Furono notti stellate, furono notti di gloria ma anche di amarezza. Torino e Coppa Campioni, un binomio che nella storia non è andato molto d’accordo: quando il Grande Torino dominava in Italia, la massima competizione continentale era ancora utopia, e da quando nacque nel 1955, il Toro vi partecipò solo in una occasione. Era il 1976, il Torino dei Gemelli del gol e di Gigi Radice aveva appena vinto il campionato 1975-1976 davanti alla Juventus e, oltre ad aver conquistato il settimo e ultimo scudetto della sua storia, strappò il pass anche per la Coppa dei Campioni. Un’avventura breve, ma memorabile, terminata contro una delle più forti squadre degli anni ‘70 e sotto i fischi della vergogna di Delcourt.
Torino-Borussia Monchengladbach, l’ultima fra i Campioni con Graziani in porta
INTRODUZIONE
—Quel Grande Toro, autore di una magica e straordinaria rimonta in campionato, aveva conquistato con merito lo scudetto davanti ai cugini bianconeri. La stagione 1976-1977 si aprì infatti con una, anzi due, importanti novità: la prima fu lo scudo tricolore cucito sul petto, vicino al vecchi cuore granata, il secondo invece fu l'ammissione alla Coppa dei Campioni, la competizione continentale in cui potevano partecipare solo le vincenti di tutti i singoli campionati europei.
Austria Vienna, Club Bruges, CSKA Sofia, Football Club Baník Ostrava, Omonia (Cipro), Køge (Danimarca), TPS (Finlandia), Saint-Étienne, le tre tedesche Borussia Mönchengladbach, Dinamo Dresda e Bayern Monaco, (campione d’Europa uscente), PAOK, Liverpool, Dundalk (Irlanda), Crusaders (Irlanda del Nord), Akraness (Islanda), Torino, Partizan Belgrado, Jeunesse d'Esch (Lussemburgo), Sliema Wanderers (Malta), Viking (Norvegia), PSV, Stal Mielec (Polonia), Benfica, Steaua Bucarest, Rangers, Real Madrid, Malmö FF, Zurigo, Trabzonspor, Ferencváros, Dinamo Kiev (Unione Sovietica).
Il Torino fra le migliori 32 d’Europa per la prima volta nella storia. Quella di Gigi Radice era una vera e propria corazzata: il Giaguaro in porta, Caporale al centro della difesa con Pecci e Patrizio Sala a guidare il centrocampo, capitan Claudio Sala a danzare fra le linee per servire palloni solo da buttare dentro dai Gemelli del gol Graziani e Pulici. Attenzione però a non dimenticare i vari Zaccarelli, Salvadori, Santin e i nuovi arrivati Butti (dal Cagliari) e Danova (dal Cesena, che rimase a Torino per ben 9 stagioni).
Un’armata quasi perfetta quella granata che fin da inizio campionato dimostrò di essere la squadra da battere. Attenzione però sempre alla Juventus, uscita più forte dalla cocente sconfitta nel campionato ‘75-‘76: inizialmente gli addii di Capello e Anastasi sembravano aver indebolito i bianconeri, ma gli innesti dei più esperti Benedetti e Boninsegna furono le vincenti nell’economia della stagione.
L’annata dei granata partì a singhiozzo con l’eliminazione dalla Coppa Italia nel girone lasciando il passo al Lecce. Nel mezzo, il 15 settembre 1976, il Torino fece il suo esordio in Coppa dei Campioni, avversario in questo turno da andata e ritorno il Malmö campione svedese: il primo match nel calcio delle stelle fu memorabile, una partita vinta al rotto della cuffia facendo esplodere di gioia gli oltre 57mila tifosi granata sugli spalti. Gli uomini di Radice si portarono in vantaggio con la rete di Mozzini, l’1-0 sembrò resistere fino alla fine della partita ma il Malmö riuscì a pareggiare con H. Johnsson. La rete scandinava gelò il Comunale per 3 minuti, poi, come un vero numero 9, Graziani addomesticò un pallone sporco gestito da Salvadori e con un tiro fulminante fece esultare di nuovo il popolo granata regalando la vittoria al Toro in pieno recupero. La vittoria firmata da Graziani risultò infatti decisiva nel doppio confronto: nella gara di ritorno in Svezia del 29 settembre, il Torino non andò oltre l’1-1 facendosi rimontare il vantaggio iniziale di Patrizio Sala.
Il pareggio bastò. Con una vittoria e un pari, i granata passarono al turno successivo, ma di fronte si trovarono il panzer tedesco del Borussia Monchengladbach. Quelli erano gli anni d’oro della Germania di Müller e Beckenbauer, con Bayern campione d’Europa uscente e il Borussia campione di Bundesliga (Germania Ovest) trascinato da Heynckes - sì, proprio l’ex allenatore del Bayern Monaco protagonista del triplete.
