Martedì 14 luglio 2009. Caro Diario, ti racconto di me e di altro. Se ci avesse messo i piedi sarebbe stato invitato a muoverli in rapida progressione fino a diventare un puntolino laggiù, ai confini con l’orizzonte.Se ci avesse messo le mani sarebbe stato accusato di averle avute bucate in talune occasioni o attaccate a braccia troppo corte in talaltre.Se ci avesse messo NOI sarebbe stato tacciato di scarsa originalità e magari anche di portare sfiga, giacché la sfiga non perde mai la sua allure… ma che cosa dico? Il suo appeal, va’… così faccio un breve ripasso di francese e di inglese e lo faccio partendo dalla lettera A.Invece ci ha messo la faccia. Molto bene.Lo confesso: la prima reazione è stata di sgomento. Ma che cosa gli è saltato in testa, ho pensato.La seconda reazione è stata quella di ridere, di ridere di gusto perché, in fondo, solo chi non fa non falla, e chi fa – solitamente – trae spunto per il suo fare da un moto improvviso dell’anima quindi non radicato nell’intelletto.La terza reazione è stata quella di mandare a stendere un gobbo che mi ha telefonato in merito alla questione esordendo con un finissimo “Ha la faccia come il culo!”. La mia fredda risposta lo ha rispedito nel gorgo incolore da cui proveniva. Come? Quale risposta? Ma no, dai… lascia stare… era solo un breve discorso su chiappe e dintorni…La quarta reazione è stata quella di ripiombare nello sgomento: quanti “Ha la faccia come il culo!” avrei dovuto affrontare da qui a prima delle vacanze?La quinta reazione è stata quella di pensare che esistono atti coraggiosi la cui prima apparenza fa pensare alla follia.Poi non ho più avuto voglia di contare ed ho deciso che sì: era una bella idea. E’ una bella idea.Ti dico come la interpreto io: metterci la faccia vuol dire esporsi in prima persona. Metterci la faccia è non nascondersi. Metterci la faccia è non fuggire dalle proprie responsabilità. Metterci la faccia è augurarsi che le cose girino per il verso giusto. Metterci la faccia è anche un tentativo per fare ammenda. Metterci la faccia è chiedere scusa . Metterci la faccia è fare una promessa, l’ennesima forse, ma farla guardando negli occhi l’interlocutore non tirando il sasso e ritirando il braccio.Non so se credo al 100% a tutto quello che sto scrivendo ma mi riesce più facile avere fiducia nel futuro che non averne. Chiamiamola fiducia nel futuro, nel cambiamento, nella ruota che gira… tutto questo genere di cose. Perché vivere male il presente pensando che il futuro sarà terrificante? Vivo il mio presente assaporandone ogni singolo istante, bello o brutto che sia. Tanto è il MIO presente, non posso vivere il presente di qualcun altro… meglio osservarlo crescere piuttosto che pensarlo in agonia.In ogni caso ci sarà sempre qualcuno a cui non va bene niente, qualcuno sempre scontento, quelli che manifestano un minimo di fiducia saranno/sono tacciati di ottusità, di cecità mentale, quelli che si lamentano comunque e sempre troveranno comunque e sempre un comunque e sempre che comunque e sempre non va.Vabbe’… ma sono solo io ad andare in vacanza quest’anno? Sembra di sì… ho voglia di staccare e sicuramente ci riuscirò.Anche se poi si sa: trovo sempre qualcuno del Toro in giro per il mondo… ma quando accade si accendono luci di gioia, nulla a che fare con la noiosa noiosità (noiosità = noia al quadrato, licenza poetica). Ci si scambiano dettagli di fede e tutto il resto fa a farsi friggere.Ci si abbraccia contenti e ci si sloga la faccia a forza di sorrisi e lo sterno pulsa spinto dal battito accelerato del cuore.Non c’è spazio per le polemiche, non c’è spazio per le recriminazioni, non c’è spazio per altro che non sia l’IDEA che ci accompagna e che tutti quanti, ognuno a modo suo, teniamo viva.Tutti quanti. Ognuno a modo suo. Anche i brontoloni. Anche quelli che si vergognano perché ha scelto di metterci la faccia.La vergogna deve nascere da altri eventi, questo è nulla, anzi: questo è qualcosa, qualcosa che fa anche sorridere. No, non si tratta di sorrisi di scherno, si tratta di sorrisi punto e basta.Povera illusa, eh? Boh: non mi sento e non sono né povera né illusa. Quando mi trovo nelle sabbie mobili preferisco mantenere la calma e rimanere ferma piuttosto che agitarmi o sacramentare. Per quanto mi riguarda si tratta di scegliere fra agire quando è opportuno o non agire con la massima inopportunità.Seguirò quasi sempre la prima strada: rende la vita più facile ed aiuta nell’individuare soluzioni.E lo farò sempre esponendomi in prima persona, mettendoci la faccia, perché io sono io e per quanto il destino mi abbia fatto il grande dono dell’empatia e riesca abbastanza agevolmente a mettermi nei panni altrui… be’, non potrei mai essere diversa da quella che sono. Empatica, già. Sì, anche antipatica… e quindi? E quindi Forza Toro.
mondo granata
Voci contro
di Silvia Lachello
Post scriptum: Un pensiero a Roberto, cuore granata che è volato in cielo all'improvviso la scorsa settimana. Che la tua famiglia trovi conforto nel tuo ricordo. Mancherai.
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