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Cairo e quel video criticato, il presidente spiega: “Non penso solo al fatturato”
Nella giornata di ieri su alcuni portali web è circolato un video di Urbano Cairo rivolto ai propri pubblicitari. Il patron granata, nonché presidente dei gruppi editoriali RCS e Cairo Communication, in un video che probabilmente non era destinato ad essere reso pubblico ha spiegato che nelle sue testate online, televisive e cartacee la situazione dal punto di vista degli ascolti è positiva e la richiesta delle aziende che investono non è in diminuzione. Anzi, sta andando in crescendo e per questo invitava i suoi dipendenti a non mollare e a continuare a lavorare sodo. Le sue parole, però, hanno suscitato qualche critica e polemica da parte di chi ha incolpato Cairo di essere interessato solamente ai profitti in un momento di difficoltà generale.
LA RISPOSTA - Praticamente immediata la replica del presidente di RCS e Cairo Communication, che - tramite un video pubblicato sul suo profilo Instagram - ha voluto spiegare da subito le sue ragioni: "Ho pubblicato un video per incitare i miei venditori a non mollare anche in un momento di crisi. Ho visto però che qualcuno che mi ha criticato accusandomi di pensare solo ai fatturati. Ovviamente non è così. Io sono il primo preoccupato della situazione generale dovuta al coronavirus. Prima ancora che venissero prese misure drastiche, sono stato uno dei primi a chiedere misure più restrittive per contenere il contagio, già dall'8 di marzo. La mia preoccupazione è sempre stata tantissima e con i miei giornali e La7 approfondiamo l'argomento minuto perminuto".
E ancora: "RCS e il gruppo Cairo punta molto sulla pubblicità, che è il 45% del nostro fatturato. Non possiamo fermarci e dobbiamo cercare di reagire, perché ho 4.500 dipendenti e altre 4500 persone legate all'indotto delle nostre aziende e dobbiamo mantenere il loro posto di lavoro; per noi è fondamentale segnalare ai nostri venditori e di conseguenza ai clienti che le cose per noi dal punto di vista degli ascolti vanno bene. Prima o poi il Paese uscirà da questa crisi e in quel momento le aziende dovranno essere in grado di riprendere il cammino o la loro corsa. Se oggi ci dimentichiamo di quello che va fatto dal punto di vista lavorativo quando usciremo da questa crisi le cose saranno molto gravi".
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