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rassegna stampa
Paolo Pulici si avvicina ai settantanni. Il prossimo 27 aprile raggiungerà un traguardo importante nella vita di un uomo. La Stampa già in data odierna nelle pagine di Torino ha regalato un ampio approfondimento a "Pupi", probabilmente il più amato tra i giocatori dell'era moderna del Torino. A raccontarlo sono i suoi compagni di squadra di quel magico scudetto datato 1975/1976. Si parte con Eraldo Pecci. "Pulici eccelleva in tutto ciò che faceva aveva una marcia in più. Era un genio anche con le mani, faceva cose incredibili come le barchette da mettere nelle bottiglie. E con i suoi cacciaviti riparava frigoriferi e televisori. Era inimitabile, ma un ragazzo come noi, la sua grandezza. L’unico svago, due sigarette. Portava i capelli lunghi: un strappo alla regola dei tempi". Si passa poi a Luciano Castellini. "La domenica sera per risparmiare tornavamo a casa con un’auto sola, eravamo tutti e tre della zona di Monza ma dopo brutte partite Giagnoni non voleva. Faceva il duro, il mister, dava le multe poi il giorno dopo le toglieva. Una volta, per controllarci, venne a trovarci a casa, ma Pulici era da Claudia, l’attuale moglie. Provammo a dirgli che era uscito a prendere una pizza, “allora mi fermo anch’io”". E ancora Claudio Sala. "Paolo l’ho conosciuto anche umanamente, una persona leale e pura, non l’ho mai sentito parlar male di nessuno. E’ con Giagnoni che cominciò a capire di poter diventare un ciclone. Di lui mi piaceva soprattutto il suo rapporto con i tifosi, la gente lo osannava".
Maggiori informazioni sull'edizione odierna de La Stampa.
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