di Silvia Lachello
mondo granata
Volontà
Venerdì 30 settembre 2011, ciclisti-Toro 1-2Caro Diario,e chi riesce a dormire, ora?C’è questo sorriso, sì, questo sorriso... c’è questo sorriso che mi fa venire i crampi alle guance, questo sorriso che sembra essere entità animata, senziente, indipendente da tutto il resto del mio corpo, questo sorriso che tira, tira come un diagonale di Rolly, come una lippa di Suciu, tira, tira, tira, goooooooooooooooooooooooool!!È un sogno: non destarmi.Anzi, no: è la realtà.Se per caso vedessi che mi sto addormentando... be’, svegliami: ho tenuto gli occhi ben aperti tutte le volte in cui sembrava che stesse per esalare l’ultimo respiro.Era lì, stava morendo, moriva, e non potevo far finta di nulla, non potevo non tenerlo fra le braccia, non potevo non sorreggergli la testa, non potevo non essere lì a raccogliere l’ultima stilla di vita.Quindi... quindi guai a me se mi addormento ora.C’è sempre tempo per sognare, sempre.Io voglio vivere, vivere ora, vivere sì, vivere.Anche se mi è capitato di vivacchiare, anche se mi è capitato di disperare, anche se mi è capitato di dire basta, anche se mi capita sempre di non perdere l’abitudine e l’attitudine di estirparmi ‘sto cuore stanco, ma ancora capiente, dal petto e gettarlo là, laggiù, oltre l’ostacolo.Se fossi rimasta a contemplare gli ostacoli, se avessi perso il mio tempo nella contemplazione e non nella ricerca di un modo per superare momentanei momenti neri... oh sì, se avessi perso tempo a NON FARE, non avrei fatto altro che rimanere immobile e, francamente, l’incancrenimento non fa per me.Poco importa che un momento duri un nanosecondo o due eoni: è sempre tutto relativo, tutto.Molto importa che ci siano momenti puri e questo lo èÈ tutto relativo, dicevo.È relativo disperarsi, è relativo gioire.È un momento, un nulla rispetto alla storia, rispetto a ciò che è alle spalle.Ciò che è alle spalle.Se abbiamo gli occhi DAVANTI e non DIETRO ci sarà una ragione.Mai dimenticare, mai.Sempre usare gli occhi, anche quelli animici, in maniera opportuna.Non dimenticherò questa sera, non dimenticherò 'sta puzza di pesce che diventa un dolce profumo, non dimenticherò di saper credere.Non lo farò neppure nei tempi bui, perché i tempi bui arrivano.E quando arrivano, si affrontano.Con le spalle un po’ incurvate, con il frullar di uallere, afferrando a piene mani l’ennesimo bisturi e spalancando l’affannoso petto per [vedi sopra] estirpare il cuore e gettarlo bla bla bla.Sto a perdere il mio tempo a scrivere di tempi bui... ci penserò a tempo debito, ora, mio caro, si goda.Con buona pace di chi, alla pernacchia ciclista, ha tirato fuori il cilicio, le gramaglie, la bile.La buona pace del sonno... e chi riesce a dormire, ora?Tra l’altro... come ca§§o si fa a tifare la samp?'notte 'notte!Sabato 1° ottobre 2011Caro Diario,pensavo.Oh be’, sì: mi accade di farlo, anche mentre dormo.Perché poi, alla fine, sono riuscita a dormire (dormicchiare, via...), ma tanta era la voglia di parlarne.So che alcuni di noi hanno improvvisato danze e continuano ad avere voglia di ballare: che belli e che bello.So che alcuni di noi dicono: “Sì, però adesso calma, eh?” (eddai... sorridere è gratis, fatelo una volta: potreste scoprire che non è una cosa disdicevole da fare).So che alcuni di noi a volte hanno pianto dicendo “Non ce la faccio più” e, più spesso, sfoggiano un’espressione di beota soddisfazione.So che alcuni di noi sfoggiano spesso un’espressione di beota soddisfazione e alcun’altri non comprendono bene: oh be’, sai com’è... credo che essere felici, rimanendo con i piedi per terra, sia qualcosa che si può imparare a fare: basta volerlo.Senza volontà... non si va proprio da nessuna parte e ci si avvizzisce, ci si mummifica.Si potrà sempre dire dire “Ma tu guarda che bella mummia!”, vero... ma preferisco conservare la facoltà di scegliere di essere parte attiva di questo immenso museo convenzionalmente chiamato VITA, piuttosto che parte passiva.Preferisco godere di un’opera d’arte, piuttosto che essere tale.Si chiama scelta.Si chiama volontà.Si chiama (anche) machefigataesseredelToro.Pensavo, ti dicevo, è il risultato del mio pensare è stato che mi sono svegliata all’alba ed avevo ancora i crampi alle guance.Adesso, però, basta: via, verso nuovi sorrisi.Lunedì 3 ottobre 2011Caro Diario,e dopodomani?Boh, io mi preparo al peggio, io mi preparo ad un partita scialba, io mi preparo... io mi preparo a vedere la partita da casa perché mi sono infortunata.E vabbe’.Forse il Toro, ora, ora che sta imparando di nuovo a camminare, non ha più tanto bisogno di me... però sono io che ho bisogno di lui.Che dilemma.Boh, vediamo come procede... Poi ti devo raccontare degli asini in pigiama che, complice forse l’interminabile estate, spuntano come funghi, mentre fino a qualche mese fa praticavano un più sano ritiro dagli umani affanni... li lascio ragliare (e sono stonati, mamma mia come sono stonati) e penso al mio orticello: sta crescendo e ne raccoglierò i frutti. E ti devo anche raccontare di quel bambino che mi ha detto che a scuola non lo prendono più tanto in giro, ma che a lui non gliene fregava niente perché tanto lui era del Toro e gli altri non avrebbero mai avuto idea di com’è essere del Toro. Uh, e poi ti devo raccontare anche che... sì, dai, un’altra volta: per oggi può bastare. Ci sono tante storie che devono essere ancora raccontate: vado a costruirne un po’.
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