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Il medico sportivo Casasco: “La ripresa quando ci sarà la salute, il rischio sono ricadute legali”

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Rassegna / Il presidente della federazione medico-sportiva italiana ed europea spiega le responsabilità dei medici sociali sui giocatori professionisti e spiega che sul quando tornare a giocare non spetta ai medici prendere decisioni
Redazione Toro News

Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico-sportiva italiana ed europea nonchè ex direttore generale del Torino negli anni di Borsano presidente, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport, approfondendo il discorso coronavirus legato al mondo dei calciatori professionisti. Il primo tema toccato riguarda ovviamente la ripresa dell'attività (sul quale è intervenuto anche il Ministro Spadafora, QUI per leggere le sue parole), ma il dottor Casasco chiarisce subito: "Non starei ad impiccarmi sulle tempistiche". Poi Casasco spiega quali sono le difficoltà: "Avevamo raccomandato non prima del 3 aprile come termine in cui si sarebbe potuto cominciare. Penso che l'andamento epidemiologico, le terribili statistiche e le evidenze scientifiche in continuo divenire ci suggeriranno l'eventuale decisione da prendere. Solo a quel punto diffonderemo ufficialmente, sulla base delle ultime informazioni scientifiche, un protocollo che indichi le condizioni per il ritorno all'attività sportiva".

RESPONSABILITÀ - Come si può intendere da questa risposta, non sta comunque al Fmsi calendarizzare un ritorno all'attività. Casasco ha comunque spiegato quali sono le responsabilità dei medici sociali e l'importanza della sua federazione: "Intanto la forza di un ruolo riconosciuto: la Fmsi è l'unica società scientifica di medicina dello sport accreditata presso il Ministero della Salute. E in Italia abbiamo un quadro di norme che indicano con chiarezza come ci si deve muovere e cosa succede di conseguenza. Gli sport professionistici sono quattro: calcio, basket, ciclismo e golf. I medici sanitari hanno una responsabilità diretta sui tesserati e sui professionisti nell'ambito della salute. Che ha delle ricadute legali precise. Noi non facciamo i calendari e non decretiamo quando una stagione agonistica debba riprendere. Ma dobbiamo tenere conto delle condizioni di salute in cui operano gli atleti, professionisti e non. Su questo i medici non faranno sconti a nessuno. La comunità medico-scientifica dà delle indicazioni, la responsabilità delle scelte spetterà agli organi di governo sportivo".

CONTROLLI - Quando poi ci sarà il via libera per tornare all'attività sportiva, sarà necessario anche riporre qualche attenzione particolare a chi è risultato positivo. Casasco e la Fmsi stanno anche studiando un protocollo particolare da seguire tra i professionisti (sul quale non ha voluto però fare anticipazioni): "Grande attenzione dovrà essere considerata per i positivi, dopo i test, nella gradualità della ripresa. Gli atleti professionisti dei diversi sport hanno delle intensità di altissimo livello. Dobbiamo essere certi dell'integrità di tutti gli organi e di tutti i sistemi che potrebbero essere stati interessati. Non c'è solo il cuore. Prima di tutto i polmoni, poi la capacità funzionale, quindi il cuore. Lo sport agonistico ad alto livello indubbiamente comporta dei rischi maggiori di per sé e saranno fatte valutazioni adeguate che, in generale, per la popolazione non saranno necessarie".