È tornato di grande attualità in casa Toro il tema stadio. Il 30 giugno scadrà la concessione dell'Olimpico Grande Torino e la società dovrà trovare una nuova intesa con il comune. Una certezza è che le attuali condizioni economiche andranno riviste: troppi pochi, per la Città di Torino, i 500 mila euro corrisposti annualmente dal club. Una soluzione più volte auspicata dal sindaco Stefano Lo Russo è l'acquisto dell'impianto da parte del Toro, ma la strada è in salita.
IL TEMA
Acquistare il Grande Torino? Ecco gli ostacoli che scoraggiano i granata
Ipoteche, problema noto e mai risolto
—Sono tanti e importanti gli ostacoli da superare, a partire dagli oltre 30 milioni di euro di ipoteche che gravano sullo stadio. Una situazione che allontana inevitabilmente ogni possibile acquirente e che, nonostante sia nota da anni, non è mai stata risolta. Si è spesso parlato di spostare le ipoteche, ma alle parole non sono mai seguiti i fatti. Ad oggi è difficile immaginare quali vantaggi possa trarre una società di calcio dall'acquisto di un impianto come il Grande Torino. Lo stadio è sì funzionale per le partite e relativamente moderno se paragonato alla tragicomica situazione italiana (in Serie A 8 società su 20 non hanno ancora la copertura totale sugli spalti, con spettatori esposti alla pioggia).
I vincoli alla struttura: difficile intervenire
—Il Grande Torino necessiterebbe di diversi interventi per diventare un impianto paragonabile a quelli che si stanno progettando al giorno d'oggi nel resto d'Europa, ma servirebbero investimenti e ci sarebbe da fare i conti con l'impossibilità di toccare la struttura. A partire dal 2013 lo stadio è stato infatti sottoposto a vincolo architettonico dal ministero della Cultura. Un impianto di proprietà sarebbe un passo importante per una società con voglia di crescere ma, alle condizioni attuali, risulta complicato e tutt'altro che agevole decidere di investire sull'Olimpico Grande Torino.
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