Il gol di Dallinga ha evidenziato ancora di più uno dei più grandi difetti di questo Torino, ovvero la mancanza di carattere, che si rende palese alla prima grande difficoltà. Nella partita contro il Bologna, si è proprio notato come i granata si sono sciolti e disuniti al gol dello svantaggio, dimostrando un'incapacità di reagire che a sprazzi si era già vista nell'era Juric. Poca autostima, poca voglia di recuperare la partita, poche idee: è questo che tristemente trasmette il Toro di Vanoli.
Il Tema
Il Toro alla prima difficoltà si scioglie: pesa l’assenza di leader carismatici
Torino, in rosa manca un solido blocco di italiani
—La mancanza di carattere fa capo inevitabilmente ai giocatori che scendono in campo. Riguardo a questo aspetto, risulta abbastanza evidente come in questo Torino manchino leader, giocatori d'esperienza o che, anche se tecnicamente non eccelsi, sanno tirare su la squadra quando si è in difficoltà. Non aiuta, inoltre, l'assenza nella rosa di un solido blocco di italiani. Il solo Ricci (per limitarci al tipico 11 titolare) non può bastare, anche perché lui stesso, per caratteristiche personali, non ha il carisma da leader.
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—Andando ad analizzare il resto della rosa, si denotano altre due particolarità che non facilitano la presenza di leader. Innanzitutto, molti degli uomini a disposizione di Vanoli provengono da campionati esteri, non conoscono il calcio italiano e spesso non parlano nemmeno bene la lingua. Di conseguenza, è difficile farsi ascoltare e prendere in mano le redini della squadra. Il secondo aspetto, invece, riguarda l'assenza di alcuni calciatori provenienti dal vivaio, che possono trasmettere agli altri quel senso di appartenenza che in certi momenti può fare la differenza. Njie e Gineitis, oltre a Ciammaglichella che praticamente non gioca, infatti, sono ancora troppo giovani per assumere il ruolo di leader.
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