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Covid, Gian Paolo Ormezzano: “Guarito dalla notte più brutta della mia vita”

Redazione Toro News
Testimonianza / Il grande tifoso granata, noto scrittore e giornalista, racconta la sua travagliata nonché spaventosa esperienza

Gian Paolo Ormezzano ha sconfitto il Covid, ma la sua esperienza con il maledetto virus l'ha segnato e lo segnerà per sempre. A raccontarlo è proprio il tifoso, giornalista e scrittore granata sulle colonne del Corriere della Sera. "Il mio novembre è iniziato con una sentenza per il negazionista deficiente che ero stato, per un pochino di tempo, all'inizio della storia: Covid. A 85 anni due polmoniti significa condanna a morte, e credo che proprio per questo mi sia stata evitata la terribile terapia intensiva. Cinque ricoveri, i canonici giorni (22) di diciamo decorso, la lettera dell'autorità sanitaria: sono guarito, forse perché non ho mai fumato, ma proprio mai, e ho fatto tanto sport". E ancora: "Il ricovero deciso dalla mia prima figlia, grande medico di base. Conoscendomi eccome, aveva capito che qualcosa dentro di me stava impazzendo. Con me nella sua auto ha cercato un ospedale: giravamo per Torino, al Maria Vittoria, vicino a dove sto, troppo caos, andiamo all'Astanteria Martini. Al pronto soccorso mi hanno preso. Avvertiti di una mia carenza d'ossigeno, mi hanno messo su una barella di fianco ad un uomo vecchissimo (alla vista almeno), immobile, muto, intubatissimo tutto, ogni tanto dalle sue narici i tubetti venivano spostati nelle mie. La prima notte è stata dell'orrore". 

CONCLUSIONE - Storia per fortuna a lieto fine, dunque, per Ormezzano. Ovviamente, l'intera testimonianza è riportata sulle colonne del Corriere della Sera. Qui vogliamo concludere con la frase scelta dallo scrittore granata per terminare il suo articolo-testimonianza. Si legge: "Una settimana e poi sempre in ambulanza in casetta mia in facile isolamento sino alla comunicazione che dice del miracolo e mia domanda alla Nanni Moretti: se non muoio faccio brutta figura? L'ho fatta, bruttissima, la sto mettendo in una sorta di libro, non vedo l'ora di parlarne con i miei otto nipoti".