Una vita passata a Bergamo e poi il trasferimento nel gennaio 2009 a Torino, Claudio Rivalta visse la retrocessione con i granata e quella finale play-off stregata con il Brescia. Meglio con la maglia dell'Atalanta, con cui collezionò 136 presenze, mentre in granata l'esperienza fu complicata, ma mise in mostra il suo animo da guerriero, grazie alla quale fu confermato da Petrachi nella cosiddetta "rivoluzione dei peones" e, ben più importante, sconfisse un tumore all'intestino nel 2012, quando vestiva la maglia dello Spezia.
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Rivalta: “Torino e Atalanta, che ricordi! La malattia ti fa rivalutare le cose più semplici”
Buongiorno Claudio, come sta?
"Sto bene, in questo momento sto lavorando per la SPAL e seguo gli Under 15. Sono 5 anni che lavoro in settori giovanili (prima era al Cesena ndr) e devo dire che mi piace molto stare in campo con i ragazzi".
Sabato ci sarà Torino-Atalanta, di quale delle due conserva i ricordi migliori?
"Con l’Atalanta sono state stagioni molto positive, il risultato sportivo è stato migliore e di conseguenza anche la piazza l’ho vissuta meglio. A Torino mi sono trovato bene fuori dal campo, la città è bella e si vive bene. Dal punto di vista sportivo, purtroppo, ho avuto meno soddisfazioni".
A Torino visse la “rivoluzione dei peones” di Petrachi, già in quel momento si poteva notare la sua bravura?
"Sì. Appena è arrivato aveva dimostrato di che pasta era fatto, dando subito un’impronta alla squadra e i risultati si erano visti subito, perché portò la squadra in una finale play-off".
Chi vede favorita tra le due per sabato e per il discorso Europa?
"Il Toro ha buone caratteristiche, con qualità davanti e tante opzioni, per questo lotterà per l’Europa e se la può giocare fino alla fine. Per sabato, però, vedo leggermente favorita l’Atalanta perché è più abituata ad affrontare certi tipi di match".
Difese a confronto, quale le piace di più?
"L’Atalanta la conosco meglio, mentre il Toro l’ho visto di meno. Mi piace molto Izzo per come gioca. In questo momento, nonostante il periodo di imbattibilità del Toro, vedo più preparata l’Atalanta. Sia per la coesione sia per come li fa giocare Gasperini, poi i bergamaschi hanno doti umane, fisiche e tecniche veramente notevoli".
Zapata e Belotti, quale dei due non vorrebbe affrontare?
"Entrambi (ride ndr). Il primo ha uno strapotere fisico impressionante, mentre il secondo è più bravo nella fase realizzativa e lo vedo in ripresa dopo il periodo di appannamento".
Nella sua vita ha anche sconfitto un tumore, cosa si porta dietro da quella esperienza?
"Quell'esperienza ti fa scendere sulla terra e ti fa apprezzare di nuovo le cose semplici e genuine. Ora sto bene, mi sono lasciato alle spalle quel momento e i controlli successivi sono stati negativi, quindi è una storia completamente superata. In quei giorni ho davvero imparato quanto le cose semplici siano più belle di ogni altra cosa".
Roberto Ugliono
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