coppa Italia e la corazzata Inter.

E se è vero che l'appetito vien mangiando allora ne vedremo delle belle.

E' inutile e dannoso però fare calcoli. Si deve vincere pensando ad una sfida alla volta, e finita questa, archiviarla e pensare alla successiva. Solo così si possono raggiungere traguardi importanti: questo Toro è già maturo per farlo? Impossibile dirlo già adesso, ma se tanti indizi fanno una prova è bene portare come tale una vittoria già domenica.

Intanto la Reggina però non sarà una vittima sacrificale, ma il compito però più arduo l’avrà il Toro: dimostrare che i segali lanciati nell’incontro contro il Lecce non sono effimeri.

Dunque, se l'infinito è davvero circolare, non ci resta che attendere.

L'enigma irrisolto nel chiederci se sia questo di oggi una vera squadra da Toro, ci durerà solamente il tempo che occorrerà per ritornare allo stadio con nuove speranze, vecchie bandiere e intatte energie.

E mentre attendiamo con trepidazione i goal degli ex, Amoruso e Bianchi, noi tifosi granata c'interroghiamo sull'esagerato ritardo di questo filobus, fermo in salita con le antenne deragliate, e con l'autista che smoccolando tenta di reinserirle tra i fili aggrovigliati della rete elettrica.

Ma ci dicono di non demordere, perché forse finalmente quel filobus sta per arrivare.

Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.