Erano anni duri. In Europa venne introdotto l'euro e nel nostro paese stavamo salutando le vecchie lire. Il nuovo millennio portava con sè nuove insidie e nuovi orizzonti, ma il Toro proseguì il suo periodo nero: un Torino in crisi societaria e di identità, neopromosso in Serie A dopo 4 stagioni su 5 nella serie cadetta, si stava preparando ad un campionato per riuscire a trovare la salvezza. Fra alti e tanti bassi, il nuovo millennio granata si apre con una delle più memorabili imprese: il derby della rimonta da 3-0 a 3-3 concluso con la buca scavata da Maspero.
Torino-Juventus e la rimonta dell’orgoglio granata negli anni duri
INTRODUZIONE
—Dopo la vittoria della Coppa Italia contro la Roma del Torino di Mondonico, seguirono anni difficili, stagioni complicate dal punto di vista societario e di risultati sul campo. Dopo una stagione straordinaria, quella del '93-'94, il Torino di Sonetti, sportivamente parlando, fallì e nel maggio del 1995 retrocesse in Serie B. La promozione arrivò solo dopo 3 anni, nella stagione 1998-99, con i granata allenati ancora Mondonico, ma la gioia durò poco: nella stagione successiva infatti il Toro perse con il Lecce per 2-1 la partita decisiva per la salvezza e retrocedette di nuovo. La società fu acquistata da Cimminelli che nominò presidente Romero. Alla guida del Torino arrivò Simoni, ma è con Camolese, ex allenatore della Primavera, che il Torino risorse conquistando la A per la stagione 2001-02 grazie ai 73 punti conquistati e la bellezza di 8 successi consecutivi e 10 vittorie in trasferta.
Camolese, che si era conquistato la promozione in Serie A sul campo, venne confermato anche nella nuova avventura nella massima serie. La società, per rinforzare la squadra acquistò Cristiano Lucarelli dal Lecce, Simone Vergassola dalla Samp, Fissore e Mezzano dall'Inter e le meteore Osmanovski - che timbra comunque il tabellino all'esordio contro l'Udinese - e Omolade, ma uno in particolare fu l'arrivo più sentito: Marco Ferrante, ceduto in prestito all'Inter per una stagione che faceva già parte del Torino dalla stagione 1996-97. La squadra di Camolese arranca nella prima parte di stagione, un avvio difficile di campionato fece sprofondare il Torino al penultimo posto dopo 5 giornate di campionato collezionando due pareggi e tre sconfitte. La sesta giornata contro il Parma viene rinviata e alla settima giornata i granata vengono messi di fronte ai cugini della Juventus di Lippi che in esate ha salutato Zidane, Inzaghi e Van der Sar ma ha acquistato Gianluigi Buffon e Thuram dal Parma per 175 miliardi di lire in totale, mentre dalla capitale sponda biancoceleste arrivarono Pavel Nedved e Marcelo Salas, protagonista suo malgrado del "derby della buca" e dell'orgoglio granata.
LA PARTITA
—Una domenica di metà ottobre del 2001, il Torino di Camolese, reduce da due settimane di riposo per via del rinvio della partita di campionato contro il Parma, deve riscattare la debacle per 3-1 contro il Piacenza di Hubner. In gol contro i biancorossi il nuovo numero 9 granata Cristiano Lucarelli che nelle prime 5 partite mise a segno 2 gol. Quel 14 ottobre, la punta del Toro avrebbe dovuto farsi largo in mezzo a mastini della difesa del calibro di Thuram e Iuliano. Granata schierati con un 3-4-1-2 con Bucci fra i pali, Garzya, Galante e Delli Carri in difesa, Asta, Cauet, De Ascentis e Mezzano a centrocampo, Semioli, il giovane primavera granata che esordì proprio nel derby, dietro alle due punte Osmanovski e Lucarelli appunto. Di fronte una parata di stelle: Buffon, Zenoni, Thuram, Iuliano e Pessotto nel pacchetto arretrato, Tudor e Tacchinardi in mediana con Zambrotta e Nedved sugli esterni a rimorchio di Del Piero e Trezeguet. Il Toro neopromosso contro la corazzata della Vecchia Signora che si stava preparando a dominare nel nostro paese. I granata partono contratti, il peso della partita si fa sentire e la pressione schiaccia i ragazzi di Camolese che nei primi minuti subiscono subito la carica juventina. Al 9' il Torino frena un'azione avversaria, prova a ripartire ma Cauet perde un sanguinoso pallone in orizzontale, Trezeguet intercetta e strappa servendo in verticale Del Piero che a tu per tu con Bucci non può sbagliare. Juventus avanti, Toro colpito per la prima volta. Passano solo 2 minuti e la Juventus raddoppia: calcio di punizione da posizione defilata di Nedved che spiove nell'area, la difesa granata mura ma non libera l'area, Del Piero si fionda sul pallone e prova a ribadire in rete, ma la conclusione si trasforma in assist per Igor Tudor che, fra le proteste granata, firma il 2-0. Toro colpito a freddo e nell'animo, Bucci si fa tutta metà campo per protestare col guardialinee assistente di Borriello, ma non solo il gol è buono, si becca anche un cartellino giallo. La strada per il Toro si fa sempre più ripida, la squadra non dimostra cenni di riscatto e prima della mezz'ora subisce anche il 3-0: il Toro si fa trovare troppo scoperto e subisce un contropiede fulminante sulla corsia sinistra battuta da Nedved, il ceco senza marcature scappa a campo aperto arrivando indisturbato in area, dal fondo vede con la coda dell'occhio l'inserimento di Del Piero e con un passaggio coi giri contati serve al 10 bianconero la palla del tris solo da spingere in rete. Notte fonda Toro. L'intervallo arriva come un salvagente per la banda di Camolese.