Andata del secondo turno, Torino-Borussia Monchengladbach, 20 ottobre. Comunale gremito, più di 70mila spettatori accorsi a spingere il Toro in questa impresa che alla vigilia sembrò insormontabile: nonostante il buon periodo di risultati, la condizione fisica dei granata non pareva essere all’altezza di una gara dal simile peso specifico. Pecci, il cervello del centrocampo, assente per infortunio, capitan Claudio Sala non era al meglio della forma, ma fare a meno di lui in una partita del genere era impossibile. Il poeta infatti partì titolare alle spalle di Graziani e Garritano. Non Pulici. Il numero 11 granata non stava attraversando un periodo di forma brillante e Radice optò per la verve dell’attaccante calabrese che nell’ultimo incontro di campionato contro il Bologna andò a segno. Una scelta rischiosa e coraggiosa quella del “tedesco” che tuttavia non portò i suoi frutti, non tanto per demerito dei suoi ragazzi, quando per la forza degli avversarsi. Quadrati, tosti, rognosi nelle marcature a uomo, ma anche tecnici e veloci nel ripartire in contropiede per far male al Toro, che parte agguerrito in avvio provando subito a far capire al Borussia che la trasferta sotto la Mole non sarebbe stata una vacanza. Ci provano prima Claudio Sala e poi Patrizio Sala ma entrambe le conclusioni dalla distanza vengono murate dal panzer tedesco che si compatta bene nella sua metà campo e senza affanno riesce a negare ogni pertugio al Torino dove invece l’assenza di Pecci nel cuore del campo si fa sentire pesantemente. L’inizio del tracollo scocca al 23’ quando Claudio Sala alzò bandiera bianca: al suo posto Radice inserisce Pulici disegnando un Toro con tre punte, ma spaccato in due tronconi. Il centrocampo sorretto da Butti, Patrizio Sala e Zaccarelli non riesce a costruire e ad arginare, e non passa molto dal primo vantaggio del ‘Gladbach: Simonsen mette paura al Toro colpendo il palo e, poco dopo, da errore di Zaccarelli in mezzo al campo, Stiellke e Vogts danno via alla ripartenza che porta i tedeschi in vantaggio grazie alla rete di Vogts alla mezz’ora. Torino 0, Borussia 1 e primo tempo che si chiude con questo risultato. “Miracolosamente il Torino è riuscito a riorganizzarsi nel quarto d'ora d'intervallo e si è presentato nella ripresa di nuovo abbastanza ordinato, malgrado costretto ad uno schieramento chiaramente anomalo dalle tre punte in avanti. I granata poi hanno cercato di reagire con il grande cuore alla superiorità tecnica e di organizzazione degli avversari” - scrisse La Stampa del 21 ottobre 1976. L’animo e il cuore granata sorprende i tedeschi che in avvio di ripresa si fanno schiacciare dal forcing dei padroni di casa che, dopo un quarto d’ora, dagli sviluppi di un corner di Butti, riesce a portare i suoi frutti: traversone nel cuore dell’area che la difesa tedesca non libera del tutto, serie di batti e ribatti al limite dell’area con Patrizio Sala che, trovatosi il pallone fra i piedi, scarica di potenza il pallone nella rete avversaria con la compartecipazione di Wittkamp che devia in modo decisivo la sfera. Torino 1, Borussia 1. Tutto in equilibrio al Comunale e 70mila tifosi impazziti per il gol del centrocampista granata. È corrida al Comunale: il Toro preme e continua a mettere i brividi al Borussia, Pulici e Garritano hanno sui piedi il pallone del vantaggio ma lo sprecarono clamorosamente, anche il palo colpito da Zaccarelli si frappone fra il Torino e la vittoria. Vittoria che invece riesce a trovare il Monchengladbach, su una delle poche azioni offensive della ripresa, concretizzando al massimo un errore della retroguardia granata: su una punizione calciata da Bonhof i difensori granata hanno compiuto l'errore di portarsi tutti in barriera ed il tedesco ha calciato verso Klinkhammer, libero sulla sinistra, che tutto solo non sbaglia davanti a Castellini. Il Borussia era avanti, il Borussia vinse. I tedeschi conquistarono il primo atto in terra ospite grazie ad una vittoria “di rapina” sfruttando da grandi opportunisti l’errore del Torino che, poco meno di 2 settimane dopo in Germania, si sarebbe trovato di fronte un ostacolo insormontabile: un fischietto belga.
