L'edizione odierna del quotidiano piemontese La Stampa riporta un'intervista all'ex attaccante granata Aldo Serena. Serena si è soffermato prima sul duello proprio contro il Verona nell'84-85, in particolare racconta di cos'è mancato per vincere lo scudetto: "Ci siamo accontentati, non abbiamo capito subito di poter vincere lo scudetto e poi era tardi per recuperare. È stata un’amarezza profonda perla piazza d’onore: poteva essere l’anno giusto. Eppure Radice ce l’ha sempre detto che eravamo forti, è stato il primo a crederci, sapeva come si faceva". Successivamente l'ex bomber granata ha raccontato dell'inizio e della fine del suo periodo in granata, nella fattispecie delle motivazioni per cui se n'è andato: "La mia esperienza al Toro è stata idilliaca, indelebile. Non dimenticherò mai il mio primo giorno di ritiro ad Asti, arrivavo direttamente dalle Olimpiadi di Los Angeles. “Sei venuto qua per menare come un fabbro?”, mi accolse così Beruatto. “Paolo, questo so fare”, gli ho risposto. L’anno dopo quando sono andato alla Juve me ne ha fatte di tutti i colori…". Infine conclude Aldo Serena parlando del presente, sostenendo che è complicato vedere un futuro ambizioso in un calcio come questo, ma che ci sono alcune alternative percorribili senza un mecenate, come nei casi di Udinese, Atalanta o Bologna. Conclude Serena dicendo ciò che, secondo lui, serve al Toro per raggiungere l'Europa: "Uno scatto, le concorrenti sono attrezzate meglio. Occorrono calciatori di primo piano, a partire da un attaccante. E bisogna migliorare il settore giovanile, una volta era il vanto".


Rassegna stampa
La Stampa: “Aldo Serena: «Per l’Europa ci vuole un attaccante di primo piano»”
Ulteriori dettagli nell'edizione oggi in edicola del quotidiano.
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