Il quarto d'ora di riposo porta consiglio a Camolese che toglie Semioli e Osmanovski per mettere Vergassola e Ferrante e i due cambi portano subito i loro frutti, prima dal punto di vista dell'atteggiamento, poi su quello tecnico e tattico. Passati 12 minuti dalla ripresa del gioco, Ferrante riceve a centrocampo e con un lancio preciso serve in profondità Lucarelli, la difesa bianconera si fa trovare scoperta sulla destra e Lucarelli ne approfitta presentandosi a tu per tu con Buffon, a quel punto, con un mancino devastante batte il numero 1 italiano portando il risultato sul 3-1. Il 9 esulata riportando velocemente il pallone a centrocampo caricando la Maratona. Il Toro ci crede, la Juve si siede, sembra non essere rientrata in campo dagli spogliatoi. Il pallino del gioco è completamente in mano ai granata che soprattutto sulla destra riescono a trovare terreno fertile per seminare i frutti che nel corso della ripresa Asta e soci riescono a cogliere. Il Toro muove il pallone e al momento giusto strappa: 69 sul cronometro, Asta sulla destra porta palla a testa alta, converge verso il centro saltando due uomini, si appoggia su Cauet e si lancia senza palla andando a chiudere il triangolo, Asta anticipa anche Ferrante e si presenta sull'uscio dell'area di rigore dove viene steso nettamente da Thuram che lo ferma irregolarmente. E' rigore.
L'esultanza sfrenata di Asta entusiasma l'ambiente e galvanizza i compagni, specialmente Ferrante. A lui l'onore e l'onere di battere il rigore: dagli 11 metri però il centravanti granata rimane glaciale e batte Buffon con botta di potenza che lo spiazza. E' 3-2, il Toro ci crede sempre di più e alza ancora di più la pressione arrivando al gol del meritato pareggio a 10 minuti dal triplice fischio, con una mossa più che indovinata di Camolese che al 76' aveva buttato nell'arena Maspero per Lucarelli. Dopo 7 minuti dal suo ingresso in campo, Castellini cambia gioco sulla destra per Asta, controllo e traversone del campitano che imbecca sul secondo palo Ferrante, incornata perentoria correndo all'indietro che sembra battere Buffon, che con un vero e proprio miracolo nega la gioia della doppietta a Ferrante, ma non nega la gioia del gol proprio a Maspero che si fionda sulla ribattuta e ribadisce in rete il pallone del 3-3 dell'orgoglio granata. Torino è in estasi, l'orgoglio e la grinta del Vecchio Cuore Granata aveva ripreso la qualità della Vecchia Signora, il Delle Alpi rimbombava di cori granata e la Maratona era in visibilio per questa impresa che stava per compiersi. Ma attenzione perchè deve ancora succedere di tutto.
Colpita duramente dalla rete del 3-3 subito, la Juve prova d'orgoglio a fiondarsi in avanti, la carica del Toro e le energie mentali spese per la rimonta provocano un fisiologico calo e arretramento della linea granata che 3 minuti più tardi sfiora lo psicodramma. Offensiva bianconera sulla destra, spiovente sul secondo palo per Tudor che secondo Borriello viene placcato da Delli Carri. Il direttore di gara indica il dischetto, ma viene accerchiato dai giocatori granata che protestano veementemente, intanto, lontano dalle attenzioni da tutti, Ricky Maspero si avvicina al dischetto e inizia a "zapparlo" creando una buca proprio là dove l'incaricato, non Del Piero uscito da poco dal campo, ma Marcelo Salas l'avrebbe piazzato per battere. Dopo attimi, secondi, minuti interminabili l'ex Lazio posiziona il pallone, conta i passi e parte. Il resto è stato scritto nella storia: il rigore di Salas finisce altissimo sopra la traversa di Bucci che, passato lo spavento, insieme ai compagni esulta per questo punto insperato e miracoloso.
Da questo pareggio dal sapore di successo, il Toro si rialza e comincia un campionato di sicurezza vincendo la prima partita del suo campionato la settimana dopo contro il Perugia. In quel campionato concluso all'11° posto, il Toro non perderà nessuno dei due derby contro la Juventus che, nonostante i due pareggi, vincerà lo scudetto.
IL TABELLINO
JUVENTUS - TORINO 3-3 (3-0)
Juventus: Buffon, Zenoni (Ferrara al 64'), Thuram, Iuliano, Pessotto, Zambrotta, Tudor, Tacchinardi, Nedved, Del Piero (Salas al 73'), Trezeguet. A disposizione: Carini, Paramatti, Rondinella, Maresca, Pericard. All. Lippi.
Torino: Bucci, Mezzano, Galante, Delli Carri, Asta, Cauet, Semioli (Vergassola al 46'), De Ascentis, Castellini, Lucarelli (Maspero al 78'), Osmanovski (Ferrante al 46'). A disposizione: Sorrentino, Comotto, Brambilla - All. Camolese.
Arbitro: Borriello di Mantova.
Reti: Del Piero 9', 24' (J), Tudor 11' (J), Lucarelli 57' (T), Ferrante 70' (T), Maspero 83' (T).
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