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Proviamo a stemperare la tensione della vigilia, giocando un po’ insieme? Proviamo a pensare in che modo ci piacerebbe vincere il derby? Attenzione, attenzione: se per puro caso ci fosse un lettore juventino, pronto a riderci dietro, lo invitiamo a divertirsi con noi. Gli spiegheremo che, proprio perché siamo tifosi del Toro, siamo abituati a lavorare molto con la fantasia; gliene impresteremo anche un po’, ammesso e concesso che sia in grado di farne buon uso. La fantasia e la voglia di sognare sono un privilegio e una dote di cui andiamo fieri, come tutte le altre fortune che abbiamo nel tifare Toro. Sì, è vero, forse siamo un po’ pazzerelli, ma non ce ne vergognamo. Siamo folli da una vita, da quando abbiamo incominciato a tifare per i colori granata, e non ci poniamo limiti. Ogni tanto i sogni si avverano, durano poco, ma rappresentano nuova linfa per elaborarne altri. Fatta questa premessa, possiamo dare il via al gioco dal titolo: Come ci piacerebbe vincere il prossimo derby?Sottotitolo: Dal momento che non ne vinciamo uno da 14 anni? Riflettiamo bene e andiamo per esclusione: abbiamo già vinto con risultati roboanti agli inizi del secolo scorso. Nel campionato 1912/1913 furono ben 16 le reti segnate alla Juventus, distribuite in egual misura tra andata e ritorno. Sarebbe uno sfizio niente male ripetere un risultato del genere, ma abbiamo parlato di sogni, non di giocare a chi la spara più grossa. Abbiamo vinto anche con uno scarto minore, ma sempre netto, alla fine degli anni ’60, nella domenica successiva alla tragedia di Gigi Meroni; sinceramente, però, abbiamo già fatto incetta di sfighe e disgrazie, che ne faremo volentieri a meno da qui sino all’eternità, rinunciando pure a una vittoria commovente come in quell’occasione. Abbiamo anche vinto a tavolino una volta, ma non fa per noi, e quell’unica volta che accadde, nell’anno dell’ultimo scudetto, i nostri campioni avevano comunque vinto sul campo, nonostante il portiere Castellini fosse stato colpito da un petardo. Abbiamo vinto segnando tre reti in 4 minuti scarsi, rimontando il doppio svantaggio di Platini e soci nel marzo del 1983; ancora adesso stentiamo a crederci e meno male che ci sono documenti filmati che testimoniano che tutto fosse realmente accaduto. Abbiamo vinto sempre nello stesso anno, ma ad ottobre, con un giocatore della Juve a terra e, in barba a qualsiasi regola del fair-play, Selvaggi e Dossena continuarono l’azione andando in gol. Ancora vien da ridere a risentire l’intervista di fine partita al francese Platini che si lamenta del fatto che fossero rimasti in 9 in quell’azione, dal momento che era già stato espulso Boniek poco prima. Due anni più tardi, poi, volò Aldo Serena in cielo a raccogliere il calcio d’angolo di Junior all’ultimo minuto della partita. Anni ‘80, altri tempi e sogni lontani, comunque risvegliati, agli inizi del nuovo millennio, non da una vittoria, ma da un pareggio, con un Toro debole, ma coriaceo, capace di rimontare lo svantaggio di tre gol nel solo secondo tempo e di godere nel vedere che la buca, fatta sul dischetto del rigore da Maspero, impedì al bianconero Salas di portare a casa la partita. Da non dimenticare, a proposito di rigori, quello parato da Pastine nel gennaio del 1995 che salvò il risultato di 3-2, annichilendo il migliore interprete dell’antipatia juventina, Fabrizio Ravanelli.In cuor mio, però, ci sono una partita e un episodio che rientrano nel cosiddetto mondo dell’irrealtà, proprio perché anche la mente più estrosa non sarebbe mai stata in grado di prevederli. L’attore protagonista si chiama Daniele Fortunato (curioso anche il nome). Costui, giocatore juventino, a una ventina di minuti dal termine del derby del 14 aprile 1991, segna nella propria porta colpendo goffamente il pallone proveniente da un cross del nostro spagnolo Martin Vazquez. 2-1 per il Toro. Che soddisfazione, vincere su autorete. L’avversario che si fa gol da solo. Della partita ne abbiamo parlato, ma qual è l’episodio, ma soprattutto lo scherzo del destino che ne consegue? Che Daniele Fortunato, due anni più tardi, andrà a vestire i colori granata e segnerà altre due volte nei derby della stagione 1993/1994, sempre e correttamente in queste circostanze, nella porta della Juve. E’ vero che non furono reti che portarono ad altrettante vittorie, ma fa sorridere pensare che Daniele Fortunato fosse già un giocatore del Toro nel 1991, travestito con la maglia a righe. Uno scherzo niente male, più che altro una casualità che a rileggerla fa pensare quanto possa essere buffo e bello vincere il prossimo derby con una tripletta di un ragazzo che è cresciuto nelle giovanili della Juve, che ha la faccia dello juventino, che ha il dna juventino e che è arrivato a vestire i nostri colori solo un mese fa, non per sbaglio, ma forse per una missione ben precisa voluta dal destino. Caro e malcapitato lettore juventino, hai indovinato di chi stiamo parlando? Ti sei divertito a giocare con noi a: Come ci piacerebbe vincere il prossimo derby?
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