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Fifa, Infantino: “Il mio calcio contro il virus”. E tira le orecchie ad Agnelli
Il personaggio sportivo di questo lunedì così particolare in un periodo complicatissimo per il genere umano causa pandemia da Coronavirus è Gianni Infantino, che oggi 23 marzo spegne 50 candeline. Compleanno un po' particolare per lui che, in esclusiva a La Gazzetta dello Sport, parla di come sta agendo la Fifa, ente che presiede. "Prima la salute. Poi tutto il resto - dice -. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno. Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms. Io ringrazio dottori, infermieri e tutti quelli che rischiano la loro vita per salvarne altre. Loro sono eroi. Abbiamo dimostrato come Fifa spirito di cooperazione e solidarietà con Europa e Sudamerica. Ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti. Per proteggere i contratti e adeguare i periodi di registrazione. Servono misure dure.Ma non c'è scelta. Dovremo tutti fare sacrifici".
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IPOTESI SUPERLEGA - Alla domanda se sta progettando una Superlega, Infantino afferma, tirando un po' le orecchie esplicitamente ad Andrea Agnelli, patron della Juventus: "Mi viene da ridere. E cos’altro? Da quel che vedo, ci pensano già altri a progettare e organizzare tornei in giro per il mondo, al di fuori dalle strutture istituzionali, e senza rispetto per il modo in cui è organizzato il calcio nazionale, continentale e mondiale. In futuro dobbiamo avere almeno 50 nazionali che possano vincere i Mondiali, non solo 8 europee e 2 sudamericane. E 50 club che possano vincere i Mondiali per club, non solo 5 o 6 europei. E una ventina di questi 50 saranno europei, il che mi sembra già meglio dei 5 o 6 odierni. Ma non è il momento di parlarne ora".
VAR - Cambiando argomento, Infantino ha poi risposto ad alcune domande inerenti la Var. Ecco il suo pensiero: "La Var è ormai indispensabile. Se usata come si deve, le critiche si placheranno. Può essere perfezionata, ma il fatto è che in alcuni paesi non rispettano il protocollo Ifab. È importante capire che la Var aiuta l’arbitro, e non che sia un altro a prendere le decisioni".
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