In una domenica autunnale di inizio Novecento un grande mattone della storia del Torino fu posato. Era il 17 ottobre 1926 e in occasione della partita contro la Fortitudo Roma venne inaugurato lo Stadio Filadelfia.
Torino-Fortitudo Roma: la vittoria che inaugurò la nascita del Filadelfia
INTRODUZIONE
—Sono passati 98 anni da quel giorno del 1926. In Italia regnava ancora la Monarchia dei Savoia, a capo del governo Benito Mussolini aveva da pochissimo emanato le Leggi Fascistissime con cui iniziò la trasformazione dell'ordinamento giuridico del Regno d'Italia nel regime fascista, il Paese si stava poco a poco risollevando dalle macerie delle Prima Guerra Mondiale e, in una Torino ruggente grazie al ruolo fondamentale della FIAT di Giovanni Agnelli (nonno dell’avvocato Gianni Agnelli), il calcio era entrato in modo carnale nella vita dei torinesi. Le due squadre del capoluogo, Torino e Juventus, dominavano il campionato, o meglio i due campionati: granata nel girone B e bianconeri in quello A. La stagione 1926-1927 fu la prima giocata a livello Nazionale fra squadre del nord e del centro e fu anche la prima che vide i natali dello stadio Filadelfia. C’è chi parla di amichevole di inaugurazione, chi di campionato, ma quel che è certo è che quella domenica di metà ottobre, vennero piantate le radici della casa del Torino Football Club.
INAUGURAZIONE CON VITTORIA DEL FORTINO GRANATA
—Lo storico stadio e casa del Torino, palcoscenico delle imprese e delle vittorie granata, fu voluto dall’allora presidente del Torino conte Enrico Marone di Cinzano, che creò la Società Civile Campo Torino, con quote versate a fondo perduto, e con l’obiettivo di acquisire l'area per costruirvi uno stadio e un campo d’allenamento. Il 24 marzo 1926 viene fatta richiesta di concessione edilizia presso il comune e, soltanto 5 mesi dopo l'accettazione, il Filadelfia sorse. Si trattò ufficialmente della terza giornata di campionato del girone B della Divisione Nazionale, il Torino di Cinzano ospitò la Fortitudo Roma nel nuovissimo impianto di Via Filadelfia: circa 15mila persone erano accorse ad assistere a quella speciale partita in cui vennero invitati anche il principe ereditario Umberto II e la principessa Maria Adelaide, nominata successivamente Madrina del campo, che venne anche benedetto prima dell'incontro dall'arcivescovo di Torino, Monsignor Gamba.
Quel Toro era già fortissimo: nonostante i gironi ridotti, quel primo Torino ha sempre lottato per le vette della classifica e quella contro i capitolini fu l’ennesima dimostrazione di forza della squadra granata che perse la prima partita contro il Livorno, ma poi per un intero girone fu imbattuta. Bosia numero uno a protezione della porta del nuovo Filadelfia, Balacics, Martin II e Colombari in difesa, Janni, Aliberti, Carrera, Franzoni a centrocampo, Adolfo Baloncieri vertice basso del tridente composto da Julio Libonatti e Gino Rossetti II, autori di 75 gol in tre, 4 dei quali segnati proprio nel 4-0 alla Fortitudo Roma: calcio d’inizio alle 14:30, una prima parte di partita equilibrata e combattuta quella tra piemontesi e laziali. La partita sembra essere destinata ad un pareggio, ma nel finale i due attaccanti principi del Torino si abbatterono sugli avversari: colui che aprì le danze fu Rossetti che al 70' segnò l’1-0 facendo esultare tutti e 15mila i presenti, 5 giri d’orologio e per Rossetti fu doppietta e 2-0 granata. Scoccò poi l’ora del capocannoniere del Toro Libonatti che in 3 minuti firmò il 3 e il 4 a zero che piegarono quella che, alla fine del campionato, fu l’ultima forza della classe. Quella vittoria, quella rimbombante vittoria, la prima di una lunga serie, contribuì al raggiungimento del primo scudetto della storia del Torino che tuttavia verrà ricordato per il caso Allemandi che portò alla revoca da parte della Federazione allora sotto il diretto controllo del Regime Fascista.
IL TABELLINO
TORINO - FORTITUDO ROMA 4-0 (0-0)
Torino: Bosia, Balacics, Martin II, Janni, Colombari, Aliberti, Carrera, Baloncieri, Libonatti, Rossetti II, Franzoni.
Fortitudo Roma: Vittori, Montanari, Corbyons, Ghisi II, Ferraris IV, Scocco, Puerari, Bianchi I, Boros, Cappa, Sbrana.
Arbitro: Trezzi di Milano.
Reti: Rossetti II 70', 75', Libonatti 80', 83'
Spettatori: 15.000 circa.
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