LA PARTITA
—“Una gara drammatica, strana, con un Torino più che valido sul piano del gioco, ad onta della forza dell'avversario, preso di petto sin dall'inizio dall'arbitro belga, che non ha perdonato al granata scorrettezze che non erano cattiverie volute ma semplici "falli" di gioco” - scrisse La Stampa il 4 novembre.
Mercoledì 3 novembre. Ritorno di Coppa dei Campioni contro il Borussia, ma novità delle ultime ore, non si gioca a Monchengladbach bensì a Dusseldorf a causa della straripante richiesta di biglietti da parte dei tifosi tedeschi che non possono stare nello stadio dei bianconeroverdi. Al Rheinstadion di Dusseldorf il Torino di Radice si giocava tutto, solo una vittoria avrebbe tenuto vivo il sogno. Il Poeta non partì nemmeno, impossibile il recupero dopo l’infortunio che lo costrinse a uscire nella gara d’andata: Radice consegnò la fascia da capitano a Pulici, partito titolare, alzò Patrizio Sala nel ruolo di Claudio e Salvadori in quello di Patrizio. Una scelta quella di Radice meno coraggiosa rispetto a quella dell’andata, ma più conservativa, forse per non subire reti che avrebbero reso impossibile la rimonta. Fin dal fischio d’inizio il Borussia, forte della vittoria dell’andata e quindi di avere due risultati su tre a suo favore, dimostra di non voler alzare i giri del motore e conservare il più possibile il pareggio chiudendosi a chioccia in fase di non possesso. Il panzer di Lattek inizia a giocare col cronometro e con gli avversari facendo scaldare i nervi dei granata mentre il direttore di gara Delcourt li fece proprio perdere: Pulici, uno dei più nervosi, si fa ammonire per un fallo a centrocampo, stessa sorte per Caporale che nel primo tempo si becca addirittura l’espulsione per un doppio giallo che fa infuriare i granata, non tanto per il secondo - fallo tattico su Simonsen lanciato in porta - quanto per il primo per un fallo a centrocampo. Torino in inferiorità numerica e strada che si fece ancora più ripida. Come se non bastasse, Radice lascia negli spogliatoi Pulici che al rientro in campo cede il posto a Garritano, a sua volta ammonito nel secondo tempo. I secondi 45 minuti cominciano con lo stesso canovaccio tattico dei primi: ritmi bassi e tedeschi che puntano a mantenere il pareggio, granata che ci provano con Graziani e ma sbattono in faccia a Kneib e a Delcourt che al 22’ del secondo tempo chiude anzitempo la partita: Zaccarelli commette un semplice fallo di gioco sulla trequarti, ma l’arbitro belga lo espelle clamorosamente. Torino in 9 uomini e nervi che saltano completamente: dopo appena 3 giri d’orologio infatti anche Castellini si fa mandare sotto la doccia per un’uscita scellerata fuori dalla sua area che Delcourt sanziona con il rosso, il terzo sventolato in faccia ai granata, il settimo tra gialli e rossi. Per il Borussia zero, nemmeno una sanzione. Al posto di Castellini, in porta andò Graziani. Le speranze di vittoria in 8 contro 11 sono ormai nulle, ma il Toro riesce a resistere con Graziani che mette il lucchetto alla porta anche con una grande parata coi piedi. Nonostante i 3 uomini in meno, “controllando la palla, giocando sul fuorigioco, il Torino ha così portato via un risultato positivo, vista la forza dell'avversario, al termine di una delle più sconcertanti partite di Coppa cui abbiamo assistito”.
Con amarezza e un profondo senso di ingiustizia, il Toro torna all’ombra della Mole, ma i granata riuscirono ad onorare fino all’ultimo secondo la maglia anche nell’ultima partita di Coppa Campioni della storia del Torino.
IL TABELLINO
—BORUSSIA MONCHENGLADBACH - TORINO 0-0
B.Mönchengladbach: Kneib, Vogts, Schäffer, Wittkamp, Bonhof, Wohlers, Simonsen, Wimmer, Heidenreich (al 67' Del Haye), Stielike, Heynckes. A disposizione: Kleff, Klinkhammer, Hannes, Nielsen. All.: Lattek.
Torino: Castellini, Danova, Santin, Salvadori, Mozzini, Caporale, Butti, Sala P., Graziani, Zaccarelli, Pulici (al 46' Garritano). A disposizione: Cazzaniga, Gorin, Bertocchi, Blangero. All.: Radice.
Arbitro: Delcourt (Belgio).
Reti: -
Spettatori: 70 mila circa di cui 64.389 paganti per un incasso superiore ai 400 milioni di lire.
Note: Espulsi Caporale al 43' per doppia ammonizione, Zaccarelli al 68' e Castellini al 71'. Ammoniti Butti, Pulici e Garritano.
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