L’ingresso dell’azionariato popolare nello sport assume sempre più i contorni di uno scenario concreto: in settimana la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge con le deleghe al Governo sull'ordinamento e le professioni dello sport. Tra le misure approvate l'azionariato popolare. 'Apriamo lo sport a forme di azionariato popolare - hanno spiegato Paolo Lattanzio e Manuel Tuzi del gruppo M5S in commissione Cultura -, seguendo il modello positivo di altri Paesi europei: i tifosi potranno quindi diventare soci e acquistare quote della loro squadra. Questo significa che, mentre da una parte si valorizza il loro ruolo, dall'altra si promuove una concezione dell'attivita' sportiva non piu' di appannaggio esclusivo di lobby e comitati d'affari". Il testo ora passerà all’esame del Senato.
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Quando i tifosi fanno parte di un club: l’esempio del Parma e il contributo di ToroMio
Dietro il risultato c’è, come raccontato più volte su queste colonne, anche il lavoro dell’associazione ToroMio, gruppo di tifosi del Torino di varia estrazione sociale da anni attiva sul tema della partecipazione popolare dello sport (per approfondire ecco l’intervista all’avvocato Romiti, uno degli esponenti di spicco). Proprio all’interno di ToroMio alcuni professionisti del diritto hanno redatto sul tema un disegno di legge di iniziativa popolare, sottoposto all’attenzione dei sottosegretari allo sport Simone Valente (M5S) e Giancarlo Giorgetti (Lega). Il testo di ToroMio ha fornito spunti importanti per l’inserimento degli emendamenti sull’azionariato popolare al testo legislativo in questi giorni all’esame del Parlamento.
https://www.toronews.net/mondo-granata/romiti-toromio-la-partecipazione-popolare/
E proprio l’associazione ToroMio ha partecipato sabato 29 giugno a un vero e proprio meeting nazionale dell’azionariato popolare. Insieme ad altre realtà tifose di società italiane è stata data vita a un comitato chiamato “NOIF - Nelle Origini il Futuro”, riunitosi nello scenario dello stadio Tardini di Parma. Proprio la città emiliana è infatti l’esempio più concreto di come l’azionariato popolare nel calcio sia possibile anche in Italia: il Parma Calcio è partecipato per il 10% delle sue quote da “Parma Partecipazioni Calcistiche”, la Società dei tifosi () che insieme alla “Nuovo Inizio” ha dato vita alla rinascita del club emiliano, passato in tre stagioni dalla Serie D alla Serie A dopo il fallimento del 2015.
Gli esponenti di PPC hanno illustrato alle delegazioni di altre associazioni di tifosi italiani e non solo (erano presenti, oltre a ToroMio, rappresentanti di tifoserie del Modena, del Milan, della Torres Sassari, dell’Athletic Bilbao) come l’azionariato popolare abbia concretamente preso forma a Parma. Grazie a PPC, i tifosi crociati hanno la possibilità di partecipare attivamente alla vita del club, contribuendo alla sua gestione attraverso la nomina di propri rappresentanti nel CdA del Parma Calcio 1913. La governance del Parma rappresenta un modello innovativo in Italia. Dopo l’ultima ridefinizione dell’ottobre 2018, le quote del Parma sono suddivise tra “Nuovo Inizio” al 60% (nel cui organigramma sono presenti anche Guido Barilla, Marco Ferrari, Paolo Pizzarrotti, Mauro Del Rio, Angelo Gandolfi e Giampaolo Dallara), il gruppo cinese Desports al 30% e la società Parma Partecipazioni Calcistiche al 10%. Imprenditori e tifosi che convivono in una delle società di calcio più importanti in Italia: un modello che presto potrebbe essere replicato altrove.
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