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Io credo che, alla vigilia dell’incontro con il Bologna, sia doveroso fare riferimento a quel galantuomo che tutti noi conosciamo e che va con il nome di Renato Zaccarelli e per i tifosi più vecchi con l’appellativo di “Profumo”.
Ecco, prendiamo a spunto l’appuntamento con i rossoblu di Mandolini per sottolineare alcuni pensieri. Innanzitutto parlare di Renato Zaccarelli oggi, nel campionato 2005-2006 di serie B, vuol dire aver permesso al Toro di risalire la serie A partendo dalla B piuttosto che dalla serie C. E scusate se è poco! Lui ci aveva provato a meritarsi subito la serie superiore ma le malefatte di Cimminelli hanno reso vano quel suo splendido finale di campionato! Quindi gli dobbiamo un grazie comunque e con tutto il cuore. Ma quello che rimane in mente è anche quel suo modo di essere. Un aspetto ed un immagine seria, composta, tutta d’un pezzo come un uomo di altri tempi.
Un uomo di cui fidarsi, un uomo che può sbagliare ma che sa riconoscere le sue responsabilità. Una persona che ogni organizzazione societaria non dovrebbe farsi mancare nelle sue fila. Bene ha fatto il Bologna ad avvalersi della sua collaborazione.
Il suo garbato rifiuto al Torino Fc è legittimamente comprensibile. Troppa la delusione dopo un trionfo fortemente voluto e così pesantemente maturato. Troppa grande la ferita che si era aperta in quell’estate del 2005; insopportabile, inverosimile, fuori da ogni fantasia romanziera. Un uomo, Renato Zaccarelli, che in quei giorni deve aver sofferto come forse non ci è dato immaginare. Ma una persona che non si è stracciata le vesti, che ha sopportato in silenzio, stoicamente.
Ma per chi sa essere del Toro in maniera equilibrata, così come lui sa essere, è spesso un segnale di grandezza. E quindi a pochi giorni da un incontro ufficiale cogliamo l’occasione per formulare all’indimenticato campione del ’76 tutta la nostra stima.
Luigi Adriani
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