Il Toro ha definitivamente svoltato. La rivoluzione tattica di Paolo Vanoli è stato un piccolo grande capolavoro nella stagione granata. A un certo punto il Torino era una delle squadre più in difficoltà dell'intera Serie A e appariva destinato a precipitare in classifica. Vanoli è stato eccezionale nel fare quadrato. Ha cercato delle alternative basandosi sul materiale umano a disposizione e ha trovato delle risposte. Ora con il 4-2-3-1 i giocatori del Torino a disposizione di Vanoli possono rendere al meglio, basti pensare a un Ricci (ieri sera, sabato 1° febbraio, non è stata comunque la sua miglior prestazione) o a un Karamoh. E anche il mercato è stato impostato seguendo le nuove linee tattiche dell'allenatore; sarà interessante vedere come verranno impiegati Elmas e Casadei, quel che è certo è che aumenteranno la qualità a disposizione di Vanoli. Non era facile uscire dalla crisi nera, Vanoli e i suoi ragazzi ci sono riusciti e l'ennesima dimostrazione è arrivata contro l'Atalanta, squadra che non più tardi di mercoledì aveva ancora una volta stupito il mondo giocandosela alla pari con il Barcellona. Per il Torino è maturato il sesto risultato utile consecutivo, quello che vale la maturità. Se il settimo sarà una vittoria (in casa contro il Genoa nel prossimo turno), allora si potrà parlare di un prosieguo di campionato tranquillo per i granata perché a quel punto la salvezza sarebbe molto vicina e probabile.


Il tema
Vanoli e il suo spirito granata: Gasperini e la Dea fermati da un Toro mai domo
Confermato lo stesso undici anti-Cagliari: richieste però differenti
—Parlando della partita di Bergamo, bisogna evidenziare che l'avvio è stato molto accorto da parte dei granata. Hanno concesso poco o nulla all'Atalanta dimostrando organizzazione difensiva e in fase di non possesso. Vanoli ha dato chiaramente fiducia alla stessa formazione vista una settimana prima contro il Cagliari ma la proposta di calcio del Toro è stata ben diversa. Con il Cagliari in casa il Toro ha fatto la partita, ha tenuto maggiormente il pallone a ha creato opportunità da gol fin dall'inizio; con l'Atalanta ha aspettato dentro la propria metà campo con due linee molto serrate (4-5 e Adams un po' più avanzato). Quello che è mancato al Toro è stata la capacità di ripartire perché gli errori tecnici l'hanno limitato impedendo delle transizioni rapide e incisive. La reazione granata al gol subito su calcio piazzato è buona ed è di una squadra in fiducia. Il pareggio maturato sempre su palla da fermo entro la fine del primo tempo è decisivo per lo sviluppo successivo della gara.
Il passaggio alla linea a cinque: così Vanoli ha provato a blindare il pareggio
—Nella ripresa Vanoli ha ulteriormente accentuato la proposta difensiva della sua squadra, consapevole del fatto di aver di fronte una delle squadre più attrezzate della Serie A e d'Europa. Vanoli è quindi passato a cinque con l'ingresso di Walukiewicz per Pedersen. Inoltre, prova a dare un po' di freschezza in avanti con gli ingressi di Sanabria e Njie per Adams e Karamoh. La differenza fisica rispetto all'Atalanta è piuttosto evidente, la Dea gioca decisamente meglio nel secondo tempo e il Torino tende a lavorare semplicemente per conservare il pareggio. La vera differenza nell'ultimo quarto di gara la fanno due aspetti: Vanja Milinkovic-Savic, autore di alcune parate decisive, e lo spirito battagliero. Proprio sull'anima del gruppo Vanoli ha fondato la propria rivoluzione, facendola poi seguire dal passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro. Vanoli ha inciso sulla testa dei suoi ragazzi e la squadra che ha difeso con le unghie e con i denti il pareggio di Bergamo è apparsa un'altra rispetto a quella arrendevole dei mesi autunnali.
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